Materiali tecnologici per la didattica nelle scuole
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Le innovazioni tecnologiche stanno entrando a far parte del sistema educativo. Strumenti informatici e contenuti digitali potrebbero rappresentare un ausilio per una didattica innovativa più stimolante e partecipativa e, sostanzialmente, in linea con i tempi. Le generazioni di studenti a cui la didattica si riferisce è quella dei cosiddetti “nativi digitali” e tale condizione non può essere ignorata dalla scuola. D'altro canto tali modifiche all'ambiente formativo preoccupano docenti e pedagogisti e aprono il dibattito sull'effettiva portata di una scuola sempre più digitale e sulle reali conseguenze, in positivo come in negativo, che questa apporta.
Il dibattito, oltre che pedagogico, si sofferma anche su questioni che riguardano il grado di competenza dei docenti, la sostenibilità economica del progetto, l'effettiva capacità della scuola italiana, nelle condizioni in cui attualmente versa, di gestire un progetto davvero innovativo.
A seguito della spinta verso la digitalizzazione che il MIUR ha avviato, alcune scuole italiane si sono dotate di strumentazioni d'avanguardia quali le cosiddette LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), il registro elettronico, tablet e aule multimediali. I dubbi dei professionisti del settore, però, si soffermano ad indagare il binomio innovazione-miglioramento in una prospettiva critico-problematica, invitando a diffidare di ingenui entusiasmi e a riflettere sulle modalità più corrette di utilizzo delle tecnologie.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Le tecnologie offrono un aiuto nella didattica rivolta a studenti disabili. Permettono una didattica individualizzata all'interno di un contesto-classe che non emargina lo studente. Gli strumenti tecnologici hanno un uso sia abilitante - permettono allo studente di svolgere attività che, altrimenti, gli sarebbero precluse - sia riabilitante - compensano difficoltà di attenzione e di apprendimento.
I software rischiano di irrigidire la didattica,si tratta di prodotti sviluppati secondo esigenze editoriali e non adatti a rispondere alle necessità didattiche dei singoli alunni e docenti. Manca la possibilità della personalizzazione, cioè di creare percorsi composti da differenti strategie didattiche affinché studenti diversi possano raggiungere obiettivi formativi in base alle proprie capacità.
Gli elaboratori elettronici permettono di attuare strategie didattiche differenti per ogni alunno in base alle specifiche necessità di ciascuno, ma in un ambiente comune e non discriminatorio. Esistono software che consentono di scegliere percorsi diversi in modo da presentare ad ogni alunno i contenuti didattici personalizzando i modi e i tempi della formazione.
Tablet e ebook non garantiscono miglioramenti cognitivi. Lo strumento modifica negativamente l'ambiente comunicativo generando una dipendenza da tali strumenti tecnologici. Gli editori che denunciano un vuoto normativo e una difficoltà di gestire i libri di testo digitali e gli strumenti necessari richiedono un costo a carico delle famiglie.
Usare tablet ed ebook agevola il lavoro. Oltre alla comodità di trasporto di tali strumenti, il lato più vantaggioso è quello economico. Il tablet è meno costoso del computer e il libro in formato ebook svincola dall'acquisto più oneroso del cartaceo. In tal senso, la digitalizzazione di testi scolastici andrebbe sostenuta da politiche economiche che contemplino anche gli incentivi alle famiglie.
Una lezione tenuta con l'ausilio della LIM risulta più interattiva. Si instaura un tipo di didattica partecipativa e orizzontale che sostituisce la vecchia lezione frontale e cattedratica. Il linguaggio visivo aiuta gli studenti nella comprensione e rende più proficua la comunicazione. l'immediatezza e la multimedialità della LIM rende possibile al docente attingere a contenuti multimediali.
Alcuni studi che smentiscono l'efficacia delle lavagne elettroniche mostrando come non esistano differenze rilevanti tra il rendimento scolastico di studenti preparati con o senza l’utilizzo delle LIM. Lo strumento non garantisce di per sé l'interattività della lezione; in molti casi la didattica rimane quella tradizionale in cui il ruolo preponderante è giocato dal docente.
L'uso di strumenti tecnologici, trova il suo valido compimento nel potenziamento del contesto educativo e nell'educazione alla socializzazione. Le tecnologie hanno il merito di rendere più accessibili le conoscenze. Se utilizzate secondo un approccio problematico, possono sviluppare l'autonomia degli studenti, educare a nuovi linguaggi e all'interpretazione di informazioni.
Il rapporto didattico si rompe se lo studente si interfaccia con email o elaboratori invece che con i docenti. Il fatto che un macchinario riduca il lavoro mentale impedisce la formazione dello studente. Gli effetti peggiori delle tecnologie in ambito didattico riguardano un deficit dell’attenzione e della concentrazione, un decremento del ricordo e una perdita in termini di fantasia e creatività.
L'uso di tecnologie a scuola favorisce l'integrazione dei disabili
Le tecnologie offrono un valido e incontestato aiuto nella didattica rivolta a studenti disabili o con bisogni educativi speciali.
In primo luogo, permettono una didattica individualizzata, tarata sulle esperienze e sugli obiettivi all'interno di un contesto-classe che non emargina lo studente. La classe cosiddetta “digitale” forma un ambiente di lavoro cooperativo e collaborativo. Gli strumenti tecnologici hanno un uso sia abilitante sia riabilitante. Al primo gruppo appartengono strumenti che permettono allo studente di svolgere attività che, altrimenti, gli sarebbero precluse (come, ad esempio, ausili per disabili motori e ipovedenti). Funzioni riabilitanti, invece, sono quelle che permettono di colmare difficoltà di attenzione e di apprendimento.
L'uso di strumenti tecnologici impedisce la personalizzazione
La possibilità di utilizzare strumenti tecnologici durante le ore di lezione permette di individuare metodologie didattiche mirate alla personalizzazione. Gli elaboratori elettronici permettono di attuare strategie didattiche differenti per ogni alunno in base alle specifiche necessità di ciascuno, ma in un ambiente comune e non discriminatorio.
Nel dettaglio esistono dei software didattici che consentono di scegliere percorsi e attività diverse in modo da presentare ad ogni alunno i contenuti didattici e le nozioni sulle quali il docente sceglie di soffermarsi, viste le specifiche esigenze del soggetto. Questo permette di personalizzare i modi e i tempi della formazione.
Le attività di recupero possono essere contestuali e svolte all'interno del gruppo della classe.
Secondo Gianpaolo Terravecchia, i software rischiano di irrigidire la didattica; secondo lo studioso si tratta di prodotti sviluppati secondo esigenze editoriali e non adatti a rispondere alle necessità didattiche dei singoli alunni e docenti.
Manca la possibilità della personalizzazione, cioè di creare percorsi composti da differenti strategie didattiche affinché studenti diversi possano raggiungere diversi obiettivi formativi in base alle proprie capacità.
L'uso di tablet e libri digitali è nocivo
La possibilità di usare, in ambito scolastico, tablet ed ebook agevola in molti sensi il lavoro. Oltre all'immediatezza e alla comodità di trasporto di tali strumenti, il lato più vantaggioso è quello economico. Spesso il tablet è meno costoso del computer e il libro in formato ebook svincola dall'acquisto più oneroso del cartaceo. In tal senso, la digitalizzazione di testi scolastici andrebbe sostenuta da politiche economiche che contemplino anche gli incentivi alle famiglie.
Inoltre, sul piano didattico la discrezionalità del docente, che in ultima analisi decide sull'utilizzo degli strumenti digitali, permette di arginare le possibili derive negative che i detrattori sostengono.
Gli strumenti digitali, come ad esempio il tablet per l’utilizzo di ebook, non garantiscono miglioramenti cognitivi. Innanzitutto, va ricordato il già critico rapporto degli adolescenti con la tecnologia dalla quale sono sempre più assuefatti e dipendenti. Il suo ingresso anche nelle attività di lettura e di studio ne snatura la valenza. L'errore fondamentale che si fa è credere che lo strumento sia di per sé neutro. Invece, secondo i detrattori, modifica negativamente l'ambiente comunicativo. Molte critiche nascono relativamente alle modalità con cui, dopo il decreto Profumo, si è avviata la digitalizzazione forzata della scuola. Prima di tutto, a trovarsi impreparati sono gli editori che denunciano un vuoto normativo e una difficoltà di gestire i libri di testo digitali. A questo aspetto si lega anche la problematica economica. Prima di tutto il rischio è che gli editori debbano cancellare gli investimenti già fatti per il cartaceo; inoltre, gli strumenti necessari richiedono un costo a carico delle famiglie che non si esaurisce con l'acquisto ma richiede anche manutenzione e frequenti ricambi, sempre in linea con il repentino sviluppo delle nuove tecnologie.
La LIM migliora l'insegnamento
La LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) comincia ad essere sempre più presente nelle scuole. Il nuovo strumento ha apportato delle modifiche alle modalità tradizionali di fare lezione. Secondo alcune statistiche il grado di soddisfazione di docenti e alunni è altamente positivo. Generalmente una lezione tenuta con l'ausilio della LIM risulta più interattiva e spinge gli studenti a partecipare attivamente con vari interventi. Si instaura, così, un tipo di didattica partecipativa e orizzontale che sostituisce la vecchia lezione frontale e cattedratica. Il linguaggio visivo aiuta gli studenti nella comprensione e rende più proficua la comunicazione docente/alunno. Inoltre, l'immediatezza e la multimedialità della LIM migliora le lezioni poiché rende possibile al docente attingere a contenuti multimediali o utilizzare materiali (pdf, power point, video) di ausilio alla didattica. In sintesi, l'utilizzo della LIM durante le lezioni, in ogni materia e in ogni grado scolastico, contribuisce a formare un clima in classe favorevole all'apprendimento.
Secondo alcuni docenti la sostituzione della vecchia lavagna con la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) non apporta benefici alla didattica e all'apprendimento. Prima di tutto sono incompatibili con le più diffuse teorie pedagogiche che incitano alla creatività e al lavoro di gruppo. Le LIM non sono di ausilio a tali obiettivi; infatti, per il successo formativo esistono alcuni studi che smentiscono l'efficacia delle lavagne elettroniche mostrando come non esistano differenze rilevanti tra il rendimento scolastico di studenti preparati con o senza l’utilizzo delle LIM.
Altri autori sottolineano che la lavagna interattiva non garantisce di per sé l'interattività della lezione; in molti casi la didattica rimane quella tradizionale in cui il ruolo preponderante è giocato dal docente. Tecnologia, dunque, non è sinonimo di innovazione. Un elemento da non sottovalutare è l'ingente quantità di fondi necessaria all'inserimento delle LIM nelle aule. È un investimento che, secondo alcuni, non garantisce successi fruttosi e viene fatto per questioni di immagine, cioè per adeguarsi agli standard di innovazione e aggiornamento continuo.
L'uso di strumenti tecnologici nelle scuole assicura un miglioramento della didattica
Le innovazioni tecnologiche nel mondo della scuola sono state accolte positivamente da quei docenti e studiosi del settore definiti, secondo la celebre espressione di Umberto Eco, “integrati”. Il termine indica i professionisti del settore educativo che reputano obsoleto un sistema scolastico estraneo alle nuove tecnologie, si dichiarano entusiasti del loro ingresso nella didattica e ritengono questa innovazione necessaria al fine di apportare migliorie al sistema didattico. L'uso di strumenti tecnologici, oltre a ridurre il lavoro del docente da elementi di serialità e ripetizione, trova il suo valido compimento nel potenziamento del contesto educativo e nell'educazione alla socializzazione. Riguardo alle potenzialità didattiche delle tecnologie, gli studiosi analizzano come si possano impiegare con successo nelle diverse prospettive didattiche. Le tecnologie hanno il merito di rendere più accessibili le conoscenze e sviluppare competenze e abilità. Se utilizzate secondo un approccio problematico, possono sviluppare l'autonomia degli studenti, educare a nuovi linguaggi e all'interpretazione di informazioni, nonché accrescere la dimensione estetica degli studenti stessi.
L'applicazione della tecnologia alla didattica rischia di snaturare l'insegnamento. Secondo i cosiddetti “apocalittici” (definizione ripresa da Umberto Eco, Apocalittici e Integrati, Bompiani, 1964) le tecnologie non sono adatte in un contesto educativo.
Integrare o addirittura sostituire i metodi di insegnamento tradizionali con le nuove tecnologie, riduce l'istruzione degli studenti a mera trasmissione di informazioni. Infatti, è il rapporto docente-alunno a risentirne se lo studente si interfaccia con email o elaboratori invece che con un docente. Dalla rottura del rapporto didattico provengono ulteriori aspetti negativi che minacciano di impoverire l'apprendimento. Secondo alcune ricerche, l'uso di strumenti tecnologici comporta risultati peggiori nello studio. Il fatto che un macchinario tecnologico riduca il lavoro mentale ha ricadute negative in quanto, anziché aiutare, impedisce la formazione dello studente. In estrema sintesi, gli effetti peggiori che possono avere le tecnologie in ambito didattico riguardano un deficit dell’attenzione e della concentrazione, un decremento del ricordo e una perdita in termini di fantasia e creatività.