Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP)
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, quale meccanismo per la creazione di un’area di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, è una questione che ha suscitato un discreto dibattito sia tra gli esperti del settore che all’interno dei negoziati stessi.
Le discussioni sono in parte supportate dai sostenitori del TTIP, che rivendicano la necessità di ridurre le barriere doganali per garantire un flusso di merci e investimenti maggiori tra i due rispettivi mercati. Le tesi ottimistiche ritengono che il Partenariato Transatlantico permetterà di rilanciare la crescita economica dei Paesi coinvolti attraverso la creazione di nuovi sbocchi per le merci e i finanziamenti.
Nei disegni del Trattato gli scettici lamentano invece un eccessivo sostegno alle grandi aziende esportatrici nell’ottica della liberalizzazione prevista dall’accordo.
Altri aspetti rilevanti, come la poca trasparenza dei negoziati, la presunta mancanza dei principi democratici e di rappresentanza dei cittadini nelle trattative e persino il pericolo per i consumatori e i produttori europei, hanno allarmato i critici del Trattato, che si sono mobilitati con campagne anti-TTIP.
Un ulteriore punto controverso che ha tenuto i negoziati a lungo bloccati è costituito dall’ipotesi di creazione di un tribunale ad hoc per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stati. Al quindicesimo round di negoziazioni le parti non hanno trovato ancora un compromesso e il TTIP rimane per ora una bozza di trattato.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Le tesi ottimistiche ritengono che il TTIP permetterà di rilanciare la crescita economica dei paesi coinvolti, attraverso la creazione di nuovi sbocchi per le merci. Gli scettici, invece, lamentano un eccessivo sostegno alle grandi aziende.
Il TTIP preoccupa il settore farmaceutico, per la pressione che le multinazionali del farmaco esercitano. Le lobby farmaceutiche sono interessate all'apertura di un mercato comune, con l’obiettivo di aumentare gli utili tramite la privatizzazione, la tutela dei brevetti e la commercializzazione di nuovi farmaci. Le conseguenze di questa manovra sono dannose per il sistemi sanitari nazionali.
Secondo l’analisi dell’EFPA, il TTIP può portare benefici ad aziende e cittadini: riduzione della duplicazione dei processi sulle due sponde dell'Atlantico; maggiore cooperazione tra le agenzie; accesso a medicine innovative e salvaguardia di posti di lavoro. Con l'abbattimento delle barriere non tariffarie nel settore farmaceutico il TTIP contribuirebbe allo sviluppo globale della medicina.
Le fasi di negoziazione del TTIP sono a una situazione di stallo. L'incapacità di trovare punti in comune prova che il progetto è fallito. Ciò è stato dichiarato da Sigmar Gabriel, vice-cancelliere tedesco, in seguito al mancato compromesso sui 27 articoli del trattato. Il presidente francese Hollande si è mostrato scettico nei confronti dell'ultimo round delle trattative.
Il TTIP non è ancora fallito, lo sarà solo quando sarà revocato il mandato alla Commissione europea ai negoziati. 12 Paesi europei hanno redatto una lettera per la Commissione europea in cui dichiarano la loro fiducia alla Commissione. La volontà politica di concludere il Trattato è dunque ancora presente e si auspica di giungere presto ad un compromesso tra le due parti negoziatrici.
La clausola ISDS (Investor-State Dispute Settlement) prevede la creazione di un tribunale ad hoc per la risoluzione delle controversie tra Stati e investitori all’interno del TTIP. Il Trattato e la clausola sono ben visti in Europa e hanno il pieno appoggio degli Stati membri dell’Unione Europea. La clausola rimane tuttavia un punto controverso dei negoziati tra UE e USA e necessita di chiarezza.
La clausola ISDS del TTIP è ritenuta da attivisti e politici europei un “pericoloso segreto” all’interno delle negoziazioni. Le lobbies straniere saranno gli unici soggetti ad essere tutelati. La clausola ISDS nasconde infatti aspetti negativi per le funzioni normative degli Stati membri, che non potranno garantire la protezione dei propri cittadini dalle azioni degli investitori stranieri.
C’è preoccupazione per gli effetti negativi del TTIP sul settore agroalimentare europeo. Molte regole sulla sicurezza alimentare saranno minacciate. Occorre tutelare la sovranità nazionale per proteggere gli standard dei prodotti europei dalla liberalizzazione promossa dal TTIP. USA e UE vogliono puntare al profitto a discapito della salute dei consumatori e dell’ambiente.
Le accuse di mancanza di trasparenza in merito ai negoziati si focalizzano sull’assenza di informazioni sugli accordi tra USA e UE. Il Trattato è ricco di aspetti controversi e le poche informazioni rilasciate sono limitate e poco accessibili ai liberi cittadini. Diverse sono le critiche alla Commissione Europea, accusata di voler lasciare fuori i cittadini europei dal processo decisionale.
Le istituzioni europee difendono la segretezza dei negoziati. Questi si trovano in una fase altamente tecnica e delicata e gli esiti favorevoli dell’accordo saranno garantiti soltanto da un minimo grado di riservatezza. La Commissione Europea si è espressa in merito alle critiche di deficit democratico, pubblicando una serie di documenti e dati già dal mese di novembre 2013.
Le stime ottimistiche svelano che il TTIP garantirà grandi opportunità, sia per l’America che per l’Europa. I benefici economici e i risultati positivi saranno nuovi sbocchi per i mercati europei e l’accesso a beni di consumo meno costosi. Il TTIP sarà un importante traguardo che consentirà ai paesi aderenti al Trattato di essere parte di una crescita economica senza precedenti.
Il TTIP è visto dagli scettici come mezzo per modificare il quadro geopolitico mondiale in favore dei paesi più ricchi, dando forte protagonismo alle multinazionali economiche e finanziarie. L’Europa non conoscerà vantaggi dalla stipulazione del trattato se non per il profitto delle aziende più grandi. I negoziati sacrificheranno i diritti sociali, del lavoro e lo stesso principio di democrazia.
Le multinazionali farmaceutiche appoggiano il TTIP per espandere i propri profitti
Il TTIP presenta una serie di vantaggi per l'integrazione dei mercati europei e statunitensi nel settore dell'industria farmceutica.
Tra questi vantaggi sono previste grandi opportunità sia per le aziende che per i cittadini.
Grazie alle analisi rilasciate dall'European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPA) è stato infatti dimostrato come l'interconnessione del mercato del farmaco prevista dal TTIP possa portare una serie di benefici ad entrambe le parti. Alcuni esempi di questi vantaggi sono la riduzione della duplicazione dei processi su entrambe le sponde dell'Atlantico, una maggiore cooperazione tra le agenzie, accesso alle medicine innovative e persino la salvaguardia di posti di lavoro.
Con l'abbattimento delle barriere non tariffarie nel settore farmaceutico il TTIP potrebbe contribuire allo sviluppo globale della medicina rendendo le ispezioni più efficaci e facendo crescere le esportazioni dei medicinali grazie all'accesso ai nuovi mercati.
Diversi autori hanno espresso la necessità di supportare le manovre del TTIP per arrivare più velocemente alla conclusione del Trattato ed ottenere nuove risorse da investire nella ricerca farmaceutica.
Il Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti ha suscitato parecchie preoccupazioni nel settore farmaceutico per la costante pressione che le multinazionali del farmaco stanno facendo nei confronti della negoziazione del Trattato.
E' ormai evidente l'estremo interesse delle lobby farmaceutiche nell'apertura di un mercato comune che consenta l'immissione di nuovi farmaci in entrambe le sponde dell'Atlantico.
L'obiettivo principale a cui puntano le multinazionali farmaceutiche con l'approvazione del TTIP, secondo molti autori, è l'aumento degli utili tramite un processo di privatizzazione, di tutela dei propri brevetti sui medicinali e di immissione di nuovi farmaci nel mercato.
Le conseguenze di questa manovra sono estremamente dannose per il sistemi sanitari nazionali che rischierebbero il loro smantellamento.
Il Movimento 5 Stelle ha lanciato un appello al governo italiano per adottare al più presto provvedimenti contro la continua pressione delle multinazionali e per tutelare i diritti dei cittadini alle cure mediche.
La negoziazione del TTIP è effettivamente fallita
Nonostante il mancato raggiungimento degli accordi per un mercato comune tra gli Stati Uniti e l'Unione europea, alcuni autori hanno avanzato diverse proposte per proseguire con le negoziazioni del TTIP per giungere ad una posizione condivisa tra le due parti del Trattato.
Il vice-direttore de "Il Fatto Quotidiano", Stefano Feltri, sostiene per esempio che il TTIP non è ancora morto e che sarà eventualmente dichiarato un fallimento soltanto quando sarà revocato il mandato alla Commissione europea ai negoziati. Nel frattempo le negoziazioni possono proseguire.
In dimostrazione della volontà di giungere ad un accordo, dodici Paesi europei hanno infatti redatto una lettera per la Commissione europea in cui si dichiara il loro pieno supporto e fiducia nel ruolo di negoziazione della Commissione.
La volontà politica di concludere il Trattato è dunque ancora presente e si auspica di giungere presto ad un compromesso tra le due parti negoziatrici.
Per risolvere le incomprensioni sulla stipulazione del Trattato, alcuni autori hanno proposto di presentare una versione alleggerita del TTIP che presenti un pacchetto prefissato di tariffe e dazi.
Le fasi di negoziazione del Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (TTIP) tra Stati Uniti ed Unione Europea sono giunti ormai da tempo ad una situazione di stallo. La mancata intesa tra le due parti del Trattato non ha consentito di compiere significativi passi avanti.
Secondo numerosi autori l'incapacità di trovare punti in comune nelle negoziazioni, avviate ormai dal 2013, è un chiaro segnale che il progetto del TTIP è giunto al suo fallimento.
Gli interessi per i negoziati hanno dimostrato progressivamente meno entusiasmo, tanto da non essere inclusi tra i temi dell'acceso dibattito per la corsa alla Casa Bianca tra il candidato democratico Hillary Clinton e il candidato repubblicano Donald Trump.
Il fallimento degli accordi è stato dichiarato in prima linea da Sigmar Gabriel, vice-cancelliere tedesco, in seguito al mancato compromesso sui 27 articoli presenti nel trattato.
Persino il presidente francese Hollande ha manifestato tutto il suo scetticismo nei confronti dell'ultimo round delle trattative che procedono in modo estremamente lento.
Diversi autori hanno auspicato il blocco totale dei negoziati come l'unica opzione rimasta.
La clausola ISDS consente al trattato TTIP di disporre di un equo strumento per la risoluzione delle controversie
Il contenuto della clausola ISDS (Investor-State Dispute Settlement), che prevede la creazione di un tribunale ad hoc per la risoluzione delle controversie tra Stati e investitori all’interno del TTIP, è stato definito uno strumento fondamentale dell’accordo da parte di numerosi esponenti e sostenitori del trattato di libero scambio.
Il Trattato e la clausola sono ben visti in Europa e hanno il pieno appoggio degli Stati membri dell’Unione Europea, tra cui spicca il governo tedesco di cui sono portavoce la cancelliera Angela Merkel e il vicecancelliere Sigmar Gabriel.
Secondo il Parlamento Europeo il tribunale ISDS rappresenta un organo necessario e indispensabile all’interno del TTIP per impedire il verificarsi di alcune azioni inique che gli Stati possono compiere nei confronti degli investitori stranieri, per esempio espropri senza indennizzi, discriminazioni e altri trattamenti ingiusti. La clausola rimane tuttavia un punto controverso dei negoziati tra Bruxelles e Washington e necessita di chiarezza. Per questo motivo i negoziatori determinati a giungere a un’approvazione dell’ISDS ne hanno proposto alcune modifiche per fornire un sistema più efficace e adeguato.
La clausola per la creazione di un meccanismo di risoluzione delle controversie all’interno del TTIP è ritenuta da molti attivisti e da alcuni politici europei un “pericoloso segreto” all’interno delle negoziazioni del Trattato di libero scambio.
Gli scettici criticano il fatto che le lobbies straniere saranno gli unici soggetti ad essere tutelati dall’organo di arbitrato privato, istituito ad hoc all’interno del Trattato.
La clausola ISDS nasconde infatti numerosi aspetti negativi per le funzioni normative degli Stati membri, che non potranno garantire completamente la protezione dei propri cittadini dalle azioni degli investitori stranieri.
Un altro aspetto critico per gli scettici del TTIP è rappresentato dalla scarsa attenzione da parte delle istituzioni europee in merito alle consistenti voci di protesta che si sono alzate recentemente nei confronti delle negoziazioni della clausola ISDS.
Secondo i critici provenienti in larga parte dal Movimento 5 Stelle e da alcuni gruppi di mobilitazione collettiva come “Stop TTIP”, occorre una netta presa di posizione da parte del Parlamento Europeo, che per tutta la durata dei negoziati è rimasto troppo ambiguo sulla delicata questione.
Il TTIP rappresenta una minaccia per il settore agroalimentare europeo
I sostenitori del TTIP dichiarano che il tTrattato di libero scambio rappresenta un’opportunità per il settore agroalimentare in quanto il mercato degli Stati Uniti costituisce un importante punto di sbocco per l’export dei prodotti europei di alta qualità.
Aderire al Trattato con gli Stati Uniti significa quindi consentire a ciascun Paese europeo di raggiungere un mercato più ampio per le proprie esportazioni.
Dall’altra parte, le barriere non tariffarie che ostacolano l’ingresso dei prodotti americani in Europa costituiscono una complicazione alle trattative di negoziato del TTIP e per aumentare gli scambi commerciali tra i due Paesi devono venire abbattute.
Il presidente della Commissione Agricoltura dell’Unione Europea Paolo De Castro ha garantito l’incolumità del settore agricolo nel caso in cui si arrivi alla stipulazione dell’accordo.
Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha rassicurato i cittadini sulla tutela del principio di precauzione sui prodotti italiani e delle indicazioni geografiche tipiche.
Le regole per il rispetto della qualità dei prodotti saranno mantenute e non vi sarà alcun rischio di “invasione” dei mercati da parte di prodotti OGM americani.
In merito ai negoziati per la stipulazione di un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea vige notevole preoccupazione per gli effetti negativi che secondo molti scettici si verificheranno sul settore agroalimentare dell’Europa. Gran parte dell’opinione pubblica ritiene la mancanza di complete informazioni sullo stato dei negoziati il motivo per cui molte regole sulla sicurezza alimentare saranno minacciate.
Secondo il presidente dell’European Milk Board Romuald Schaber e molte altre organizzazioni europee in difesa degli allevatori, occorre tutelare la sovranità nazionale per proteggere gli standard dei prodotti europei dalla liberalizzazione selvaggia che gli accordi sul TTIP stanno promuovendo.
L’opinione di chi critica il Trattato è quella che Bruxelles e Washington vogliano esclusivamente puntare al profitto e alla massima resa a discapito della salute dei consumatori e dell’ambiente.
La parlamentare europea per la Lega Nord Maria Bizzotto ha definito il TTIP una “sciagura” per il settore agroalimentare europeo in quanto saranno causati diversi danni alle aziende italiane, alle produzioni tipiche e a quelle di origine protetta.
Il grado di segretezza dei negoziati TTIP è eccessivo e mina la democrazia
Gran parte delle istituzioni europee si sono schierate in difesa della necessità di garantire un certo grado di segretezza ai negoziati che si stanno realizzando tra Washington e Bruxelles in merito al trattato transatlantico di libero scambio. Una trasparenza totale nelle procedure di accordo non è infatti possibile, in quanto i negoziati si trovano al momento in una fase altamente tecnica e delicata.
Ignacio Garcia Bercero, negoziatore del trattato TTIP in capo per l’Unione Europea, ha dichiarato che gli esiti favorevoli dell’accordo saranno garantiti soltanto se vi sarà un minimo grado di riservatezza nei negoziati.
La segretezza delle procedure è infatti una questione strategica per ottenere un accordo vantaggioso per entrambe le parti.
La Commissione Europea si è espressa in merito alle critiche di deficit democratico e ha agito in favore di un grado di trasparenza maggiore pubblicando una serie di documenti e dati importanti già dal mese di novembre 2013.
Cecilia Malmström, commissaria europea per il commercio, ha sottolineato le buone intenzioni della Commissione e l’impegno per garantire un livello maggiore di trasparenza nei negoziati.
Le posizioni che accusano una preoccupante mancanza di trasparenza in merito ai negoziati in corso sul tTrattato transatlantico di libero scambio si focalizzano principalmente sull’assenza di informazione nei dettagli dell’accordo tra Stati Uniti e Unione Europea. Tra i critici di questa questione emerge il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, che lamenta un velo di segretezza eccessivo sui negoziati del TTIP.
Il Trattato è ricco di aspetti controversi e le poche informazioni rilasciate sono, secondo diversi autori, limitate e poco accessibili ai liberi cittadini.
Vi sono inoltre diverse critiche al mandato segreto che è stato affidato alla Commissione Europea per la negoziazione del Trattato e le istituzioni sono state accusate di voler volutamente lasciare fuori i cittadini europei dal processo decisionale per meglio tutelare il compromesso con Washington.
La mancanza di democraticità all’interno dei negoziati e il basso livello di informazione delle trattative tra Unione Europea e Stati Uniti hanno contribuito a gettare numerosi dubbi sugli effetti positivi che i negoziatori hanno previsto per l’Europa.
Il TTIP rappresenta una grande opportunità per la crescita di Europa e Stati Uniti
Le stime ottimistiche che si raccolgono attorno agli accordi per la realizzazione del Trattato di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea svelano che il TTIP garantirà grandi opportunità nel lungo periodo, sia per l’America che per l’Europa. I benefici economici e i risultati positivi che scaturiscono dalla stipulazione del Trattato sono molteplici e supportati da differenti autori.
Tra questi, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi che, augurandosi una conclusione della negoziazione entro fine 2015, ritiene il Trattato un’opportunità per nuovi sbocchi per i mercati europei e per l’accesso a beni di consumo meno costosi per i consumatori.
La stessa posizione è condivisa dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che, mostrando la propria fiducia nelle istituzioni di Bruxelles, ha sostenuto che l’accordo di libero scambio è raggiungibile se gli Stati membri europei forniscono adeguato sostengo alla Commissione che ha il preciso compito di gestire la negoziazione con la controparte americana.
Il TTIP sarà in sostanza un importante traguardo che consentirà ai Paesi aderenti al Trattato di essere parte di una crescita economica senza precedenti.
Le posizioni contro il Trattato transatlantico di libero scambio criticano in larga parte la mancanza di benefici concreti per i cittadini di Stati Uniti e Unione Europea. Il TTIP è visto dagli scettici come un mezzo per modificare il quadro geopolitico mondiale in favore dei Paesi più potenti, dando forte protagonismo alle multinazionali economiche e finanziarie.
Nell’ottica della globalizzazione, l’Europa, già intrappolata in politiche monetarie di austerità, non conoscerà vantaggi dalla stipulazione del trattato se non per il solo profitto esclusivo delle aziende più grandi. I negoziati, secondo il politico del Partito Democratico Sergio Cofferati, sacrificheranno i diritti sociali, del lavoro e lo stesso principio di democrazia. Il TTIP è visto dagli scettici come un trattato già perso in partenza per i cittadini europei, in cui è impossibile trovare dei punti di convergenza perché stipulato tra due parti diseguali.
Il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha mosso pesanti critiche al TTIP, accusando i negoziatori di tessere un piano contro i cittadini europei, i quali pagheranno il prezzo di un accordo volto ad arricchire esclusivamente le multinazionali.