Nr. 328
Pubblicato il 24/04/2025

Net neutrality (procon.org)

Pubblicato da ProCon.org

La pubblicazione qui proposta è la traduzione di un dibattito pubblicato sul sito di dibattiti nordamericano “ProCon.org” (per la versione originale visita Net neutrality).
Perché pubblichiamo articoli di altre redazioni?
Sul sito Pro\Versi vogliamo dare spazio a siti esteri che abbiano un obiettivo affine al nostro: aiutare i lettori a informarsi e formarsi un’opinione propria attraverso i pareri degli esperti dei vari settori, per facilitare impegno civico dei cittadini e favorire un dibattito calmo e razionale. La traduzione e pubblicazione di dibattiti esteri ci consente inoltre di arricchire i nostri contenuti di punti di vista differenti, non limitati a un orizzonte nazionale.
Le caratteristiche che accomunano gli articoli che ospiteremo sono: la trattazione delle tematiche in termini pro/contro e la presenza nei dibattiti di soli opinionisti autorevoli e impegnati.

ProCon.org: affidabile, apartitico, stimolante

Acquisito nel 2020 dal Gruppo Britannica, il sito ProCon.org si propone come una fonte di informazioni non di parte. Presentano i pro e i contro di questioni controverse, nonché una serie di informazioni di riferimento relative a tali questioni, accuratamente ricercate da uno staff di ricerca e dai redattori. Utilizzano il formato pro e contro per raggiungere quattro obiettivi:

  • esponendo ai lettori entrambe le parti di una questione è per loro più facile vedere la differenza nei fatti e negli argomenti sostenuti da ciascuna parte.
  • Crea quella che chiamano "confusione benefica", inducendo i lettori a confrontarsi con posizioni opposte e a impegnarsi in un pensiero valutativo. I lettori possono rafforzare la loro opinione, oppure possono cambiarla. In ogni caso, il processo di acquisizione e valutazione critica delle informazioni avrà un effetto benefico.
  • Il formato rende i lettori più sicuri nel discutere e dibattere le proprie opinioni con altri, sapendo cosa può pensare "l'altra parte".
  • Esaminare entrambi i lati di una questione tende a ridurre la probabilità che si ricorra alla "demonizzazione" di coloro che hanno opinioni opposte.

 
01

La neutralità della rete difende la libertà di espressione vietando ai fornitori di servizi di bloccare i contenuti

FAVOREVOLE

La neutralità della rete protegge la libera espressione, impedendo agli ISP di bloccare o rallentare contenuti sfavorevoli ai propri interessi economici o ideologici. La commissaria FCC Jessica Rosenworcel dichiarò nel 2017 che la rimozione delle regole avrebbe dato agli ISP un potere inedito di “censurare contenuti online”.
Casi reali di censura da parte di ISP sono stati documentati prima del 2015, tra cui il blocco di servizi VoIP e strumenti di pagamento online. Il tribunale federale (caso Verizon v. FCC) stabilì che la minaccia alla libertà d’espressione non era teorica, ma concreta.
Secondo l’Electronic Frontier Foundation, l’accesso a Internet è oggi essenziale per l’esercizio dei diritti costituzionali: parola, stampa, associazione.

 
02

Lo sviluppo della rete è avvenuto senza regolazioni, non sono necessarie norme sulla sua neutralità

CONTRARIO

Secondo l'ex presidente FCC Ajit Pai, l’Internet ha prosperato prima del 2015, quando non esistevano regole di neutralità. Aziende come Google, Facebook e YouTube sono nate in quell’epoca.
Anche l’ex commissario Michael O’Rielly ha sottolineato che i periodi senza regole sono stati quelli di maggior innovazione e crescita. L’economista John W. Mayo ha aggiunto che la regolazione leggera ha prodotto benefici economici tangibili.
Nel 2017, 21 ISP hanno firmato una dichiarazione pubblica promettendo di non bloccare né rallentare contenuti, anche senza imposizioni legali.

 
03

La neutralità della rete protegge i consumatori impedendo agli ISP di addebitare tariffe più elevate per alcuni contenuti

FAVOREVOLE

L’assenza di regole permette agli ISP di creare una “Internet a più velocità”, facendo pagare di più per accedere a contenuti non sponsorizzati. Ad esempio, Comcast potrebbe rallentare Netflix (concorrente) e favorire Hulu (suo partner). La deputata Anna Eshoo ha avvertito che questo modello potrebbe trasformare Internet in un servizio “a pacchetti” come la TV via cavo, dove l’utente paga per categorie di contenuti: video, social, ecc.
Nel 2017, il giorno dopo l’annuncio dell’abrogazione delle regole, Comcast ha rimosso dal proprio sito web l’impegno a non creare corsie preferenziali (fast lanes), suscitando forti sospetti tra consumatori e regolatori.

 
04

La neutralità della rete ha creato regolamenti onerosi ed eccessivi

CONTRARIO

La legge sulle telecomunicazioni del 1996 suggeriva già che il successo di Internet derivava da una regolazione minima. Le regole del 2015, secondo la FCC stessa, richiedevano report dettagliati e onerosi da parte degli ISP. CenturyLink ha stimato un carico di oltre 5.000 ore annue di burocrazia, con costi superiori a $130.000. Inoltre, secondo una nota del “National Review”, le regole eccedevano i poteri legali della FCC, non autorizzata a imporre limiti su contenuti e tariffe.

 
05

La neutralità della rete promuove la concorrenza

FAVOREVOLE

La neutralità garantisce pari opportunità alle startup e ai nuovi servizi, proteggendoli da discriminazioni. Secondo Michael Beckerman (Internet Association), senza queste regole le nuove aziende rischiano di essere marginalizzate rispetto a contenuti "preferiti" dagli ISP.
Ryan Singel, esperto dell’Università di Stanford, ha spiegato che senza neutralità i fornitori potrebbero chiedere un pedaggio anche alle piccole piattaforme solo per essere visibili, rendendo impossibile competere con giganti come Netflix o Amazon.
Oltre 1.000 startup hanno firmato una petizione a favore della neutralità. Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha dichiarato che i principi della neutralità sono essenziali “per la prossima generazione di imprenditori”.

 
06

La neutralità della rete riduce gli investimenti nei servizi Internet

CONTRARIO

Tra il 2011 e il 2015, solo l'ipotesi della neutralità portò a una riduzione del 20-30% negli investimenti da parte degli ISP, con una perdita stimata tra i $150-200 miliardi.
Nel periodo in cui le regole furono in vigore (2015-2017), si è registrato per la prima volta un calo degli investimenti in banda larga in un contesto non recessivo. AT&T ha dichiarato che queste politiche scoraggiavano l’espansione della rete, soprattutto nelle aree rurali.
Inoltre, impedire agli ISP di far pagare le piattaforme ad alta intensità di dati (es. streaming video) li costringe a scaricare i costi sugli utenti comuni, anche su coloro che non usano quei servizi.

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