Nr. 300
Pubblicato il 20/02/2025

J.D. Vance: il concetto di Ordo Amoris è essenziale per la coesione sociale

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Il concetto di Ordo Amoris, introdotto da Sant’Agostino e approfondito da San Tommaso d’Aquino, è da secoli un pilastro della riflessione teologica e filosofica cristiana. Esso descrive l’ordine naturale dell’amore, stabilendo una gerarchia di priorità nei rapporti umani, che parte dalla famiglia e si espande progressivamente alla comunità, alla nazione e, infine, all’umanità intera. Questo principio, nato in un contesto di riflessione spirituale, è stato recentemente riscoperto e reinterpretato in ambito politico e sociale, suscitando un acceso dibattito tra teologi, intellettuali e leader politici.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

01 - L’Ordo Amoris come Fondamento della Politica Nazionale

Una gerarchia dell’amore consente di stabilire priorità morali e politiche coerenti con il bene comune e permette di governare le relazioni sociali in modo razionale ed equo.

02 - L’Interpretazione di Vance Distorce il Pensiero di Agostino

Vance distorce il significato originario dell’Ordo Amoris, trasformandolo in un principio di esclusione anziché in un invito all’amore ordinato secondo la giustizia divina.

03 - L’Amore Cristiano è Universale e Incondizionato

Il messaggio evangelico si basa sulla carità illimitata, che non pone vincoli di sangue o cittadinanza. Questa visione contrasta con l’interpretazione di J.D. Vance.

04 - Il Principio dell’Accoglienza è Fondamentale nella Dottrina Cristiana

Il cristianesimo insegna l’accoglienza degli ultimi, degli stranieri e degli emarginati. L'Ordo Amoris proposta da J.D. Vance stabilisce una gerarchia dell’amore che privilegia i concittadini rispetto agli stranieri.

05 - Il Rischio di Strumentalizzazione Politica

L’interpretazione data da J.D. Vance è più politica che teologica e mira a legittimare un’agenda conservatrice a sostegno di politiche migratorie restrittive e di una visione nazionalista dell’amore cristiano.

06 - L’Universalismo Astratto Può Portare alla Disgregazione Sociale

L’idea di amare e aiutare tutti in egual misura risulta impraticabile sul piano politico e sociale. Se uno Stato trascura i bisogni dei propri cittadini a favore di stranieri, rischia di compromettere la coesione interna.

07 - La Responsabilità Morale Prioritaria verso i Più Vicini

Gli esseri umani hanno una responsabilità morale più forte verso coloro che sono loro più vicini. Un padre ha il dovere primario di prendersi cura dei figli prima di aiutare estranei.

08 - L'Ordine Naturale dell’Amore è una Realtà Morale e Sociale

L’Ordo Amoris equilibra solidarietà e responsabilità, garantendo una distribuzione logica delle risorse. Senza una gerarchia chiara, si generano insoddisfazione e conflitti interni.

 
01

L’Ordo Amoris come Fondamento della Politica Nazionale

FAVOREVOLE

L’interpretazione di Vance dell’Ordo Amoris viene vista come un modello politico per una società più stabile e ordinata. In un’epoca di globalizzazione e crisi migratorie, affermare la necessità di una gerarchia dell’amore consente di stabilire priorità morali e politiche coerenti con il bene comune (National Review, Catholic News Agency). L’idea di un amore che si struttura in cerchi concentrici, partendo dalla famiglia fino ad arrivare all’umanità intera, permette di governare le relazioni sociali in modo razionale ed equo.
Questa visione dell’Ordo Amoris offre una chiara direzione per la governance nazionale, assicurando che le politiche pubbliche siano orientate in modo da garantire il benessere collettivo attraverso un ordine di priorità ben definito. Secondo i sostenitori di questa prospettiva, una nazione che investe prioritariamente nelle proprie comunità e nel rafforzamento del tessuto sociale interno è più solida e resiliente di una che disperde risorse senza una strategia chiara.
La politica migratoria è uno degli ambiti in cui questa interpretazione assume un’importanza cruciale. Un approccio che segue la logica dell’Ordo Amoris prevede che prima di accogliere nuovi individui all’interno della comunità, sia necessario garantire condizioni di vita dignitose ai cittadini già presenti. Questo non significa rifiutare la solidarietà internazionale, ma adottare un criterio di responsabilità che assicuri l’equilibrio tra accoglienza e sostenibilità economica e sociale.
Inoltre, un’adeguata applicazione dell’Ordo Amoris in ambito politico si traduce in una maggiore protezione delle tradizioni e delle identità culturali. In molte nazioni occidentali, le politiche che trascurano il legame tra comunità locale e cultura nazionale hanno portato a fratture sociali e all’emergere di movimenti populisti. Adottare un approccio gerarchico all’amore e alla responsabilità sociale consente di preservare e rafforzare l’identità nazionale, creando un senso di appartenenza che funge da collante sociale.
Dal punto di vista economico, una politica basata sull’Ordo Amoris incoraggia l’autosufficienza nazionale e la protezione dei settori strategici. La globalizzazione ha mostrato i rischi di una dipendenza eccessiva da economie esterne, e un ritorno a un modello di sviluppo più centrato sulle comunità locali potrebbe ridurre le vulnerabilità sistemiche.
Infine, l’implementazione dell’Ordo Amoris in politica rafforza la coesione sociale attraverso programmi di welfare mirati, che garantiscono supporto prioritario a famiglie, lavoratori e fasce deboli della popolazione. Questo modello consente di evitare politiche assistenzialiste indiscriminate e di orientare gli aiuti in modo strategico, affinché ogni livello della comunità possa prosperare prima di estendere la solidarietà all’esterno.
L’adozione di un quadro politico basato sull’Ordo Amoris fornisce dunque un modello di governance che bilancia solidarietà e responsabilità, creando una società più coesa, stabile e capace di affrontare le sfide globali con una base interna solida. L’interpretazione di Vance dell’Ordo Amoris viene vista come un modello politico per una società più stabile e ordinata. In un’epoca di globalizzazione e crisi migratorie, affermare la necessità di una gerarchia dell’amore consente di stabilire priorità morali e politiche coerenti con il bene comune (National Review, Catholic News Agency). L’idea di un amore che si struttura in cerchi concentrici, partendo dalla famiglia fino ad arrivare all’umanità intera, permette di governare le relazioni sociali in modo razionale ed equo.
A livello pratico, questa visione si traduce in politiche pubbliche che bilanciano solidarietà e responsabilità, evitando l’errore di distribuire le risorse in modo indiscriminato. Garantire che le risorse siano assegnate prima a chi ne ha diritto per legami di prossimità assicura una gestione più efficace del benessere collettivo e riduce il rischio di conflitti tra cittadini e stranieri. Inoltre, rafforza il senso di identità culturale e coesione sociale, elementi fondamentali per la stabilità di una nazione.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
02

L’Interpretazione di Vance Distorce il Pensiero di Agostino

CONTRARIO

J.D. Vance ha basato la sua difesa di politiche migratorie restrittive sull’Ordo Amoris, un concetto teologico formulato da Sant’Agostino e sviluppato da San Tommaso d’Aquino. Tuttavia, secondo "America Magazine" e "The Atlantic", Vance distorce il significato originario dell’Ordo Amoris, trasformandolo in un principio di esclusione anziché in un invito all’amore ordinato secondo la giustizia divina. La dottrina cristiana insegna che l’Ordo Amoris non giustifica discriminazioni, ma guida l’amore secondo Dio.
Sant’Agostino, nella sua opera De Civitate Dei, descrive l’Ordo Amoris come un ordine che pone Dio al centro, e non come una gerarchia che esclude. "America Magazine" (2025) sottolinea che l’Ordo Amoris non stabilisce chi merita amore, ma aiuta a ordinare gli affetti in conformità alla volontà divina. Agostino distingue tra la città terrena e la città di Dio, ribadendo che l’amore cristiano non è condizionato da confini geografici o vincoli di sangue.
San Tommaso d’Aquino approfondisce il concetto nella Summa Theologica, spiegando che l’amore segue un ordine, ma questo non deve portare all’esclusione. "Vox" evidenzia come Vance trasformi un principio morale in una giustificazione per politiche escludenti. Tommaso afferma che, in certe situazioni, un estraneo in difficoltà può avere la priorità su un parente, poiché la carità cristiana si basa sulle necessità reali e non su una gerarchia rigida (Summa Theologica II-II, Q. 31, A.3).
L’uso politico dell’Ordo Amoris da parte di Vance è fortemente criticato. "Catholic News Agency" (2025) sottolinea che Agostino non intendeva giustificare politiche anti-immigrazione, ma indicare un amore orientato alla verità e alla giustizia divina. "The Atlantic" denuncia come l’interpretazione di Vance riduca il cristianesimo a un’ideologia nazionalista, mentre Agostino separava chiaramente la Chiesa dalla politica terrena, vedendo la comunità cristiana come universale.
Papa Francesco ha affrontato questa questione dichiarando che “nessuno può usare la dottrina cristiana per giustificare l’esclusione dei più deboli” ("Cincinnati Enquirer", 2025). Secondo "North Jersey Media" (2025), l’errore più grave nell’interpretazione di Vance è l’uso del cristianesimo per legittimare una retorica di divisione piuttosto che di carità universale: “Un cristianesimo che stabilisce chi è degno di amore in base alla nazionalità non è più cristianesimo, ma ideologia.”
Anche Rory Stewart, ex parlamentare britannico, critica questa posizione, affermando che “Cristo non ha mai chiesto ai suoi discepoli di amare solo chi era della loro nazione” ("The Atlantic", 2025). La distorsione dell’Ordo Amoris proposta da Vance rischia di trasformare il cristianesimo in una religione tribale, anziché in un messaggio universale di misericordia e carità. L’interpretazione autentica dell’Ordo Amoris non crea una gerarchia dell’amore basata su confini nazionali, ma invita a ordinare gli affetti secondo Dio e la giustizia.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
03

L’Amore Cristiano è Universale e Incondizionato

CONTRARIO

L’amore cristiano è universale e incondizionato, trascendendo confini geografici, sociali ed etnici. Il messaggio evangelico si basa sulla carità illimitata, che non pone vincoli di sangue o cittadinanza. Questa visione contrasta con l’interpretazione di J.D. Vance, che attraverso l’Ordo Amoris propone una gerarchia dell’amore che privilegia la famiglia, la comunità e la nazione. Tuttavia, il Magistero della Chiesa e la tradizione teologica sostengono che l’amore cristiano non possa essere ristretto a cerchie concentriche di appartenenza.
La Parabola del Buon Samaritano (Luca 10:25-37) esemplifica questa visione: il prossimo non è definito dalla prossimità etnica o geografica, ma dalla necessità di aiuto. Papa Francesco ha criticato l’uso dell’Ordo Amoris per giustificare politiche di chiusura, affermando che l’amore cristiano non segue un’espansione progressiva di interessi, ma è un’apertura sincera e senza eccezioni ("Cincinnati Enquirer", 2025). Questa posizione è confermata anche dal Vangelo di Matteo (25:35-40), che pone come criterio del giudizio finale l’amore dimostrato verso gli ultimi: “Ero forestiero e mi avete accolto.”
Dal punto di vista teologico, Sant’Agostino, che elaborò il concetto di Ordo Amoris, non intendeva giustificare un amore nazionalista, ma un amore orientato a Dio, includendo tutti gli esseri umani. Secondo "America Magazine" (2025), l’Ordo Amoris non stabilisce priorità nell’amore, ma invita a orientarlo verso Dio, la fonte dell’amore stesso. San Tommaso d’Aquino rafforzò questa idea, affermando che in situazioni di necessità, un estraneo potrebbe avere priorità rispetto a un familiare, se la sua condizione lo richiede ("Summa Theologica" II-II, Q. 31, A.3).
L’interpretazione gerarchica dell’amore, secondo i critici, rischia di trasformare il cristianesimo in un’ideologia tribale, anteponendo l’amore per la nazione alla solidarietà globale. "The Atlantic" (2025) avverte che questa prospettiva mina la fraternità universale predicata da Cristo. Il gesuita Padre James Martin ha dichiarato pubblicamente che l’interpretazione di Vance “distorce il significato della carità cristiana, trasformandola in un criterio selettivo” ("North Jersey Media", 2025). Papa Francesco ha ribadito che il cristianesimo non deve essere uno strumento di divisione politica, ma rimanere fedele al Vangelo dell’accoglienza: “Il cristiano non può chiudere il cuore di fronte a chi soffre, indipendentemente dalla sua origine o nazionalità” ("Catholic News Agency", 2025).
L’amore cristiano, dunque, non è una selezione di chi merita aiuto, ma un’apertura totale verso ogni persona, poiché tutti sono fratelli in Cristo. L’idea di una gerarchia dell’amore che pone la nazione e la famiglia prima di altri gruppi non trova fondamento nelle Sacre Scritture e rischia di giustificare politiche di esclusione e divisione.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
04

Il Principio dell’Accoglienza è Fondamentale nella Dottrina Cristiana

CONTRARIO

Uno degli insegnamenti centrali del cristianesimo è l’accoglienza degli ultimi, degli stranieri e degli emarginati, un principio direttamente fondato sugli insegnamenti di Gesù Cristo. Tuttavia, l’interpretazione dell’Ordo Amoris proposta da J.D. Vance e da alcuni ambienti conservatori sembra entrare in conflitto con questa tradizione, poiché stabilisce una gerarchia dell’amore che privilegia i concittadini rispetto agli stranieri. Secondo "Catholic Herald", "America Magazine" e "The Atlantic", questa visione contraddice la missione evangelica della Chiesa, che è orientata all’accoglienza incondizionata e alla solidarietà universale.
Il Vangelo è chiaro nell’identificare l’accoglienza dello straniero come un dovere sacro. Nel Vangelo di Matteo (25:35-40), Gesù dichiara: “Ero forestiero e mi avete accolto”, senza fare distinzioni tra connazionali e stranieri. "Catholic Herald" (2025) sottolinea che questo smonta completamente la tesi di Vance: “Cristo non ha mai parlato di un amore gerarchico che esclude alcuni in favore di altri.” Papa Francesco ha ribadito questo principio, affermando che “chi accoglie un forestiero accoglie Cristo stesso” ("Cincinnati Enquirer", 2025) e condannando l’uso del cristianesimo per giustificare politiche di esclusione.
L’accoglienza dello straniero non è solo un principio del Nuovo Testamento, ma è radicata anche nell’Antico Testamento. Nel Levitico (19:33-34), Dio ordina: “Lo straniero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso.” "America Magazine" (2025) evidenzia che la visione di Vance contraddice questa tradizione biblica: “La Bibbia non ci dice di amare prima gli americani e poi i migranti. Ci dice di amare tutti, senza condizioni.”
Storicamente, la Chiesa cattolica ha sempre promosso l’accoglienza. Secondo "The Atlantic" (2025), l’uso dell’Ordo Amoris per giustificare politiche di chiusura è un’inversione storica della missione cristiana: “Le prime comunità cristiane erano note per la loro accoglienza radicale. Vance propone un cristianesimo che chiude le porte.” Papa Pio XII ribadì il dovere della Chiesa di accogliere i rifugiati, e il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2241) stabilisce che gli Stati devono accogliere chi è in difficoltà. "Vox" (2025) avverte che “se accettiamo che l’amore cristiano segua confini nazionali, stiamo tradendo il Vangelo.”
Uno dei problemi più gravi della posizione di Vance è che rafforza un’idea di cristianesimo esclusivo e chiuso. "Catholic News Agency" (2025) avverte del rischio di trasformare la fede in una dottrina tribale: “Ci sono leader che vogliono fare del cristianesimo una religione di difesa nazionale, ma la Chiesa è, per definizione, universale.” Vance ha persino attaccato la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB), accusandola di favorire l’immigrazione illegale, creando fratture all’interno della comunità cristiana ("Cincinnati Enquirer", 2025).
Padre James Martin ha criticato questa visione, affermando che un cristianesimo che impone limiti all’amore non è più cristianesimo: “Il compito della Chiesa non è costruire muri, ma abbatterli” ("North Jersey Media", 2025). L’accoglienza è un principio centrale della dottrina cristiana e non può essere limitato da confini nazionali. La posizione di Vance, che propone una gerarchia dell’amore che esclude gli stranieri, contraddice gli insegnamenti di Cristo e della tradizione della Chiesa. Se il cristianesimo rinuncia all’accoglienza, perde la sua essenza più profonda, trasformandosi in un’ideologia politica piuttosto che in una fede basata sulla misericordia e sull’amore per tutti.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
05

Il Rischio di Strumentalizzazione Politica

CONTRARIO

Il concetto di Ordo Amoris, introdotto da Sant’Agostino e sviluppato da San Tommaso d’Aquino, è nato come principio spirituale per ordinare gli affetti in modo armonico e conforme alla giustizia divina. Tuttavia, secondo "The Atlantic" e "Vox", l’interpretazione data da J.D. Vance è più politica che teologica e mira a legittimare un’agenda conservatrice a sostegno di politiche migratorie restrittive e di una visione nazionalista dell’amore cristiano. Questo uso distorto della dottrina cristiana è stato criticato da Papa Francesco e da numerosi teologi, che mettono in guardia contro la sua strumentalizzazione a fini ideologici.
Vance utilizza l’Ordo Amoris per sostenere una gerarchia dell’amore che privilegia la famiglia, la comunità e la nazione sugli stranieri, giustificando politiche di chiusura ("The Atlantic" 2025) denuncia questa lettura come un tentativo di trasformare il cristianesimo in una dottrina nazionalista: “Vance non sta parlando di teologia, ma di politica” ,"Catholic News Agency" avverte che questa interpretazione rischia di ridurre il messaggio evangelico a propaganda politica, minandone la natura universale e inclusiva.
Papa Francesco ha affrontato direttamente la questione, criticando l’uso della fede per giustificare il rifiuto dell’accoglienza: “L’amore cristiano non è una questione di confini o di nazionalità” ("Cincinnati Enquirer," 2025). Il Papa ha chiarito che l’Ordo Amoris non è un principio di esclusione, ma un’ordinazione dell’amore che include sempre i più deboli, "Catholic News Agency" (2025) conferma questa posizione, ricordando che la Chiesa ha sempre condannato l’abuso della religione per fini politici.
La pericolosa deriva del cristianesimo nazionalista è evidenziata da "Vox" (2025), che avverte: “Se l’amore viene limitato a chi appartiene alla nostra nazione, si perde l’essenza del messaggio evangelico.” Anche il gesuita Padre James Martin critica questa visione: “Gesù non ha mai detto di amare solo chi è vicino” ("North Jersey Media", 2025). Rory Stewart, ex parlamentare britannico, aggiunge: “Cristo ha insegnato l’amore senza confini, non l’amore condizionato” ("The Atlantic", 2025).
L’uso politico dell’Ordo Amoris ha conseguenze sociali significative. Secondo "Catholic Herald" (2025), questa retorica alimenta divisioni e ostilità verso gli stranieri: “Quando la religione viene usata per giustificare politiche di chiusura, si stravolge il messaggio evangelico.” Vance ha persino attaccato la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB), accusandola di favorire l’immigrazione illegale per interessi economici ("Cincinnati Enquirer", 2025), intensificando il conflitto tra cattolici conservatori e progressisti.
"The Atlantic" (2025) avverte che se il cristianesimo diventa un’arma politica, perde la sua missione di amore e giustizia. L’Ordo Amoris, invece di essere un principio di esclusione, deve rimanere un orientamento all’amore universale. Se piegato a logiche nazionaliste, il cristianesimo rischia di perdere la sua essenza di misericordia e fratellanza.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
06

L’Universalismo Astratto Può Portare alla Disgregazione Sociale

FAVOREVOLE

Secondo alcuni filosofi conservatori, una visione dell’amore senza priorità può portare alla dissoluzione delle identità culturali e nazionali. Sebbene l’idea di amare e aiutare tutti in egual misura sia moralmente nobile, risulta impraticabile sul piano politico e sociale. Se uno Stato trascura i bisogni dei propri cittadini a favore di un’assistenza indiscriminata agli stranieri, rischia di compromettere la propria coesione interna ("National Review", "First Things").
Molti studiosi attribuiscono la crisi delle società occidentali alla perdita del senso di appartenenza comunitaria. L’indebolimento del legame nazionale favorisce conflitti sociali tra gruppi con interessi divergenti e mina la fiducia nelle istituzioni. Un’errata interpretazione dell’amore universale può quindi aumentare le divisioni interne e generare frustrazione e disordini civili.
Il concetto di cittadinanza si basa sulla reciprocità: ogni individuo ha diritti ma anche doveri verso la comunità in cui vive. Senza una gerarchia dell’amore, il senso di responsabilità collettiva si deteriora, rendendo le società più vulnerabili a crisi politiche ed economiche. L’Ordo Amoris, applicato correttamente, favorisce la stabilità sociale stabilendo un criterio razionale di priorità nella gestione delle risorse e delle politiche pubbliche. Un amore privo di ordine porta a un’assistenza caotica e inefficace, con conseguenze dirette sulla qualità della vita dei cittadini.
Un caso emblematico è la gestione delle risorse economiche e sociali. Se uno Stato investe eccessivamente in aiuti internazionali senza rafforzare le proprie infrastrutture interne, rischia di creare squilibri finanziari, impoverendo la popolazione locale. La crisi economica europea degli ultimi decenni dimostra come un’assistenza indiscriminata senza priorità possa aggravare la disoccupazione e il malcontento popolare.
Anche la tutela dell’identità culturale è essenziale. Le società che adottano un universalismo astratto spesso trascurano il valore delle proprie radici storiche e culturali, portando a una perdita dell’identità collettiva e a un senso di alienazione tra i cittadini. L’integrazione sociale deve avvenire in modo graduale e con una chiara comprensione dei valori fondanti di una nazione, per evitare tensioni tra comunità diverse.
L’Ordo Amoris garantisce una governance più efficace e responsabile. Una politica che ignora la necessità di stabilire priorità rischia di creare dipendenze a lungo termine e di risultare inefficace. La sostenibilità delle politiche sociali e migratorie dipende dalla capacità di bilanciare solidarietà e responsabilità, evitando di trattare ogni questione con la stessa urgenza e intensità.
L’universalismo astratto, se non regolato da un principio di ordine, può compromettere la stabilità di una nazione e minare la fiducia nella leadership. Applicare l’Ordo Amoris consente di bilanciare giustizia sociale e necessità di preservare il benessere delle comunità locali, offrendo un approccio più sostenibile alla gestione delle risorse e delle relazioni sociali.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
07

La Responsabilità Morale Prioritaria verso i Più Vicini

FAVOREVOLE

Uno dei principi centrali dell’Ordo Amoris è che gli esseri umani hanno una responsabilità morale più forte verso coloro che sono loro più vicini. Un padre ha il dovere primario di prendersi cura dei figli prima di aiutare estranei, così come uno Stato deve proteggere i propri cittadini prima di occuparsi delle necessità di persone fuori dai suoi confini ("Anglican Ink", "Catholic News Agency"). Questo principio non è un’esclusione arbitraria, ma una necessità pratica per distribuire risorse e attenzione morale in modo equo e sostenibile.
Ignorare questa gerarchia porta a inefficienza e disordine sociale. Un governo che distribuisce indiscriminatamente le risorse senza rispettare le priorità nazionali rischia di creare insostenibilità economica e tensioni interne. L’ordine dell’amore concilia giustizia sociale e responsabilità etica, garantendo che ogni livello della comunità riceva il supporto necessario prima di estendere l’assistenza ad altri.
Un esempio chiave è la gestione dell’immigrazione e delle politiche sociali. Se un Paese destina troppe risorse all’assistenza internazionale senza prima garantire condizioni dignitose ai cittadini, aumenta la povertà interna e le tensioni sociali. L’Ordo Amoris consente di bilanciare la necessità di aiutare gli altri con il dovere di proteggere chi fa già parte della comunità nazionale.
Dal punto di vista etico e filosofico, la gerarchia morale dell’amore si fonda sulla responsabilità: se ogni individuo anteponesse gli estranei ai propri familiari e concittadini, il tessuto sociale si sgretolerebbe. L’unità di una nazione dipende dalla capacità di prendersi cura prima di coloro che appartengono al proprio ambiente immediato, assicurando fiducia e reciprocità nelle relazioni.
Storicamente, le società più resilienti hanno saputo bilanciare l’apertura con la protezione dei propri membri. Le città-stato greche garantivano assistenza ai cittadini prima di estendere ospitalità agli stranieri. Anche oggi, i sistemi di welfare proteggono prima i cittadini nazionali e, in base alle risorse disponibili, offrono assistenza a chi si trova al di fuori di quel sistema.
Questo principio non implica egoismo o chiusura, ma una gestione razionale della solidarietà. Se una famiglia distribuisse il proprio reddito senza considerare i bisogni specifici dei suoi membri, rischierebbe di non sopravvivere. Lo stesso vale per una nazione: la cura delle necessità interne è essenziale per poter offrire aiuto efficace e sostenibile ad altri.
Inoltre, un’assistenza indiscriminata può generare dipendenza economica, rendendo l’aiuto inefficace. Un modello basato sull’Ordo Amoris stabilisce politiche più sostenibili, rafforzando sia il benessere interno sia la capacità di contribuire responsabilmente alla comunità internazionale.
Infine, a livello psicologico e sociale, le relazioni stabili e significative richiedono una gerarchia naturale dell’amore e della responsabilità. Le comunità che si prendono cura dei propri membri prima di estendere il loro aiuto all’esterno risultano più solide e coese. L’Ordo Amoris non è un principio di esclusione, ma un criterio di equilibrio e giustizia per mantenere il giusto ordine delle priorità nella gestione delle relazioni umane e delle politiche pubbliche.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

 
08

L'Ordine Naturale dell’Amore è una Realtà Morale e Sociale

FAVOREVOLE

J.D. Vance sostiene che l’ordine naturale dell’amore, teorizzato da Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino, sia essenziale per la coesione sociale. Questo concetto stabilisce una gerarchia che parte dalla famiglia e si estende progressivamente alla comunità, alla nazione e infine all’umanità intera. Tale struttura non implica il rifiuto degli estranei, ma assegna priorità logiche e morali: come un padre si prende cura prima dei figli, una nazione deve proteggere i propri cittadini prima di rivolgersi all’esterno ("First Things", "National Review").
L’assenza di questa gerarchia causa squilibri economici e sociali, con governi che trascurano i bisogni primari delle comunità in favore di crisi internazionali. Le società più solide mantengono un forte senso di appartenenza e responsabilità reciproca. La dissoluzione di questi legami porta a instabilità politica, perdita d’identità e inefficienza nelle politiche pubbliche.
L’Ordo Amoris equilibra solidarietà e responsabilità, garantendo una distribuzione logica delle risorse. Senza una gerarchia chiara, si generano insoddisfazione e conflitti interni. Filosoficamente, giustifica una società fondata sulla reciprocità e sul principio di prossimità: se tutti dovessero amare allo stesso modo persone vicine e lontane, la coesione comunitaria si dissolverebbe.
A livello pratico, questo modello di governance garantisce stabilità e sicurezza. Politiche universaliste nei paesi occidentali hanno generato malcontento tra cittadini che si sentono trascurati. Applicare correttamente l’Ordo Amoris previene questi problemi e assicura giustizia sociale coerente con le necessità locali.
Questo principio non è solo teorico, ma ha dimostrato la sua efficacia nella storia. Le società che hanno seguito una gerarchia di responsabilità hanno prosperato più di quelle che hanno adottato un universalismo indiscriminato. L’Ordo Amoris permette di costruire comunità resilienti, capaci di affrontare le sfide globali senza perdere identità e capacità di autogestione.

Nina Celli, 20 febbraio 2025

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