Proteste degli agricoltori
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
La protesta degli agricoltori, partita dalla Germania, si è estesa a buona parte dei Paesi membri dell’Unione europea, contagiando Francia, Olanda, Ungheria, Polonia, Spagna e Italia. Le motivazioni alla base delle manifestazioni sono da ricercare principalmente nella politica europea, in particolare in quella che i gruppi di agricoltori impegnati nelle manifestazioni definiscono "l'ecologia punitiva" del nuovo Green Deal. Altro punto che unisce gli agricoltori francesi a quelli tedeschi, polacchi e ungheresi è il problema delle importazioni di prodotti a basso costo, come ad esempio il pollo ucraino. Al centro del dibattito ci sono inoltre le misure ecologiste che i vari governi stanno portando avanti a livello nazionale, i tagli ai sussidi per i carburanti agricoli e le proposte di riduzione dell’uso di pesticidi.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
La soluzione ai problemi di produttività creati dal cambiamento climatico è da ricercare nel progresso tecnico-scientifico.
Il Green deal non è il nemico, ma un alleato strategico del mondo agricolo.
Il taglio dei pesticidi proposto dall’Unione europea avrebbe avuto ripercussioni economiche drammatiche sul settore.
Il ritiro della proposta di regolamentazione dell’uso dei pesticidi è un passo indietro.
La scelta del governo di eliminare il rimborso del diesel agricolo e l'esenzione fiscale per i veicoli agricoli è inaccettabile.
Non ci sono possibilità di aprire a nuovi sussidi per gli agricoltori tedeschi.
Il Green deal europeo non è il nemico da combattere
In Francia, i maggiori sindacati del mondo agricolo, Fnsea e Jeunes Agriculteurs, guidano la protesta contro le nuove strategie ambientali europee. Secondo Arnaud Rousseau, presidente della Fnsea, la transizione verso un’agricoltura ecologica porterebbe gravi problemi al settore, che non sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare della Francia. Per Rousseau, la soluzione ai problemi di produttività creati dal cambiamento climatico è da ricercare nel progresso tecnico-scientifico. Anche il partito di estrema destra Rassemblement National si è schierato al fianco dei sindacati contro le politiche del Green deal. In Italia, invece, le proteste dei trattori fanno capo a diversi movimenti, tra cui il Comitato degli agricoltori traditi e Riscatto Agricolo. Anche il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, si dice contrario a molte delle riforme previste dall’Unione europea in tema di sostenibilità ambientale.
Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, difende le politiche green intraprese dall’Unione europea. Secondo Ciafani, infatti, il Green deal non è il nemico, ma un alleato strategico del mondo agricolo e gli agricoltori dovrebbero essere consapevoli che il loro futuro passa proprio dalla transizione a un’agricoltura maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale. Secondo Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, dietro alle proteste degli agricoltori c’è un attacco strumentale alle politiche green dell’Unione europea. Anche Greenpeace France parla di strumentalizzazione politica delle proteste da parte del governo e di alcuni partiti di estrema destra, che sarebbero impegnati, su fronti opposti, a inscenare un’opposizione totale tra il mondo degli agricoltori e le politiche ambientali. In un comunicato stampa, l’associazione spiega che questa opposizione è assurda in quanto gli agricoltori sono tra i primi colpiti dalle conseguenze del riscaldamento globale, con periodi di siccità, inondazioni, mancanza d’acqua, tempeste. Per Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, gli agricoltori sbagliano il bersaglio della protesta.
Ridurre l’uso dei pesticidi comporterebbe gravi perdite in termini di produzioni agricole
I partiti di centrodestra al governo in Italia si sono dichiarati soddisfatti per il dietrofront dell’Unione europea sulla proposta di ridurre l’uso dei pesticidi. Sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno commentato positivamente la decisione della Commissione europea. Anche per la confederazione dei produttori agricoli Copagri, il taglio dei pesticidi proposto dall’Unione europea avrebbe avuto ripercussioni economiche drammatiche sul settore. Sulla stessa linea si è schierata la Cia-Agricoltori Italiani: il presidente Cristiano Fini è convinto che l’Unione europea debba promuovere una politica graduale e realista per raggiungere gli obiettivi green, senza penalizzare il settore con provvedimenti distaccati dalla realtà.
Legambiente si è detta delusa dal ritiro della proposta di regolamentazione dell’uso dei pesticidi. Il presidente Stefano Ciafani ritiene la decisione della Commissione europea incomprensibile e pericolosa, perché rappresenterebbe un passo indietro rispetto al grande tema dell’agrogeologia e al futuro dell’agricoltura. Angelo Gentili, responsabile nazionale per l’agricoltura, ricorda che da anni Legambiente denuncia attraverso il report Pesticidi nel piatto la pericolosità dei fitofarmaci per la salute umana. Secondo Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, gli agricoltori sono in difficoltà non per le ipotesi di riforme green, ma per decenni di gestione comunitaria che ha privilegiato le grandi imprese senza riuscire a difendere gli interessi delle piccole imprese e dei metodi sostenibili come il biologico. Per questi motivi, Mammuccini è convinta che la decisione della Commissione danneggerà gli agricoltori. Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF, ricorda invece che oltre 1 milione di cittadini europei ha sottoscritto la petizione ICE “Salviamo api e agricoltori” per chiedere misure finalizzate alla riduzione dell’utilizzo dei pesticidi nel settore agricolo.
In Germania sono necessari sussidi statali agli agricoltori per sostenere i prezzi del carburante agricolo
In Germania gli agricoltori protestano principalmente per l’aumento delle tasse legato ai tagli ai sussidi per il carburante agricolo. Secondo Joachim Rukwied, presidente dell'Associazione tedesca degli agricoltori (DBV), la scelta del governo di eliminare il rimborso del diesel agricolo e l'esenzione fiscale per i veicoli agricoli e forestali è del tutto inaccettabile. Soprattutto in tempi già estremamente difficili, queste misure rappresenterebbero degli oneri irragionevoli per le famiglie contadine. In Germania, inoltre, le proteste degli agricoltori vengono cavalcate dal partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland) in vista delle elezioni europee e di quelle politiche che si terranno in diversi Länder (Stati federali) nel 2024.
Il governo tedesco, alle prese con il secondo anno consecutivo di recessione, ha difeso i tagli ai sussidi per il gasolio agricolo. Il ministro delle Finanze Christian Lindner ha ammesso che la politica probabilmente ha chiesto un contributo eccessivo in tempi troppo brevi alla categoria degli agricoltori. Tuttavia, ha sottolineato che non ci sono possibilità di aprire a nuovi sussidi. Lindner ha spiegato che tutti si settori devono dare il proprio contributo per porre rimedio alla difficile situazione di bilancio. Chiara e decisa è invece la posizione di Greenpeace
Deutschland sulle proteste degli agricoltori: i sussidi ai carburanti dannosi per l’ambiente vanno eliminati. Martin Hofstetter di Greenpeace, esperto di politiche agricole, è convinto che il governo dovrebbe sostenere specificamente i produttori biologici e incoraggiare un maggiore consumo di alimenti rispettosi del clima e dell’ambiente.