La monarchia britannica è anacronistica
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
La morte della regina Elisabetta II, avvenuta l’8 settembre 2022, apre una serie di riflessioni sul senso, sul valore e sulle prospettive attuali della monarchia britannica. Un intenso dibattito è animato da un lato dai sostenitori dell’istituzione monarchica e dall’altro da coloro che descrivono la monarchia come un sistema anacronistico. Nonostante la grande capacità di adattamento mostrata dalla monarchia inglese, questa forma di governo è ancora cristallizzata nei suoi rituali che sono ormai parte integrante della cultura popolare inglese.
Nel solco di un evento importante come la morte di un sovrano che ha guidato il Regno Unito per ben 70 anni, parte dell’opinione pubblica si domanda quali strategie abbia attuato Elisabetta II per tenere salda la Corona per così tanti anni e come possa aver mantenuto un tale favore tra i sudditi. Allo stesso modo, ci si domanda se Carlo III sarà in grado di raccogliere l’eredità di Elisabetta II e di mantenere il grande consenso ereditato.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
La rappresentanza senza elezione consente ai monarchi di mantenere l’imparzialità, ciò rende le monarchie più stabili delle repubbliche. Inoltre, i dati mostrano che il regime monarchico opera una migliore gestione delle risorse monetarie.
Le monarchie e i loro concetti sottostanti celano un reale rischio di dispotismo. Il ruolo simbolico dei reali non valorizza l’inclusione sociale e l’integrazione culturale.
L’istituzione monarchica è vantaggiosa per i sudditi
L’istituto monarchico rappresenta in molti casi un simbolo di unità nazionale, di continuità istituzionale e di solidità. La sua stabilità è associata al principio di base della monarchia: la rappresentanza senza elezione, poiché consente ai monarchi di mantenere l’imparzialità. Da uno studio parallelo condotto sul PIL degli Stati con la monarchia costituzionale e su quello degli Stati repubblicani risulta che le monarchie costituzionali hanno un prodotto interno lordo medio e un’aspettativa di vita nettamente maggiori. Inoltre, a favore di un regime monarchico opera anche la migliore gestione delle risorse monetarie.
Le monarchie e i loro concetti sottostanti, come il diritto divino dei re, è criticato da secoli in Europa, a partire dall’Illuminismo, con intellettuali quali Alexis de Tocqueville, Jean- Jacques Rousseau e Montesquieu, poiché celano un reale rischio di dispotismo.
Considerare il ruolo dei reali solamente simbolico è una definizione abbastanza superficiale. Nelle monarchie bisogna chiedersi cosa simboleggiano i membri della royal family e se sia un simbolo che rappresenta l’inclusione sociale e l’integrazione culturale. La monarchia è un’istituzione che incarna i peggiori eccessi di clientelismo feudale e capitalismo.