Antropomorfizzazione degli animali domestici
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
L’umanizzazione o l’antropomorfizzazione (ossia l’attribuzione di aspetti e caratteristiche umane a ciò che non è umano) degli animali domestici è un fenomeno sempre più diffuso. L’estremizzazione degli atteggiamenti di cura e affetto porta a conseguenze negative sia per gli animali, che non vengono assecondati nei loro bisogni e nelle loro peculiarità, sia per i padroni, che si trovano a rapportarsi con il mondo animale attraverso un codice comunicativo inadeguato, poiché ignorante delle peculiarità etologiche dell’animale.
Tra le maggiori esagerazioni nel rapporto uomo-animale vi sono quelle legate al mondo della moda dei pets, un business che ha portato allo snaturamento delle attitudini delle specie, e lo sfruttamento dell’immagine degli animali di affezione sui social network, dove molti sono diventati delle star con migliaia di followers.
Al di là delle estremizzazioni, il giusto equilibrio nel rapporto uomo-animale domestico porta parecchi benefici all’armonia familiare e alla salute psicofisica dell’essere umano. In questo ambito, c’è chi chiede una maggiore attenzione al problema dei diritti degli animali e chi invece sostiene che siano altri i diritti per i quali lottare in via prioritaria, come quelli dei bambini e degli anziani.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
L’estremizzazione degli atteggiamenti di cura e affetto porta a conseguenze negative sia per gli animali, non assecondati nei loro bisogni, sia per i padroni, che si rapportano con il mondo animale attraverso un codice comunicativo inadeguato. Il giusto equilibrio nel rapporto uomo-animale domestico porta parecchi benefici all’armonia familiare e alla salute psicofisica dell’essere umano.
L’umanizzazione dell’animale, seppur dettata da un bisogno di affetto, ha conseguenze negative su un mondo che usa diversi registri di comunicazione. Un legame intenso che deve però tenere conto di bisogni e peculiarità del tutto tipiche e non accomunabili a quelle di un figlio.
L’umanizzazione può avere delle conseguenze positive sull’animale, che si sente protagonista della vita familiare del proprio padrone. Con le giuste regole e la definizione di limiti e confini, si possono ottenere benefici tangibili nella vita di entrambi. Essa ha poi un ruolo determinante nella conservazione della specie.
L’uomo sente l’esigenza di entrate in contatto con la sua parte animale e ha l’esigenza di connettersi con altri animali attraverso una comunicazione libera, scevra da condizionamenti.
Uomini e animali attivano in maniera differente il loro cervello. Il primo ha la capacità di pensare, il secondo non possiede tale facoltà e questa differenza rende la comunicazione insidiosa ed eterogenea.
Gli animalisti e parte della politica richiedono pene più aspre per chi commette un reato contro gli animali. Possibile anche la configurazione di nuovi reati, senza dimenticare che il maltrattamento sugli animali è indice di pericolosità sociale.
Gli animali meritano un occhio di riguardo ma a volte si tende a esagerare, pensando oltremodo alle loro esigenze. Non è priorità del momento intervenire sulla disciplina giuridica, sarebbe necessario prima rafforzare i diritti dell’essere umano.
La moda non risparmia nessuno ed ha coinvolto anche gli animali, sempre più presi di mira con look stravaganti, vestiti appariscenti e prodotti non necessari. Un business sempre più prolifico che calpesta la loro dignità.
Numeri importanti confermano che gli animali si prestano molto bene come testimonial per il mondo della moda. Crescono i profili sui social e l’indotto economico conseguente. Un fenomeno che non si può più trascurare.
L’animale può rappresentare la migliore medicina per molte malattie fisiche e psichiche che colpiscono l’uomo. Un amore incondizionato come panacea di tutti i mali.
L’umanizzazione dell’animale – se da un lato può giovare all’uomo nel trattamento di alcune patologie, come la depressione – può produrre spiacevoli malintesi comunicativi tra due mondi (quello dell’uomo e quello dell’animale) ancora troppo distanti. Non basta quindi riempire di attenzioni il proprio “amico” per vederlo equilibrato e sereno.
L’antropomorfizzazione è una degenerazione nel rapporto uomo-animale sempre più diffusa
L’umanizzazione può avere delle conseguenze positive sull’animale, che si sente protagonista della vita familiare del proprio padrone. Con le giuste regole e la definizione di limiti e confini, si possono ottenere benefici tangibili nella vita di entrambi. Essa ha poi un ruolo determinante nella conservazione della specie.
L’umanizzazione dell’animale, seppur dettata da un bisogno di affetto, ha conseguenze negative su un mondo che usa diversi registri di comunicazione. Un legame intenso che deve però tenere conto di bisogni e peculiarità del tutto tipiche e non accomunabili a quelle di un figlio.
Uomini e animali possono incontrarsi sul sentiero delle emozioni
L’uomo sente l’esigenza di entrate in contatto con la sua parte animale e ha l’esigenza di connettersi con altri animali attraverso una comunicazione libera, scevra da condizionamenti.
Uomini e animali attivano in maniera differente il loro cervello. Il primo ha la capacità di pensare, il secondo non possiede tale facoltà e questa differenza rende la comunicazione insidiosa ed eterogenea.
Esistono ancora consistenti differenze di trattamento nei reati contro gli uomini e nei reati contro gli animali. Urge un intervento deciso per equipararli
Gli animalisti e parte della politica richiedono pene più aspre per chi commette un reato contro gli animali. Possibile anche la configurazione di nuovi reati, senza dimenticare che il maltrattamento sugli animali è indice di pericolosità sociale.
Gli animali meritano un occhio di riguardo ma a volte si tende a esagerare, pensando oltremodo alle loro esigenze. Non è priorità del momento intervenire sulla disciplina giuridica, sarebbe necessario prima rafforzare i diritti dell’essere umano.
Le tendenze della moda non possono coinvolgere il mondo animale, in quanto esso richiede attenzioni di altro tipo
Numeri importanti confermano che gli animali si prestano molto bene come testimonial per il mondo della moda. Crescono i profili sui social e l’indotto economico conseguente. Un fenomeno che non si può più trascurare.
La moda non risparmia nessuno ed ha coinvolto anche gli animali, sempre più presi di mira con look stravaganti, vestiti appariscenti e prodotti non necessari. Un business sempre più prolifico che calpesta la loro dignità.
L’umanizzazione dell’animale giova alla salute di entrambi
L’animale può rappresentare la migliore medicina per molte malattie fisiche e psichiche che colpiscono l’uomo. Un amore incondizionato come panacea di tutti i mali.
L’umanizzazione dell’animale – se da un lato può giovare all’uomo nel trattamento di alcune patologie, come la depressione – può produrre spiacevoli malintesi comunicativi tra due mondi (quello dell’uomo e quello dell’animale) ancora troppo distanti. Non basta quindi riempire di attenzioni il proprio “amico” per vederlo equilibrato e sereno.