Molestie sessuali: dal contrasto del fenomeno si è giunti a una “caccia alle streghe”
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Dopo il recente scandalo scoppiato negli Stati Uniti con il “caso Weinstein”, la diffusione sui social dell’hastag #MeToo, propagatosi fino in Europa, le molestie sessuali, da tabù, sono diventate un tema molto caldo.
Maggiormente diffuse nei luoghi di lavoro a danno delle donne, esse non si configurano come reato, ma si collocano al confine tra la “molestia” e la “violenza sessuale”.
I mass media hanno dato ampio spazio alle storie delle vittime che hanno denunciato molestie di diversa natura e gravità, ma si corre il rischio di fare eccessive generalizzazioni su un fenomeno purtroppo profondamente radicato nella società moderna, non facendo le dovute distinzioni, soprattutto in merito alla gravità dell’atto subito.
Sullo sfondo, una distinzione non sempre facile tra corteggiamento e molestia, in una complessità che richiederebbe interventi decisi e immediati.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Dopo lo scandalo “Weinstein”, le molestie sessuali, da tabù, sono diventate un tema molto caldo. Esse non si configurano come reato, ma si collocano al confine tra la “molestia” e la “violenza sessuale”. I media hanno dato ampio spazio a vicende di diversa gravità, rischiando di fare eccessive generalizzazioni, non facendo le dovute distinzioni in merito alla gravità dell’atto in questione.
Le donne che subiscono molestie hanno paura di denunciare perché rischiano di perdere il posto di lavoro o di subire ritorsioni nella vita privata. C’è sfiducia nelle istituzioni e nei loro tempi d’intervento. Eppure, i dati sulle molestie sono allarmanti e c’è urgenza di un intervento condiviso per porre freno a pratiche che, anche se consolidate, integrano fattispecie di reato definite.
Certe pratiche si sono sempre verificate e non hanno mai provocato tutto questo clamore mediatico. Le dinamiche che si verificano tanto nei posti di lavoro quanto nella vita di tutti i giorni, fanno parte di un gioco della seduzione, da sempre presente nel rapporto uomo donna. Le donne non denunciano perché è una situazione che, in determinati casi, può portare un vantaggio superiore.
È bastata una miccia per innescare una vera e propria “caccia alle streghe” che non risparmia nessuno. Distrugge carriere e famiglie attraverso un processo mediatico, colpevolizza preventivamente senza possibilità di difesa. C’è da chiedersi perché le denunce arrivino dopo tutto questo tempo.
Il mondo è pieno di potenziali Weinstein, è bastato scoperchiare il vaso di Pandora per fare luce su usanze disdicevoli e inaccettabili per un mondo che vuole definirsi moderno. Bisogna fermare i mostri che rischiano di rovinare certi ambienti.
L’opinione pubblica ci consegna un’ondata di “finto perbenismo” che rischia di confondere corteggiamento e molestia. Gli uomini vengono additati indiscriminatamente e perdono in partenza nel gioco della seduzione.
Corteggiamento e molestia non possono essere confusi perché è chiara e netta la loro linea di confine. Se nel 2018 si fa ancora fatica a capire ciò che è molesto da ciò che non lo è, la colpa è degli uomini che si servono di comportamenti aggressivi e discutibili per raggiungere il loro scopo.
Gli atteggiamenti molesti sul luogo di lavoro sono caratterizzati da un bisogno della vittima e dalla messa in atto di un ricatto da parte del responsabile. In un momento storico caratterizzato da carenza di lavoro, tale meccanismo risulta essere ancora più odioso.
L’opinione pubblica fa passare per vittima anche chi ha invece sfruttato una situazione per fare carriera. Pur facendo le opportune distinzioni, alcune donne sono consapevoli del loro potere e a volte ne approfittano per scalare rapidamente posizioni nelle gerarchie.
L’attenzione verso il tema “molestie sessuali” è necessaria per combattere un fenomeno tanto odioso quanto diffuso
Certe pratiche si sono sempre verificate e non hanno mai provocato tutto questo clamore mediatico. Le dinamiche che si verificano tanto nei posti di lavoro quanto nella vita di tutti i giorni, fanno parte di un vero e proprio gioco della seduzione, da sempre presente nel rapporto uomo donna. Le donne non denunciano perché è una situazione che, in determinati casi, può portare un vantaggio superiore.
Le donne che subiscono molestie hanno paura di denunciare perché rischiano di perdere il posto di lavoro o di subire ritorsioni nella loro vita privata. C’è sfiducia nelle istituzioni e nei loro tempi d’intervento. Eppure, i dati sulle molestie sessuali sono allarmanti e c’è urgenza di un intervento condiviso per porre freno a pratiche che, anche se consolidate, integrano fattispecie di reato definite.
Voglia di apparire e desiderio di farsi pubblicità creano una vera e propria “caccia alle streghe” che distrugge vite private e carriere
È bastata una miccia per innescare una vera e propria “caccia alle streghe” che non risparmia nessuno. Distrugge carriere e famiglie attraverso un processo mediatico, colpevolizza preventivamente senza possibilità di difesa. C’è da chiedersi perché le denunce arrivino dopo tutto questo tempo.
Il mondo è pieno di potenziali Weinstein, è bastato scoperchiare il vaso di Pandora per fare luce su usanze disdicevoli e inaccettabili per un mondo che vuole definirsi moderno. Bisogna fermare i mostri che rischiano di rovinare certi ambienti.
Non bisogna fare confusione tra corteggiamento e molestia, bisogna lasciare liberi gli uomini di provarci
L’opinione pubblica ci consegna un’ondata di “finto perbenismo” che rischia di confondere corteggiamento e molestia. Gli uomini vengono additati indiscriminatamente e perdono in partenza nel gioco della seduzione.
Corteggiamento e molestia non possono essere confusi perché è chiara e netta la loro linea di confine. Se nel 2018 si fa ancora fatica a capire ciò che è molesto da ciò che non lo è, la colpa è degli uomini che si servono di comportamenti aggressivi e discutibili per raggiungere il loro scopo.
Le molestie sessuali sul lavoro sono ancora più gravi perché i soggetti coinvolti non sono sullo stesso piano. E’ necessario fare luce su tali meccanismi
L’opinione pubblica fa passare per vittima anche chi ha invece sfruttato una situazione per fare carriera.
Pur facendo le opportune distinzioni, alcune donne sono consapevoli del loro potere e a volte ne approfittano per scalare rapidamente posizioni nelle gerarchie.
Gli atteggiamenti molesti sul luogo di lavoro sono caratterizzati da un bisogno della vittima e dalla messa in atto di un ricatto da parte del responsabile. In un momento storico caratterizzato da carenza di lavoro, tale meccanismo risulta essere ancora più odioso.