Nr. 161
Pubblicato il 10/10/2017

Olio di palma

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Nel dibattito alimentare mondiale degli ultimi anni si parla molto del grande consumo di olio di palma, più economico rispetto ad altri.
Il primo argomento dibattuto riguarda gli effetti dell'olio di palma sull'organismo umano. Se in molti sostengo la nocività dell'alimento per via dell'alto contenuto di grassi saturi e altre sostanze dannose, in molti legano tale nocività solo ed esclusivamente all'eccessivo consumo del prodotto.
Il secondo argomento riguarda la sostenibilità ambientale del prodotto. In molti considerano la coltivazione gravemente dannosa per i territori (deforestazioni, emissioni di gas serra), mentre per altri il rapporto tra coltivazione e produzione è assolutamente gestibile nel rispetto del pianeta. A questo argomento se ne lega un altro, quello dell'impatto ambientale positivo o meno della produzione di biocarburanti che sfruttano l'olio di palma.
In ultimo, l'argomento riguardante la violazione dei diritti umani sui territori da cui si ricava l'olio di palma, una questione che comprende sfruttamento minorile, discriminazione femminile e migrazione forzata.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

I critici dell’olio di palma lo considerano nocivo per via dell'alto contenuto di grassi saturi, non sostenibile per l’ambiente, poiché causa di deforestazione, e inaccettabile per via della violazione dei diritti umani nelle piantagioni. I sostenitori, invece, legano la nocività del prodotto all'eccessivo consumo e ne dichiarano la sostenibilità ambientale, poiché è una coltura molto redditizia.
01 - L’olio di palma non è di per sé nocivo per la salute

L'olio di palma non va demonizzato poiché di per sé non è nocivo. I danni legati alla salute dipendono da frequenza e quantità delle consumazioni. Non vi sono riscontri nella letteratura scientifica che comprovino la correlazione tra olio di palma e l’insorgere di patologie, quali colesterolo, tumori e diabete.

E' scientificamente provato che l'olio di palma contiene sostanze genotossiche e cancerogene per l'uomo legate agli acidi grassi, presenti in altissima quantità. Tra queste sostanze, possono causare grossi danni all'organismo. I rischi sono elevatissimi soprattutto per i neonati e i bambini, in particolare per il diabete di tipo 2, stress ossidativo a livello cellulare e obesità.

02 - Una produzione di olio di palma sostenibile per l’ambiente è impossibile

Per produrre l’olio di palma si devono abbattere intere foreste tropicali. Paesi del sud est asiatico stanno perdendo il patrimonio forestale e la biodiversità. Le certificazioni sulla sostenibilità dell'olio di palma sono una farsa: tali certificazioni sono rilasciate dalla RSPO, un'associazione dipendente dalle multinazionali del settore.

Per la sostenibilità ambientale dell’olio di palma è necessario individuare aree a basso valore naturalistico, impedire deforestazione e accaparramento delle terre. Le palme da olio hanno una resa molto alta, quindi hanno un impatto inferiore ad altre colture. Diversi paesi europei hanno firmano una Dichiarazione, con la quale si impegnano a usare olio di palma 100% sostenibile entro il 2020.

03 - Le società produttrici di olio di palma stanno affrontando il problema della violazione dei diritti umani sul lavoro attraverso precise misure cautelari

Le società coinvolte nella produzione di olio di palma e la RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), preposto per il rilascio di certificazioni in materia, conoscono i problemi legati allo sfruttamento e alla violazione dei diritti umani, del lavoro minorile e alla discriminazione nei confronti delle donne, e stanno lavorando per garantire le misure cautelari atte a superare il problema.

Il cibo e molti prodotti di uso domestico venduti dai principali marchi mondiali contengono olio di palma, alla cui produzione sono imputati violazioni dei diritti umani, sfruttamento minorile e discriminazioni sulle donne. Altro problema è quello della migrazione forzata: indigeni privati della terra e della casa o costretti a lavorare nelle monocolture di palme senza alcun diritto.

04 - La produzione responsabile e certificata di biocarburanti da olio di palma non risolve i problemi ambientali, legati soprattutto alla deforestazione

Secondo un report Drivers di Transport & Environment, la terra utilizzata per produrre olio di palma per l’industria europea dei biocarburanti è pari a 920mila ettari. Se tutto il mondo si seguisse l'UE, si verificherebbe una devastazione ambientale. L'UE è convinta che l’uso di biocarburanti potrà prevenire i danni climatici, ma utilizzando l'olio di palma contribuisce alla deforestazione.

L'ingresso dell'olio di palma nel settore dei bio-carburanti è la conferma del potenziale del prodotto, se sostenibile e certificato. L'utilizzo rientra nel progetto stabilito dalla Dichiarazione di Amsterdam del 7 dicembre 2015, sottoscritta da diversi paesi europei che si impegnano così a promuovere iniziative volte ad assicurare l’impiego di olio di palma 100% sostenibile entro il 2020.

 
01

L’olio di palma non è di per sé nocivo per la salute

FAVOREVOLE

L'olio di palma non va demonizzato in quanto di per sé non è un alimento nocivo.
I danni legati alla salute dipendono, come per tutti gli alimenti contenenti grassi saturi (ad es. burro e strutto), da frequenza e quantità delle consumazioni: non è mai pari a zero, ma per un consumo normale non è neppure elevato e rientra in quello che gli epidemiologi considerano il rischio generale legato all'ambiente esterno e agli stili di vita.
Non vi sono inoltre riscontri nella letteratura scientifica che comprovino la correlazione diretta tra olio di palma e l’insorgere di patologie, quali colesterolo, tumori e diabete.

CONTRARIO

E' scientificamente provato che l'olio di palma contiene sostanze genotossiche e cancerogene per l'uomo legate agli acidi grassi, presenti in altissima quantità.
Tra queste sostanze, la proteina p66Shc, potente induttore di stress ossidativo a livello cellulare che può causare grossi danni all'organismo.
I rischi legati al consumo dell'olio di palma sono elevatissimi, soprattutto per i neonati e i bambini. In particolare, il rischio di causare diabete di tipo 2, stress ossidativo a livello cellulare e obesità.

 
02

Una produzione di olio di palma sostenibile per l’ambiente è impossibile

FAVOREVOLE

Una sostenibilità ambientale che consenta la produzione di olio di palma è possibile.
Interventi sostanziali sono già in atto: l'individuazione di aree a basso valore naturalistico e di stoccaggio di carbonio; la rottura del legame tra la produzione dell'olio di palma e la deforestazione; la lotta all'accaparramento delle terre (land grabbing).
In generale, è sufficiente stabilire degli standard di coltivazione e produzione per evitare danni all'ambiente.
Va inoltre considerato che le palme da olio hanno una resa in termini produttivi molto alta (da un ettaro di palme da olio si ottengono quasi cinque volte l’olio che produce un ettaro coltivato a piante di arachidi, e ben sette volte quello di un ettaro di girasoli). Dunque ciò che accadrebbe se al posto delle palme venisse spremuto lo stesso volume d’olio da altre piante avrebbe ripercussioni sull'ambiente di gran lunga maggiori.
A testimonianza di ciò, l'impegno di diversi paesi europei (tra cui l'Italia) che nel giugno 2017 firmano la Dichiarazione di Amsterdam, ovvero l'impegno di promuovere l’impiego di olio di palma 100% sostenibile entro il 2020.

CONTRARIO

La produzione di olio di palma ha necessitato e necessita tutt'ora dell'abbattimento di intere foreste tropicali per far spazio alle palme, in particolare nel Sud Est asiatico.
Data la grande richiesta di tale prodotto sul mercato mondiale, paesi come Indonesia, Cambogia e Malesia stanno perdendo un patrimonio forestale unico e con esso la biodiversità dell'area e servizi eco-sistemici cruciali per la sopravvivenza delle popolazioni locali e per gli equilibri del nostro pianeta. La distruzione delle foreste concorre a peggiorare il cambiamento climatico perché i suoli deforestati liberano enormi quantità di gas serra e comporta inoltre il rischio di estinzione per diverse specie di uccelli e per gli oranghi.
Va inoltre smascherata la farsa delle certificazioni sulla sostenibilità dell'olio di palma: tali certificazioni vengono rilasciate dalla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), un'associazione composta da aziende, grande distribuzione e associazioni ambientaliste, ma interamente dipendente dalle multinazionali del settore.

 
03

Le società produttrici di olio di palma stanno affrontando il problema della violazione dei diritti umani sul lavoro attraverso precise misure cautelari

FAVOREVOLE

Le società coinvolte nella coltivazione e produzione di olio di palma e la RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), organo preposto per il rilascio di certificazioni in materia, sono consapevoli dei problemi mondiali legati allo sfruttamento e alla violazione dei diritti umani, del lavoro minorile e alla discriminazione nei confronti delle donne, e stanno lavorando per garantire le misure cautelari adatte al superamento del problema. Ad esempio, una maggiore verifica degli organi di certificazione, migliorare la competenza dei responsabili delle attività di auditing e, in generale, rafforzare la sorveglianza da parte degli organi di certificazione. Ma anche offrire gli orientamenti, gli strumenti e il supporto necessario per consentire a tutte le aziende di attuare una pratica responsabile e favorire l'allineamento delle proprie pratiche commerciali con gli standard ambientali e sociali universalmente accettati, in modo da garantire un impatto positivo e una trasformazione dell'industria attraverso l'utilizzo dell'olio di palma.

CONTRARIO

Il cibo e molti prodotti di uso domestico venduti dai principali marchi mondiali contengono olio di palma, alla cui produzione sono imputati violazioni dei diritti umani, sfruttamento minorile e discriminazioni sulle donne.
Il rapporto The great palm oil scandal. Labour abuses behind big brand names [Il grande scandalo dell'olio di palma: violazioni dei diritti umani dietro i marchi più noti, TdR], pubblicato nel 2016 da Amnesty international, denuncia che bambini tra gli 8 e i 14 anni svolgono lavori pericolosi senza equipaggiamento di sicurezza in piantagioni dove vengono usati pesticidi. Questi trasportano sacchi di frutti che pesano da 12 a 25 chili, donne assunte giornalmente senza garanzie d’impiego permanente e benefici sociali, casi di lavoro forzato e di capisquadra che sfruttano le donne attraverso minacce di riduzione della paga.
I problemi riguardano: salari equi, migliori condizioni di lavoro e di vita (incluso l'accesso all'assistenza sanitaria, l'alimentazione, l'acqua sicura, la sanità e l'igiene), il sostegno all'infanzia e l'accesso all'istruzione per lavoratori e le famiglie.
Altro problema è quello della migrazione forzata: indigeni privati della terra e della casa o costretti a lavorare nelle monocolture di palme senza alcun diritto.

 
04

La produzione responsabile e certificata di biocarburanti da olio di palma non risolve i problemi ambientali, legati soprattutto alla deforestazione

FAVOREVOLE

L'ingresso dell'olio di palma nel settore dei biocarburanti è l'ennesima conferma del grande potenziale di questo prodotto, quando utilizzato in modo responsabile, sostenibile e certificato.
L'utilizzo rientra nel progetto stabilito dalla Dichiarazione di Amsterdam del 7 dicembre 2015, sottoscritta da diversi paesi europei che si impegnano così a promuovere iniziative volte ad assicurare l’impiego di olio di palma 100% sostenibile entro il 2020.
Un esempio eclatante in questo senso è la Green Refinery di Eni, progetto con cui è stata convertita una raffineria petrolifera in una bioraffineria. Tale passaggio ha significato non solo un impatto positivo ambientale e tecnologico, ma anche economico e sociale, perché permette di donare nuova vita all’impianto, garantendo l’occupazione attraverso l’innovazione.

CONTRARIO

Secondo le stime del report Drivers are the top consumers of palm oil in Europe - 2015 figures, pubblicato il 25 novembre 2016 da Transport & Environment sul proprio sito, la terra utilizzata in tutto il pianeta per produrre l’olio di palma per l’industria europea dei biocarburanti è pari a 920mila ettari. Se tutto il mondo si comportasse come i paesi dell'UE, la prospettiva sarebbe quella di arrivare a utilizzare 4,3 milioni di ettari di foresta tropicale, in particolare in Malaysia, Sumatra e nel Borneo, dunque una vera e propria devastazione in termini ambientali.
L'UE si è convinta che ricorrendo ai biocarburanti potrà prevenire i danni climatici, ma utilizzando l'olio di palma a tale scopo contribuisce alla deforestazione delle foreste pluviali, favorisce la diffusione di consistenti incendi che danneggiano il clima e di molti altri aspetti negativi che stanno distruggendo il nostro pianeta.

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