Il latte fa male
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Il latte, alimento secreto dalla ghiandola mammaria delle femmine dei mammiferi e utilizzato per il nutrimento dei cuccioli durante le prime fasi della loro vita, è entrato a far parte del regime alimentare dell'uomo adulto da diversi millenni. Ad oggi l’essere umano è l’unico mammifero a bere latte dopo lo svezzamento.
Nel dibattito sul consumo di latte si discute sulla possibile relazione tra latte e danni – più o meno gravi – per la salute; sui probabili falsi benefici legati alla sua assunzione; sulla necessità o meno di consumare latte durante l'età infantile e soprattutto adulta e sul reale adattamento del nostro organismo al consumo di latte.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Ad oggi l’essere umano è l’unico mammifero a bere latte dopo lo svezzamento. Si discute sulla possibile relazione tra l’assunzione di latte e alcune patologie; sui probabili falsi benefici legati alla sua assunzione; sulla necessità o meno di bere latte durante l'età infantile e adulta e sul reale adattamento del nostro organismo al consumo di latte.
Circa il 70% della popolazione mondiale soffre di intolleranza al lattosio. Questo dimostra come l'uomo non sia geneticamente predisposto all'assunzione di latte. I rischi più gravi associati al consumo di latte sono l'osteoporosi, il diabete di tipo 1 e il cancro alla prostata.
La campagna di disinformazione sul latte crea allarme ingiustificato nei consumatori. Il latte è una fonte privilegiata e difficilmente sostituibile di calcio e il suo consumo è associato a benefici per la nostra salute che vanno ben al di là del semplice contributo allo scheletro (tra cui la prevenzione dell'obesità). Studi autorevoli dimostrano la totale assenza di legame tra latte e cancro.
Il fatto che l'essere umano sia l'unico mammifero a bere latte dopo lo svezzamento è segno di una mutazione vantaggiosa, poiché è una fonte di proteine di alto valore biologico, calcio e vitamina D. Chi riesce a consumare latte senza problemi di allergie o intolleranze non ha ragioni per eliminarlo dalla propria dieta.
Il nostro sistema digestivo e l’intestino sono adatti a una dieta da raccoglitori-cacciatori non al consumo di latte, entrato a far parte della nostra alimentazione in epoca recente. Bisogna sfatare la credenza che il latte sia un alimento insostituibile per la crescita. Nel mondo esistono molte culture alimentari che non prevedono il consumo di latte dopo lo svezzamento.
Il latte è un alimento che può causare, oltre ad allergie e intolleranze, anche osteoporosi, diabete di tipo 1 e cancro
Circa il 70% della popolazione mondiale soffre di intolleranza al lattosio, ma questa intolleranza spesso non viene riconosciuta perché sovrapponibile ad altre patologie del tratto gastrointestinale. Questo dimostra come l'uomo non sia geneticamente predisposto all'assunzione di latte.
Altri rischi ben più gravi associati al consumo di latte sono l'osteoporosi, il diabete di tipo 1 e il cancro alla prostata.
Non esistono inoltre studi a sostegno della tesi secondo cui l'assunzione di calcio da latticini è legata alla diminuzione di peso.
La campagna di disinformazione sul latte crea allarme ingiustificato nei consumatori. Il latte è una fonte privilegiata e difficilmente sostituibile di calcio (quest'ultimo viene assorbito molto più facilmente rispetto a quello che si trova in altri alimenti) e il suo consumo è associato a benefici per la nostra salute che vanno ben al di là del semplice contributo allo scheletro (tra cui la prevenzione dell'obesità).
Inoltre, il rapporto pubblicato dall'American Insitute for Cancer Research sul proprio sito nel 2007: World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, nutrition, physical activity, and the prevention of cancer: a global perspective, dimostra la totale assenza di legame tra latte e cancro.
Il latte è entrato a far parte della nostra alimentazione e il nostro organismo si è adattato a consumarne anche dopo lo svezzamento e fino all’età adulta
Il nostro sistema digestivo si è sempre basato su una dieta da raccoglitori-cacciatori. Il nostro intestino è ancora male adattato al consumo di latte, un alimento entrato a far parte della nostra alimentazione in epoca recente.
L’essere umano, inoltre, è l’unico mammifero a bere latte dopo lo svezzamento, e questa considerazione ci dice che evolutivamente non c’è necessità di bere latte in età adulta.
Bisogna sfatare la credenza comune, diffusa anche tra i pediatri, che il latte sia un alimento insostituibile per la crescita. Nel mondo esistono molte culture alimentari che non prevedono il consumo di latte e latticini dopo lo svezzamento.
Il fatto che l'essere umano sia l'unico mammifero a consumare latte anche dopo lo svezzamento è segno di una mutazione importante e vantaggiosa, in quanto fornisce una fondamentale fornitura di proteine di alto valore biologico, calcio e vitamina D.
Chi riesce a consumare latte senza problemi di allergie o intolleranze non ha ragioni per eliminarlo dalla propria dieta.
Non è inoltre vero che più si è anziani e più il latte fa male. La buona digestione del latte non è legata all’età, bensì all’abitudine nel consumo.