Stadio della Roma
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Lo Stadio della Roma è un progetto promosso dall’imprenditore italo-americano James Pallotta, presidente della A.S. Roma. Il progetto prevedeva uno stadio da 52.500 posti, oltre a un distretto di negozi e ristoranti fuori dallo stadio, un parco pubblico e tre grattacieli. Erano previste ulteriori opere pubbliche: tra queste la realizzazione del ponte pedonale e il prolungamento della metropolitana B. Il 9 dicembre 2013 tale progetto è stato presentato alla Giunta Marino, che il 4 settembre 2014 ha approvato la delibera contenente la “dichiarazione di interessi”. La procedura amministrativa è regolata dalla “Legge sugli stadi” di cui all’articolo 1, commi 303-306, Legge n. 147/2013, che delimita lo spazio di discrezionalità progettuale del privato, con l’obiettivo di evitare strumentalizzazioni dell’azione amministrativa. Il promotore ha consegnato al Comune di Roma lo studio di fattibilità il 29 maggio 2014, e dopo diverse integrazioni, il progetto definitivo il 30 maggio 2016, poi trasferito alla Regione Lazio il 30 agosto 2016. Quest’ultima ha avviato il 3 novembre 2016 la Conferenza dei Servizi. Durante tale iter, in particolare con l’insediamento della Giunta Raggi, sono emersi dei contrasti col promotore in merito al contenuto del progetto, contestato dalle varie amministrazioni interessate, in relazione alla zona scelta, alla compatibilità urbanistica delle opere, alla sussistenza di un interesse pubblico con riferimento ad alcune ulteriori proposte.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Lo Stadio della Roma è un progetto di James Pallotta, presidente della A.S. Roma, che prevedeva, oltre allo stadio, un distretto di negozi e ristoranti, un parco pubblico e tre grattacieli. Il progetto è stato contestato dalle varie amministrazioni in relazione alla zona scelta, alla compatibilità urbanistica, alla sussistenza di un interesse pubblico.
Lo stadio della Roma è un’anomalia: un immobiliarista, Luca Parnasi, e un dirigente sportivo, James Pallotta, e non il Comune, hanno stabilito dove sia più conveniente costruire un’opera di interesse pubblico. Ulteriore stortura è la concessione comunale di cubatura a un privato, in cambio della realizzazione di altre infrastrutture. Inoltre, la Roma pagherà un affitto per giocare nel suo stadio.
Per far funzionare lo stadio sono necessarie una serie di opere esterne ed è chiesto al privato di farsene carico. Agli amministratori e in generale alla politica, spetta il compito di stimolare gli investimenti e guidarli nell’interesse dei cittadini. In altre parole il comune deve approfittare delle risorse dei privati e migliorare le infrastrutture, riqualificando il territorio a costo zero.
L’afflusso e il deflusso degli spettatori è un problema, poiché il trasporto pubblico e la viabilità sono fortemente compromessi. Considerato che l’idea di una diramazione della linea B della metropolitana è stata abbandonata, perché avrebbe pregiudicato la funzionalità dell’intera tratta, non è immaginabile che un tale traffico possa ricadere tutto sulla Roma-Lido.
La zona in cui sorgerà lo stadio della Roma è stata scelta per la sua posizione strategica, facilmente raggiungibile dalla città e dall’aeroporto di Fiumicino. I tifosi potranno accedere al complesso con mezzi propri. Una volta giunti allo stadio, auto, motociclette e autobus potranno essere parcheggiare di fronte all’impianto, grazie agli spazi appositamente dedicati.
Il progetto dello Stadio è destinato a far nascere un ecomostro: un’operazione edilizia da 1 milione di metri cubi e 700 milioni di euro di guadagni, in un’area strategicamente sbagliata, a causa dell’alto rischio idrogeologico, perché sorge su un’ansa del Tevere, e perché l’ecomostro sorgerebbe in mezzo al nulla e non è previsto il rafforzamento del trasporto pubblico.
Lo Stadio della Roma è un progetto di trasformazione urbana di eccellenza, per la minimizzazione dell’impatto ambientale e per la valorizzazione delle risorse. E’ innovativo, perché prevede stadio e servizi commerciali certificati leed. È un progetto che presta particolare attenzione al disegno paesaggistico: metà dell’intera area è, infatti, destinata a nuovi paesaggi, articolati in 5 polmoni.
Lo Stadio di Roma è solo una parte di un investimento molto più importante. E’ un luogo di “produzione”, circondato da un parco urbano, una piazza e altri edifici, che riqualificherebbe un intero quadrante della città. Genererebbe posti di lavoro e reddito, migliorando i valori di mercato di tutta la zona, offrendo servizi e luoghi di aggregazione organizzata e sicura.
Nel progetto attuale ci sono costi per milioni di euro che non servono alla città, ma al privato. Lo Stadio di Roma è inutile, perché la partecipazione al calcio è sempre più scarsa e inoltre la città ha già due stadi, il Flaminio e l’Olimpico. Si dovrebbe far funzionare le strutture esistenti.
Lo Stadio della Roma è un ottimo compromesso, un accordo con la A.S. Roma per realizzare un progetto eco-sostenibile, con il taglio del 60% degli edifici commerciali, originariamente previsti. Un risultato ottenuto grazie alla capacità dimostrata dal Movimento 5 Stelle di trovare soluzioni nell’interesse primario dei cittadini romani.
Lo Stadio della Roma è lo specchio di una politica comunale personalistica e dilettantesca. Nonostante i limiti del progetto che riguarda l’enormità dell’operazione edilizia, il Movimento 5 Stelle ha raggiunto un accordo con il privato su un progetto contro il quale si sono energicamente battuti durante l’amministrazione Marino.
Lo Stadio della Roma è un regalo ai privati
Non c’è alcuna speculazione. Per far funzionare lo stadio infatti sono necessarie una serie di opere esterne. E’ stato chiesto al privato di farsene carico. Inoltre, in una fase di deficit finanziario per gli enti locali, soltanto i privati possiedono i capitali di cui Roma ha bisogno per preservare, riqualificare e sviluppare il territorio. Agli amministratori e in generale alla politica, spetta un compito fondamentale che è quello di stimolare gli investimenti e guidarli nell’interesse dei cittadini. In altre parole il comune deve approfittare delle risorse dei privati e migliorare le infrastrutture, riqualificando il territorio a costo zero.
La costruzione dello stadio della Roma rappresenta una anomalia: un immobiliarista, Luca Parnasi, in accordo con un dirigente sportivo, James Pallotta, co-proprietario dell’AS-Roma, e non del Comune, sulla base del Piano Regolatore, ha stabilito dove sia più conveniente costruire un’opera di interesse pubblico. Ulteriore stortura è la concessione comunale di cubatura a un privato, in cambio della possibilità di veder realizzate altre infrastrutture. Lo stadio della Roma doveva essere autonomo ed indipendente rispetto alla Società, ovvero gestito da soggetti privati. Il soggetto privato è, tuttavia, una società finanziaria di James Pallotta, attuale presidente dell’AS Roma, che si impegna a concedere l’utilizzo dello stesso, una volta costruito, alla società calcistica. Questa per giocare nel suo stadio pagherà un affitto a un finanziere americano, il cui scopo è semplicemente realizzare il massimo profitto possibile. Lo stadio, anziché un ‘asset’ rischia di essere, per la Roma, un onere.
Il progetto dello Stadio non è sostenibile sotto il profilo dell’accessibilità
Lo Stadio della Roma sarà uno dei progetti più importanti in Italia. La zona in cui sorgerà è stata scelta per la sua posizione strategica, facilmente raggiungibile dalla città e dall’aeroporto di Fiumicino. I tifosi potranno accedere al complesso con mezzi propri. Una volta giunti allo stadio, auto, motociclette e autobus potranno essere parcheggiare di fronte all’impianto, grazie agli spazi appositamente dedicati.
Il principale problema del progetto dello Stadio è quello legato all’afflusso e al deflusso degli spettatori in una zona della città che presenta notevoli problematiche per quanto riguarda il trasporto pubblico e una viabilità già fortemente compromessa. Considerato che l’idea di una diramazione della linea B della metropolitana è stata abbandonata, perché avrebbe pregiudicato la funzionalità dell’intera tratta, non è immaginabile che un tale peso possa ricadere tutto sulla Roma-Lido.
Lo Stadio di Roma è un ecomostro
Lo Stadio della Roma si presenta come un progetto di trasformazione urbana di eccellenza, sia sotto il profilo della minimizzazione dell’impatto ambientale che di quello della valorizzazione delle risorse. E’ inoltre un progetto innovativo perché prevede stadio e servizi commerciali certificati leed, che è il marchio che a livello mondiale consente di riconoscere ed identificare gli edifici realizzati secondo criteri di eccellenza ecologica. Infine è un progetto che presta particolare attenzione al disegno paesaggistico: metà dell’intera area è, infatti, destinata a nuovi paesaggi, articolati in 5 polmoni.
Il progetto dello Stadio è destinato a far nascere un ecomostro. Si tratta di aver concesso a un unico costruttore una operazione edilizia da 1 milione di metri cubi e 700 milioni di euro di guadagni, in un’area strategicamente sbagliata. La zona è sbagliata da due punti di vista: innanzitutto si tratta di un’area classificata ad alto rischio idrogeologico, perché sorge su un’ansa del Tevere. È chiaro che non c’è capienza su quei terreni. L’altra ragione è di tipo strategico ed economico. A Tor di Valle c’è il deserto urbano. Il nuovo mega-complesso, quello che le associazioni ambientaliste hanno definito ‘ecomostro’, sorgerebbe in mezzo al nulla. Il problema più grave è la mancata previsione dei rafforzamenti del trasporto pubblico: Tor di Valle oggi è raggiungibile o dalla impraticabile via Ostiense o con la linea ferroviaria Roma-Lido, la peggiore d'Italia.
Il progetto dello stadio è un investimento per la città di Roma
Lo Stadio di Roma è solo una parte di un investimento molto più importante. E’ un luogo di ‘produzione’ adeguato, circondato da un parco urbano, una piazza e altri edifici. Questo consentirebbe a un intero quadrante della città di essere riqualificato. Una struttura di questo genere, inoltre, genera posti di lavoro e reddito, migliora i valori di mercato di tutta la zona, offre servizi e luoghi di aggregazione organizzata e sicura. Si tratta di un progetto razionale e non di sviluppo spontaneo di una zona. La nuova infrastruttura porterà vantaggi anche per ciò che concerne i diritti tv, fornendo una migliore ripresa e un terreno di gioco in perfette condizioni.
Nel progetto attuale ci sono costi per milioni di euro che non servono alla città, ma solo al privato. Ci sono tutta una serie di voci di costo che sono state inserite nel progetto che non sono un beneficio per la città di Roma. Non lo è ad esempio il sistema di smaltimento delle acque piovane che andrà in carico alla amministrazione, e non lo sono le opere infrastrutturali previste. Lo Stadio di Roma è inutile, perché la partecipazione del pubblico al calcio, sport che prima radunava migliaia di spettatori, è sempre più scarsa ed inoltre la città ha già altri due stadi poco o per nulla utilizzati come il Flaminio e l’Olimpico. Il problema non si risolve costruendo un altro stadio, ma facendo funzionare le strutture esistenti.
Lo Stadio della Roma è un successo della buona politica
Lo Stadio della Roma rappresenta un compromesso ottimo e ragionevole. Non si tratta di una imposizione che stravolge la sostenibilità del progetto, ma un accordo con la A.S. Roma per realizzare un progetto innovativo ed eco-sostenibile che prevede il taglio del 60% degli edifici commerciali, originariamente previsti nel progetto privato. Un risultato ottenuto grazie alla capacità dimostrata dal Movimento 5 Stelle di trovare soluzioni nell’interesse primario dei cittadini romani. L’azione del Movimento Cinque Stelle si è ispirata al rispetto della legge e all’attenzione verso la sostenibilità ambientale e il territorio, portando a un progetto innovativo, e segnando la differenza con il progetto ereditato. Il Movimento si è trovato infatti a gestire in modo coerente una significativa responsabilità. Il progetto dello stadio è l’occasione che il Movimento ha avuto di crescere anche nella gestione di progetti complessi.
Lo Stadio della Roma è lo specchio di una politica comunale gestita in modo personalistico e dilettantesco. Nonostante i limiti del progetto che riguarda l’enormità dell’operazione edilizia, in cui lo stadio è una piccola parte rispetto a un milione di metri cubi di costruito e i pareri contrari dei tecnici, l’amministrazione comunale, guidata dal Movimento 5 Stelle, dopo una serie di dichiarazioni contraddittorie, ha raggiunto un accordo con il privato. Questo accordo riguarda un progetto contro il quale si sono energicamente battuti, durante l’amministrazione Marino, che aveva adottato la delibera di pubblica utilità. Posizione che avevano conservato anche durante la campagna elettorale, battendosi contro lo stadio e la speculazione edilizia, e rafforzando tale determinazione candidando Paolo Berdini ad assessore all’urbanistica, sicuro presidio contro il malaffare. Tutto ciò è stato superato da un accordo che, superando gli impegni presi, mostra un altro caso di adeguamento al costume politico italiano.