Insegnamento della religione nella scuola pubblica
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
L’insegnamento della religione cattolica (IRC) è un’istituzione italiana del Concordato, risalente al 1929. In principio un obbligo per tutti gli studenti, oggi è facoltativa, come stabilito nel 1984 dalla revisione del Concordato. Gli alunni che non prendono parte all’ora di religione possono in alternativa uscire dall’aula e dedicarsi ad altre attività, come disposto dalle regole della scuola, senza dover seguire obbligatoriamente un’altra lezione. Gli insegnanti di religione compiono un percorso diverso rispetto ai loro colleghi: terminati gli studi, vengono selezionati dalla Curia che li giudica in base alla condotta morale e li segnala al preside della scuola.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
L’insegnamento della religione cattolica (IRC) è un’istituzione italiana del Concordato del 1929. Dal 1984 è facoltativo e gli alunni possono uscire dall’aula per dedicarsi ad altre attività. Gli insegnanti di religione compiono un percorso diverso rispetto ai loro colleghi: vengono selezionati dalla Curia che li giudica in base alla condotta morale e li segnala al preside della scuola.
Secondo i dati CEI l’adesione all’ora di religione è in netto calo, soprattutto nel nord Italia e tra gli studenti delle scuole superiori. Per l’UAAR l’insegnamento continua ad essere seguito per abitudine, per condizionamenti sociali e familiari, e per la distribuzione delle ore durante la giornata.
L’ora di religione è facoltativa e secondo i dati CEI è seguita d circa l’88% degli studenti. Per i sostenitori, anche se i dati sono in leggera diminuzione dal 1993 ad oggi, l’insegnamento è comunque molto richiesto e seguito anche da studenti stranieri e di altre confessioni religiose.
A difesa dell’insegnamento della religione si sono schierati anche personaggi della cultura laica come Massimo Cacciari, che lo ritiene indispensabile per il bagaglio culturale degli studenti. Tra i sostenitori dell’IRC spiccano, inoltre, il cardinale Bagnasco e Angelo Bertone, blogger ed insegnante.
Secondo gli esponenti dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), l’insegnamento della religione cattolica è discriminatorio e in contrasto con la laicità dello Stato. Critiche sono mosse anche in merito a percorso e retribuzione degli insegnanti. Per Corrado Augias e Andrea Atzeni non dovrebbe essere insegnata nelle scuole pubbliche.
L'adesione all'ora di religione è in calo. Gli studenti la frequentano per abitudine e per condizionamenti sociali e familiari
L’ora di religione cattolica è facoltativa e viene scelta da circa l’88% degli studenti, secondo i dati della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). I dati riportati su “corriere.it” e segnano, tuttavia, un lieve calo della frequenza degli studenti a partire dal 1993, più netto nel nord Italia. Anche su ”Avvenire” è apparso un articolo su questo studio, che pone in rilievo in particolar modo la presenza di studenti stranieri o di altre confessioni all’ora di religione cattolica. In “orizzontescuola.it” viene ribadita la massiccia presenza di studenti favorevoli all’IRC nelle scuole.
L’adesione all’ora di religione è in netto calo. Lo dimostrano i dati della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) riportati su “L’Espresso” nell’articolo L’ora di religione non interessa più, secondo il quale la partecipazione ad essa è sempre più bassa, soprattutto nell’Italia settentrionale e tra gli studenti delle scuole superiori. Secondo gli esponenti UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) l’ora di religione viene frequentata per abitudine, a causa di condizionamenti sociali e familiari, e per questioni pratiche dovute alla distribuzione delle ore durante la giornata.
L’ora di religione è indispensabile per il bagaglio culturale degli studenti
Non sono solo i cattolici a muoversi in difesa dell’insegnamento della religione cattolica: per molti l’ora di religione può essere stimolante, di grande interesse, oltre che un momento speciale per riflettere su domande che l’uomo si pone sulla vita, un’occasione di dibattito formativo. Il filosofo Massimo Cacciari ha espresso la sua opinione nell’intervista rilasciata a “Avvenire”, secondo la quale l’ora di religione è indispensabile per il bagaglio culturale degli studenti, in quanto la cultura cattolica coincide con quella italiana. In un articolo pubblicato su “Famiglia Cristiana” l’ora di religione viene definita l’ora della cultura e della riflessione. L’articolo inoltre presenta l’opinione del cardinale Bagnasco e di un insegnante di religione e blogger, Angelo Bertone.
Sia atei che laici ritengono che l’insegnamento della religione cattolica sia discriminatorio, di parte ed in contrasto con la laicità di Stato. Gli esponenti dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti) si battono duramente contro l’ora di religione, proponendo un’ora alternativa di educazione civica. Il dibattito verte anche su questioni di tipo economico, come riportato nell’articolo di Mario Sassi su “L’Espresso”: molte le critiche al sistema di assunzione e retribuzione dei docenti di religione cattolica, che, anche se scelti dalla Curia, vengono comunque retribuiti dallo Stato Italiano. Si solleva anche un ulteriore punto di dibattito: se la Curia possa davvero stabilire se un insegnante sia idoneo o meno all’esercizio della professione. Corrado Augias, giornalista e scrittore italiano, esprime la sua perplessità nei confronti dell’ora di religione, in quanto probabilmente non dovrebbe trovarsi nelle aule delle scuole pubbliche laiche. Il docente e attivista UAAR Andrea Atzeni si dichiara completamente contrario alla suddetta ora, ritenendola fuori luogo in quanto mera variante del catechismo.