Nr. 272
Pubblicato il 05/01/2024

I requisiti ambientali della PAC dovrebbero essere derogati in caso di crisi alimentare? (Le drenche)

Pubblicato da Le Drenche

La pubblicazione qui proposta è una fedele traduzione di un dibattito pubblicato sulla testata giornalistica francese “Le Drenche” (per la versione originale visita Faut-il déroger aux exigences environnementales de la PAC en cas de crise alimentaire?).
Perché pubblichiamo articoli di altre redazioni?
Sul sito Pro\Versi vogliamo dare spazio a siti esteri che abbiano un obiettivo affine al nostro: aiutare i lettori a informarsi e formarsi un’opinione propria attraverso i pareri degli esperti dei vari settori, per facilitare impegno civico dei cittadini e favorire un dibattito calmo e razionale. La traduzione e pubblicazione di dibattiti esteri ci consente inoltre di arricchire i nostri contenuti di punti di vista differenti, non limitati a un orizzonte nazionale.
Le caratteristiche che accomunano gli articoli che ospiteremo sono: la trattazione delle tematiche in termini pro/contro e la presenza nei dibattiti di soli opinionisti autorevoli e impegnati.

La Drenche: opinioni diverse in un unico luogo

Presentando in modo chiaro punti di vista e pareri differenti, il giornale Le Drenche ha l'ambizione di dare a ciascuno gli strumenti necessari per comprendere e tollerare le opinioni divergenti e di uscire della cosiddetta "bolla di opinione".
La testata francese, nel cappello introduttivo degli articoli, offre al lettore un contesto semplice che consente di comprendere facilmente il tema trattato; segue una sezione dialettica, dove due opinionisti competenti e impegnati – uno pro e uno contro – espongono i loro punti di vista. Lo scopo dichiarato è quello di aiutare i lettori a formarsi un’opinione propria e facilitarne così l’impegno civico. Non legato ad alcuna struttura politica o gruppo d’interesse, il giornale Le Dreche si definisce partecipativo, democratico e interattivo, perché sono gli esperti a scrivere i loro interventi; perché sono i lettori a proporre gli argomenti; perché i lettori sono invitati a esprimere la loro opinione prima e dopo la lettura dell’articolo.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

01 - Non si può rinunciare a produrre di più in un contesto internazionale così incerto

Pandemia e guerre hanno aumentato l'incertezza alimentare, non si può rinunciare a produrre di più in un contesto internazionale così incerto.

02 - Agricoltura: la transizione agro-ecologica come garanzia di sovranità alimentare nei paesi del Nord e del Sud!

L'insicurezza alimentare non è dovuta a una produzione alimentare insufficiente, ma da un forte aumento dei prezzi soprattutto dell'energia.

 
01

Non si può rinunciare a produrre di più in un contesto internazionale così incerto

FAVOREVOLE

Tesi di Thierry Pouch, economista, Camera dell'Agricoltura francese, ricercatore associato presso Laboratoire Regards - Università di Reims

Non si può rinunciare a produrre di più in un contesto internazionale così incerto.

L'Unione Europea è probabilmente l'unica parte del mondo ad aver fatto dell'ambiente il proprio cavallo di battaglia da diversi anni a questa parte. Le riforme della Politica Agricola Comune [PAC] sono emblematiche di questa ambizione di coinvolgere gli agricoltori nella lotta contro il riscaldamento globale, modificando le loro pratiche di coltivazione e allevamento e accettando la condizionalità degli aiuti che ricevono per il loro lavoro. Il culmine di questa strategia si trova nel Patto Verde dell'UE [Green Deal europeo], definito nel 2019, in particolare nel suo asse "Farm to Fork". Nulla sembrava poter allontanare l'UE da questo percorso.

I Paesi devono produrre di più per compensare il deficit di approvvigionamento dell'Ucraina.

Tuttavia, due fattori hanno modificato le ambizioni dell'UE, nonostante la sua ostinazione nel mantenere la sua strategia. In primo luogo, la pandemia, che ha rivelato fino a che punto alcuni Paesi fossero dipendenti dalle forniture alimentari. Le restrizioni e la chiusura almeno parziale delle rotte marittime mondiali hanno indebolito alcune società che dipendono fortemente dalle importazioni per il loro approvvigionamento alimentare. La Francia non è sfuggita a questa consapevolezza, soprattutto in termini di dipendenza dalle proteine vegetali, essenziali per l'alimentazione del bestiame e la produzione di carne e latte.

La guerra in Ucraina ha accentuato questa consapevolezza, poiché la Russia è un importante produttore ed esportatore di fertilizzanti, petrolio e gas, oltre che di olio di girasole e farina. Da qui la proposta di trovare il modo di riorientare la produzione per alleviare la necessità di forniture esterne di fertilizzanti ed energia. Inoltre, poiché alcuni Paesi come l'Egitto, la Turchia, il Libano e la Somalia dipendono fortemente dall'Ucraina e dalla Russia per l'accesso ai prodotti alimentari (grano, mais, olio di girasole ecc.), la domanda che si è posta è stata: quali Paesi sarebbero in grado di produrre di più per compensare la carenza di forniture dall'Ucraina?

L'UE non deve sottrarsi al proprio ruolo di contribuire all'equilibrio vitale del pianeta.

Per questo motivo, fin dall'inizio della guerra, si sono sentite voci dissonanti che sensibilizzavano la Commissione europea su queste minacce alimentari. Il suggerimento è stato quello di sospendere temporaneamente gli interventi sull'ambiente e di accettare di lasciare che gli agricoltori producessero di più per soddisfare la domanda globale e scongiurare il rischio di un peggioramento dell'insicurezza alimentare in diverse regioni e di un deterioramento degli equilibri geopolitici.

Mentre il 2022 si è concluso senza alcuno sconvolgimento radicale degli equilibri alimentari globali, lo stesso potrebbe non essere vero nel 2023. Non si può quindi rinunciare a produrre di più in un contesto internazionale così incerto. Inoltre, questa traiettoria non è in contraddizione con le preoccupazioni ambientali, in quanto gli agricoltori hanno già modificato le loro pratiche colturali e la riduzione del consumo di materie prime è in atto da diversi anni. Produrre per evitare il ritorno delle rivolte della fame (2009) e della primavera araba (2011).

Se l'UE intende diventare una potenza di riferimento in materia ambientale, non può esimersi dal contribuire all'equilibrio vitale del pianeta. La Francia, prima potenza agricola dell'UE, ha un ruolo attivo da svolgere in questo ambito.

 
02

Agricoltura: la transizione agro-ecologica come garanzia di sovranità alimentare nei paesi del Nord e del Sud!

CONTRARIO

Tesi di Elyne Etienne, responsabile Agricoltura e Alimentazione - Fondation pour la nature et l'Homme

Agricoltura: la transizione agro-ecologica come garanzia di sovranità alimentare nei paesi del Nord e del Sud!

In seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, i mercati sono andati nel panico e i prezzi mondiali dei cereali sono saliti alle stelle. Si sono levate voci per affermare che era importante mettere in discussione alcune politiche ambientali per produrre di più.

Insicurezza alimentare causata da un forte aumento dei prezzi dei cereali.

L'obiettivo dichiarato era quello di evitare la carestia che si sarebbe verificata se l'Ucraina non fosse stata in grado di esportare i suoi cereali verso i Paesi del Sud, che aveva rifornito fino ad allora. Sono stati subito messi in discussione: il requisito delle aree di interesse ecologico (compresi i terreni incolti) e l'obbligo di rotazione delle colture per ricevere parte degli aiuti della PAC, nonché la strategia Farm to fork, che mira a ridurre l'uso di sostanze chimiche e ad aumentare la superficie coltivata con metodi biologici. Tuttavia, il ragionamento alla base di queste messe in discussione sembra fallace.

In primo luogo, questo ragionamento si basa sul presupposto che l'insicurezza alimentare sia dovuta a una produzione alimentare insufficiente su scala globale, il che non è vero. L'insicurezza alimentare è causata da un forte aumento dei prezzi dei cereali, che impedisce alle popolazioni più povere di acquistare una quantità sufficiente di cereali. Questi aumenti sono legati principalmente all'aumento del prezzo dei combustibili fossili, da cui l'agricoltura dipende fortemente, e alla speculazione sui prezzi agricoli (nell'aprile 2022, il 72% del mercato del grano a Parigi era speculativo, secondo il rapporto dell'ONG Lighthouse). Infine, la produzione è diminuita solo leggermente (del 3,1% secondo le previsioni della FAO) a livello globale nel 2022, e il mondo produce in media 5.935 calorie per persona al giorno, quando ne servono tra le 1.800 e le 2.500 (M. Berners-Lee, C. Kennelly, R. Watson, C. N. Hewitt, Current global food production is sufficient to meet human nutritional needs in 2050 provided there is radical societal adaptation, “Elementa. Science of the Anthropocene”, University of California Press, gennaio 2018; 6: 52). La differenza è dovuta alla cattiva allocazione di queste risorse (uso per l'allevamento, biocarburanti, sprechi, accesso diseguale).

I requisiti ambientali ci rendono più resilienti in caso di shock climatici.

In secondo luogo, i requisiti ambientali sono una garanzia della nostra sovranità alimentare. Ci permettono di essere più autosufficienti riducendo l'uso di fertilizzanti sintetici, mangimi e combustibili fossili, beni da cui la Francia è fortemente dipendente. Inoltre, consentono di preservare gli ecosistemi, che sono una conditio sine qua non per la possibilità stessa di produrre cibo sulla terra. Ad esempio, 2/3 della produzione mondiale dipende dagli impollinatori, che sono estremamente sensibili ai pesticidi. Infine, i requisiti ambientali, favorendo la diversità dei sistemi di produzione, permettono di essere più resilienti in caso di shock climatici, economici e geopolitici.

Infine, va ricordato che l'agricoltura europea ha un margine di miglioramento molto limitato in termini di livelli di produzione. L'agricoltura è già altamente intensiva, con terreni a riposo che rappresentano solo l'1% della superficie agricola utilizzata, e le rese tendono a diminuire a causa dei cambiamenti climatici (Teresa Armada Brás e altri, Severity of drought and heatwave crop losses tripled over the last five decades in Europe, “Environmental Research Letters”, 2021, Vol. 16, n. 6). Sarebbe quindi più opportuno ottimizzare l'uso delle risorse prodotte, ridimensionando il bestiame e sostenendo l'agricoltura agro-ecologica e la produzione alimentare nei Paesi del Sud.

E tu, sei favorevole o contrario? Esprimi la tua opinione!

Loading…
Loading…
Loading…
Grazie per la tua opinione
Condividi e fai conoscere la tua opinione
Loading…