L’Italia non fa abbastanza per integrare i rom

C’è un collegamento diretto tra la percezione di insicurezza dei cittadini e la presenza sempre più consistente dei rom nelle città italiane

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PRO\VERSI

I dati sulla criminalità e sull’abbassamento della sicurezza percepita nelle città italiane sono impietosi e disegnano un intreccio diretto con il crescente numero di rom provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est. Oltre ai gruppi presenti in Italia da secoli, sono le nuove ondate provenienti in gran parte dalla Romania ad allarmare l’opinione pubblica. Rinchiusi in baraccopoli dove prospera la delinquenza e l’illegalità, migliaia di disperati si ritrovano a vivere a poca distanza da quartieri un tempo tranquilli nelle periferie delle città italiane, rendendosi spesso protagonisti di gravi casi di cronaca nera. Sia nella società civile che nel mondo politico non mancano voci autorevoli che invitano a porre un freno alla deriva criminale di questo flusso di immigrazione incontrollata. Tra le posizioni più critiche, si segnala quella del segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, che denuncia:[I cittadini] non ne possono più dei furti dei Rom [contro i quali] lo Stato non fa nulla, lasciando i cittadini in balia di questa gente” (Paolo Grumelli, Salvini fa il pieno in Abruzzo, mille persone a Montesilvano per il leader della Lega, “ViverePescara.it”, 7 febbraio 2015).


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