Riforma federalista dello Stato italiano

Il federalismo offre nuovi modelli di sviluppo e un nuovo concetto di unità: un paese che si differenzia per poter essere più unito

Tesi favorevole

PRO\VERSI

Realtà locali autonome per un’Italia federalista, è quanto auspicavano Einaudi e politici del calibro di don Luigi Sturzo dopo la presentazione della Costituzione. Negli ultimi decenni, le stesse convinzioni vengono perseguite da alcuni movimenti politici. Negli anni Novanta, l’ideologo della Lega Nord, Gianfranco Miglio, propone il passaggio da Costituzione “unitaria” a Costituzione “pluralistica” e “federale”, capace di garantire l’identità e lo sviluppo economico per le tante realtà disomogenee presenti sul territorio.
Contro le critiche che dipingono il federalismo come un movimento centrifugo e secessionista, alcuni esponenti del mondo politico sostengono un federalismo di tipo centripeto, che salvaguarderebbe l’unità e la coesione sociale e, allo stesso tempo, allontanerebbe il paese dalla stasi tipica delle gestioni centriste.
Seguendo l’esempio di un paese come la Cina, si possono ipotizzare differenti modelli di sviluppo e di funzionamento per le nostre Regioni, lontani dal concetto di gestione centralistica che invece mantiene il potere distante dalle periferie.


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