I cambiamenti che hanno investito la società odierna riguardano anche il modo in cui i fedeli cristiani guardano al matrimonio. La Chiesa non può non farsi carico del naufragio della vita coniugale di moltissime persone, accogliendo con misericordia coloro i quali hanno sperimentato un fallimento così doloroso. Nel dialogo tra la realtà ecclesiale ed il mondo contemporaneo infatti si possono trovare le soluzioni più adatte al problema e solo in questo modo è possibile realizzare pienamente gli intendimenti del Concilio Vaticano II (1962-1965) voluto proprio per consentire alla Chiesa di aprirsi alle nuove sfide che la modernità pone. Non riconoscere la necessità di questo salto di qualità che i fedeli cattolici chiedono insistentemente significa un clamoroso passo indietro per tutta la cristianità ed una perdita di credibilità della Chiesa tutta. Le parole d'ordine devono essere “accoglienza” e “perdono”: due parole che sembrano essere state dimenticate dalla gerarchia ecclesiastica. Il Sinodo straordinario sulla famiglia svoltosi nell'ottobre 2014 ha indicato la strada giusta da percorrere.