La politica di Donald Trump

Le minacce del presidente Trump nei confronti della Corea del Nord avevano inasprito la crisi nucleare con Pyongyang

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In riferimento alla crisi nucleare innescata tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti – che tuttavia ha vissuto un momento di distensione a partire da marzo 2018, con l’interruzione dei test missilistici da parte di Kim Jong-un e gli incontri tra il leader supremo coreano e Donald Trump – diversi politici di rilevanza internazionale hanno definito eccessive e pericolose le dichiarazioni di Trump riferite a Kim Jong-un.
Il leader nordcoreano aveva dichiarato inaccettabili le accuse lanciate da Washington, definendo Trump un pericoloso capo di Stato che sta “scherzando con il fuoco”. Il ministro degli Esteri di Pyongyang aveva asserito che la Casa Bianca stava lanciando una vera dichiarazione di guerra nei confronti della Corea del Nord. Persino la Federazione Russa aveva alzano i toni nei confronti di Donald Trump, ritenendo il presidente responsabile di un’escalation di tensione che si era creata attorno alla crisi nucleare con Pyongyang.
Il ministro degli Esteri russo aveva invitato gli USA a moderare il tono delle proprie accuse, sottolineando che il leader nordcoreano non rappresentava una reale minaccia ed era al contrario disposto ad armonizzare la situazione.
Durante il mandato di Trump, c'era stato un notevole aumento della diplomazia personale tra lui e il leader nordcoreano Kim Jong-un, con incontri storici come il summit di Singapore nel 2018 e il summit di Hanoi nel 2019. Tuttavia, nonostante questi incontri, non sono stati fatti progressi significativi nel raggiungere un accordo sostanziale sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Il governo Biden, succeduto a Trump, ha espresso interesse a rinnovare i colloqui con la Corea del Nord, ma finora non vi sono state evoluzioni rilevanti.


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