Perché insegnare il dibattito a scuola
L’insegnamento del dibattito nelle scuole favorisce l’acquisizione di competenze trasversali per gli studenti in diversi campi e, nel contempo, porta degli indubbi benefici anche ai docenti, soprattutto nell’ambito organizzativo e in quello gestionale.
Per i ragazzi i benefici sono in primo luogo di carattere cognitivo: la pratica del dibattito stimola la ricerca di informazioni in modo autonomo, l’approfondimento di argomenti curricolari e migliora le capacità critiche sulle fonti. Gli studenti, inoltre, acquisiscono la capacità di confrontare testi, operare collegamenti e bilanciare le proprie argomentazioni. L’insegnamento del dibattito amplia la cultura generale e avvicina gli studenti ai problemi di attualità.
Anche le competenze di carattere socio-relazionali vengono rafforzate e migliorate con la pratica del dibattito: gli studenti, infatti, imparano a spaziare oltre i propri schemi mentali, ascoltando e apprezzando i punti di vista diversi dal proprio. Inoltre, si abituano al lavoro di gruppo e al rispetto di regole e di tempi stabiliti. Con il dibattito si acquisiscono inoltre fondamentali competenze di carattere comunicativo: si impara a parlare in pubblico (public speaking) con efficacia e convinzione, giustificando sempre le proprie opinioni e usando il lessico adeguato; si comprende come padroneggiare gestualità e postura e come modulare al meglio il tono della voce.
Altri benefici per i ragazzi sono di tipo emotivo-motivazionali (controllo delle emozioni, motivazione all’apprendimento attraverso una metodologia diversa, assunzione di responsabilità all’interno del gruppo), educativi (il dibattito aiuta ad allargare i propri orizzonti, imparando a rispettare le opinioni degli atri, e rende consapevoli di far parte di una comunità) e tecno-didattici (migliora le competenze nell’uso del
Il dibattito come insegnamento curricolare nelle scuole porta, infine, benefici anche ai docenti, che imparano a collaborare lavorando a un progetto comune, spesso interdisciplinare, confrontandosi per la ricerca e l’approfondimento delle tematiche da trattare e per altre questioni organizzative.