Il dibattito in Italia

In Italia il dibattito regolamentato, inteso come metodologia didattica per le scuole o le università, è in una fase che potremmo definire sperimentale. Ci sono diverse esperienze sul territorio nazionale, rappresentate in prevalenze, ma non solo, da gruppi di scuole che si uniscono in reti. Ogni scuola organizza autonomamente l’attività di dibattito, favorendo la formazione di circoli di studenti interessati e stabilendo regole e modalità di partecipazione.
Il dibattito come pratica didattica può essere sia inserito nel curriculum scolastico che applicato come attività extracurricolare, ed anche in questo caso le scuole possono scegliere in totale indipendenza la via da intraprendere: il percorso curricolare assicura la partecipazione della classe nella sua totalità, mentre quello extracurricolare valorizza le competenze degli studenti maggiormente interessati alla materia.
Negli anni la pratica del dibattito nelle scuole italiane è cresciuta, anche se la sua diffusione rimane imparagonabile a quella del mondo dell’insegnamento anglosassone. Il crescente interesse e l’impegno profuso dalle scuole capofila e dagli insegnanti coinvolti in prima linea ha portato all’organizzazione delle prime Olimpiadi Nazionali di Debate, svoltesi a Roma nel novembre 2017, fortemente sostenute dal Ministero della Pubblica Istruzione che finalmente ha riconosciuto il valore educativo e formativo del dibattito nelle scuole.
 

Olimpiadi Nazionali di Debate

Le prime Olimpiadi Nazionali di Debate in Italia si sono svolte a Roma nel novembre 2017, grazie a un bando emanato nell’autunno dell’anno precedente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, vinto dall’ITE "Enrico Tosi" di Busto Arsizio, in provincia di Varese, scuola capofila della rete Wedebate e cofondatrice di Avanguardie Educative. Hanno ricoperto ruoli centrali nell’organizzazione dell’evento anche gli Uffici Scolastici Regionali, che hanno selezionato in ogni regione le scuole Polo interessare alla promozione del dibattito, e le scuole stesse, che si sono impegnate nell’organizzazione di corsi e nella formazione di gruppi di dibattito. Uno degli obiettivi prefissati dagli organizzatori delle olimpiadi è quello di individuare una squadra da preparare per le future competizioni internazionali, in particolar modo per il World Schools Debating Championship (WSDC).
L’ITE "Enrico Tosi", scuola vincitrice del bando MIUR per l'organizzazione delle Olimpiadi, si è occupata della formazione di studenti e docenti, organizzando, in collaborazione con la Fondazione Merlini, due corsi di lingua inglese di livello avanzato, dieci corsi sul dibattito tenuti da insegnati formatori facenti capo alla rete WeDebate, e un corso per giudici riservato a una ristretta cerchia di docenti.
Il regolamento delle Olimpiadi Nazionali di Debate prevede l’individuazione di una Scuola Polo in ogni regione, con il compito di individuare la squadra di studenti (possono essere ammesse anche più squadre, se la regione in questione ha una numerosa popolazione scolastica). Le squadre sono composte da quattro studenti di scuole secondarie di secondo grado, con un’età compresa tra i quattordici e i diciannove anni, e da un insegnante accompagnatore. Il modello di dibattito è quello del World Schools Debating Championships (WSDC), che comprende dibattiti preparati e dibattiti estemporanei. Nella finale delle Olimpiadi Nazionali di Debate 2017 si sono sfidate la squadra della Sicilia (Pro) e la squadra della Puglia (Contro) sul tema “I paesi del G20, per salvare il pianeta dal riscaldamento globale, devono adottare obiettivi di riduzione delle emissioni globali di CO2 più ambiziosi rispetto a quelli degli accordi di Parigi”. La vittoria è andata alla squadra pugliese. Nella tabella che segue la classifica generale delle prime sei squadre:

 

Squadre

Vittorie

Punteggio

Puglia

6

1350.00

Sicilia

5

1250.00

Veneto

4

1268.00

Sardegna

4

1237.00

Liguria

4

1236.00

Toscana

4

1220.00

 


Rete WeDebate

La rete WeDebate è stata creata in Lombardia nel 2012 da sei Istituti scolastici che condividevano l’idea del dibattito quale buona pratica didattica, al fine di favorire il confronto didattico e un’organizzazione più razionale e funzionale delle risorse a disposizione. La rete è cresciuta in maniera esponenziale negli anni, fino a raggiungere i 58 Istituti scolastici membri nel 2018, guidati dall’ITE "Enrico Tosi" di Busto Arsizio, scuola Polo a capo del progetto fin dalla sua creazione. La crescita delle adesioni, che ha superato la percentuale del 70% annuo, e il sostegno decisivo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno creato i presupposti per l’organizzazione delle prime Olimpiadi Nazionali di Debate, svoltesi nel novembre 2017.
La Lombardia è la regione ad avere il maggior numero di Istituti scolastici associati alla rete WeDebate, ma la partecipazione è aumentata anche nelle altre regioni, che insieme rappresentano più del 50% del totale degli iscritti. La rete è formata da scuole secondarie di secondo grado. Le finalità formative della rete WeDebate sono riassunte nel documento di base pubblicato sul sito ufficiale: “Scopo di questo progetto è quello di fornire a tutti i protagonisti dell’educazione alla cittadinanza il sostegno e le risorse necessari perché i giovani possano avere un ruolo sempre meno passivo e sempre più propositivo nella società, imparando a difendere le proprie opinioni, nel rispetto di quelle altrui” (wedebate.org).
 

Palestra di Botta e Risposta

La Palestra di Botta e Risposta, nata nel 2006, è un progetto che ha come obiettivo l’integrazione del curriculum delle scuole superiori con l’insegnamento del dibattito. Al centro c’è l’organizzazione di tornei tra squadre di diversi Istituti scolastici su questioni controverse da affrontare in dibattiti regolamentati.
La Palestra di Botta e Risposta affianca a livello didattico gli Istituti scolastici che intendano intraprendere progetti simili. Inoltre, dal 2011 propone progetti in inglese alle scuole secondarie di primo grado.
Le finalità educative sono ben riassunte sul sito dell’Università degli Studi di Padova, all’interno della quale la Palestra è nata e si è sviluppata: “Questo è precisamente lo scopo del progetto “Palestra di botta e risposta” per un’educazione al dibattito: incentivare le attitudini utili e le conoscenze necessarie a promuovere le capacità di argomentare e controargomentare, in un parola la capacità di discutere, avendo di mira la formazione di un vir bonus bene disputandi peritus(bottaerisposta.fisppa.unipd.it).
Il torneo, che si svolge tra maggio e dicembre, è composto da una prima fase eliminatoria, nella quale vengono selezionate le migliori quattro squadre, a cui seguono semifinali e finale per l’assegnazione del titolo di Magnifico Disputante dell’anno. Le squadre sono composte da 7 studenti e già da ottobre vengono messe al corrente circa le questioni che dovranno dibattere e le posizioni da prendere (pro o contro). I ragazzi iniziano quindi un’accurata preparazione sotto la supervisione dei propri insegnanti che partecipano al progetto e possono servirsi dell’aiuto di tutta la classe per la ricerca di testi, l’analisi di questioni controverse e l’approfondimento delle tematiche scelte per il torneo.
Il protocollo utilizzato dalla Palestra di Botta e Risposta per regolamentare lo svolgimento dei dibattiti, chiamato “Patavina Libertas”, dal motto dell’Università di Padova (“Universa Universis Patavina Libertas”), prevede gerarchie e tempistiche specifiche per i vari tipi di interventi. Il protocollo è sintetizzato sul sito dell’Università di Padova:

Prologo: presentazione del problema e della sua rilevanza nonché della tesi e delle argomentazioni che la squadra svilupperà nel corso del dibattito: durata 2 minuti.

Prima argomentazione: presentazione delle argomentazioni a sostegno della propria posizione: durata 3 minuti; segue il dialogo socratico: durata 2 minuti.

Seconda argomentazione: presentazione di ulteriori argomentazioni a sostegno della propria posizione: durata 3 minuti; segue il dialogo socratico: durata 2 minuti.

Pausa di 10 minuti per preparare le repliche alle argomentazioni

Replica: presentazione delle repliche rivolte alla posizione sostenuta dagli avversari: durata 2 minuti; difesa da parte degli avversari: durata 2 minuti.

Epilogo: ricapitolazione dello svolgimento del dibattito e conclusione: durata 2 minuti.

La particolarità del formato elaborato dalla Palestra di Botta e Risposta è la presenza dei “dialoghi socratici” dopo ciascun discorso di argomentazione, che stimolano gli studenti a uno scambio dialettico, dinamico e libero da schemi, ispirati allo stile socratico. I dialoghi devono essere provocatori e spingere l’avversario ad ammettere l’insufficienza delle proprie posizioni. Chi conduce il dialogo cerca dunque di far cadere in contraddizione o di indebolire le prove fornite dall’avversario a supporto della propria tesi attraverso opportune domande, che possono essere sia aperte, lasciando parlare l’interlocutore, sia dirette, pretendendo ad esempio una risposta affermativa o negativa. La valutazione dei dibattiti è affidata a una giuria, i cui membri, formati dalla Palestra Botta e Risposta, sono tenuti a specificare quali discorsi, o parti di essi, sono stati efficaci, suggerire quali interventi e strategie possono essere migliorati e proclamare il vincitore.
 

A suon di parole

“A suon di parole” è un torneo di dibattito che si svolge in Trentino dal 2010 che, grazie al sostegno di IPRASE (Istituto per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa della Provincia di Trento) e della Facoltà di Giurisprudenza di Trento. Dopo un primo anno di sperimentazione ha riscosso un successo esponenziale, attirando a sé altri importanti partner, tra i quali l’Assessorato alla Cultura, Turismo e Giovani del capoluogo regionale, la Società Filosofica Italiana Trentino-Alto Adige e il Comune di Rovereto.
Al centro del torneo ci sono gli studenti, che sono chiamati a mettere in pratica le proprie competenze argomentative su tematiche di tipo sociale e civico, estendendo così i propri orizzonti di studio e di analisi a questioni di attualità che difficilmente sarebbero state toccate in un normale percorso curricolare. La formazione degli insegnanti, curata dalla Facoltà di Giurisprudenza di Trento, tratta i concetti base della retorica classica e dell’argomentazione contemporanea: centrale è il modello processuale dialettico, con due interlocutori che sostengono tesi opposte dinanzi a un terzo soggetto giudicante. La particolarità del torneo “A suon di parole” è il coinvolgimento delle classi, partecipanti nella loro totalità: per squadra infatti si intende l’intera classe, con una suddivisione dei ruoli tra gli studenti, i quali si spartiscono i compiti delle fasi preparatorie e di svolgimento dei dibattiti. All’interno di ogni squadra vengono designati sei oratori, tre con ruolo di argomentatori e tre di contro-argomentatori, che possono essere sostituiti nel corso delle varie sfide del torneo. Nell’articolo 8 e nell’articolo 9 del regolamento di “A suon di parole” vengono esposte le regole per lo svolgimento dei singoli dibattiti:

“A sostegno della propria tesi ciascuna squadra elabora e presenta tre argomentazioni.
In contraddittorio con le tre argomentazioni avversarie, ciascuna squadra elabora e presenta tre contro-argomentazioni.
Ciascuna contro-argomentazione deve confutare gli argomenti espressamente dedotti dagli avversari, senza introdurre nuove argomentazioni
”.

Lo schema riportato è il seguente:

· 3 interventi argomentativi di durata massima di 3 minuti ciascuno per entrambe le squadre alternate.

· La fase argomentativa e contro-argomentativa della partita sono separate da uno spazio di circa 20 minuti destinato all’elaborazione dei contro argomenti da parte delle singole squadre e alla valutazione, da parte della giuria, della fase argomentativa.

· 3 interventi contro-argomentativi della durata massima di 3 minuti ciascuno per entrambe le squadre alternate.

· Dopo la fase contro-argomentativa Giuria si ritira per la valutazione della stessa, per la valutazione complessiva della gara e per la determinazione della squadra vincitrice e dei migliori oratori/trici di ciascuna fase.

· A conclusione della gara si procede alla proclamazione pubblica della squadra vincitrice e degli oratori/trici che si sono distinti nella fase argomentativa e contro-argomentativa.

La valutazione dei dibattiti è affidata ad una giuria composta da un minimo di tre giudici estranei alle squadre sfidanti. I criteri di valutazione si basano su specifici indicatori, per ciascuno dei quali i giudici sono tenuti ad assegnare un punteggio tra 0 e 5 (0 livello pessimo; 1 livello scadente; 2 livello sufficiente; 3 livello discreto; 4 livello buono; 5 livello ottimo). A seguire, lo schema degli indicatori proposto nel regolamento di “A suon di parole”:

FASE ARGOMENTATIVA

Contenuto: (punti da 0 a 5)

Qualità argomentativa

Quantità argomentativa

Pertinenza dell’intervento

Modo o forma: (punti da 0 a 5)

Lucidità espositiva

Lessico

Actio

FASE CONTRO-ARGOMENTATIVA

Contenuto: (punti da 0 a 5)

Qualità contro-argomentativa

Quantità contro-argomentativa

Pertinenza dell’intervento

Modo o forma: (punti da 0 a 5)

Lucidità espositiva

Lessico

Actio

Molti sono gli aspetti educativi del torneo “A suon di parole”, tra i quali l’educazione al confronto civico, all’analisi di temi complessi e al lavoro di squadra. Durante la pratica dei dibattiti, inoltre, gli studenti attivano importanti competenze nei campi della comunicazione, dell’argomentazione, dell’esposizione e dell’analisi.


Exponi le tue idee!

“Exponi le tue idee!” è un torneo educativo di dibattito e contraddittorio riservato alle scuole superiori italiane, la cui prima edizione risale all’anno scolastico 2015/2016. Gli argomenti dei dibattiti si ispirano a tematiche globali d’attualità, come i diritti umani, l’integrazione, la salvaguardia dell’ambiente, le migrazioni, lo sviluppo sostenibile ecc…
Il torneo, che si volge in diverse fasi distribuite nell’arco dell’anno scolastico (fase preliminare, spareggi e Debate Day finale), coinvolge studenti, insegnanti e volontari. Nei dibattiti vince la squadra che riesce a far prevalere le proprie posizioni senza prevaricare l’altro. Il torneo “Exponi le tue idee!” è organizzato da WeWorld Onlus, organizzazione non governativa italiana di cooperazione internazionale che opera in Italia, Asia, Africa e America Latina in difesa dell’infanzia, delle donne e delle comunità locali, contro povertà e disuguaglianze. Il regolamento della competizione prevede una fase preliminare che si svolge attraverso dibattiti interni ai singoli Istituti scolastici, pensata per fa partecipare al progetto il maggior numero possibile di ragazzi; una seconda fase di spareggio su base territoriale e regionale; e il Debate Day finale del mese di maggio, nel quale si sfidano le migliori squadre italiane selezionate nelle precedenti fasi del torneo.
Le squadre sono composte da sei studenti: il capitano, incaricato di tenere il discorso di apertura e quello conclusivo; il primo e il secondo oratore che approfondiscono la tesi del capitano e controbattono quelle degli avversarie; tre uditori critici che devono prendere nota degli argomenti sostenuti dagli avversari per aiutare gli oratori nelle pause. Altri componenti della squadra svolgono ruoli legati prevalentemente alla preparazione al dibattito: ricercatori, strateghi, allenatori.
Agli studenti sono assegnati molti dei ruoli organizzativi: assistente dei giudici, cronometrista, presidente del dibattito, assistente di sala, assistente di dibattito, addetti stampa.
Per quanto concerne la valutazione, i giudici sono chiamati a giudicare la strategia e la logica argomentativa e controargomentativa, lo stile espositivo e i contenuti. Ogni giudice può assegnare un massimo di 50 punti a squadra, di cui 10 per il primo intervento del capitano, 10 per il primo e 10 per il secondo oratore, 10 per il dibattito libero, 10 per l’intervento conclusivo del capitano.