Nr. 136
Pubblicato il 10/03/2017

La teoria dei cosmonauti perduti

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Tra i principali complotti riguardo la storia della corsa allo spazio emerge con notevole risalto la teoria dei “cosmonauti perduti”.
La tesi riguardante il complotto dei cosmonauti perduti sostiene che agli inizi della corsa allo spazio l’Unione Sovietica abbia volutamente tenuto nascoste all’opinione pubblica alcune tragiche vicende che hanno portato alla morte di diversi cosmonauti in orbita terrestre.
I sostenitori di questa teoria ritengono che Jurij Gagarin, il primo cosmonauta della storia, sia stato in realtà solamente il primo cosmonauta a tornare vivo sulla Terra, mentre altri cosmonauti che avevano tentato di compiere la stessa missione prima dell’aprile del 1961 sono morti nello spazio a seguito di alcuni inconvenienti riscontrati durante le missioni.
Mosca avrebbe intenzionalmente taciuto in merito a queste presunte morti nel cosmo per non macchiare la propria reputazione di prima nazione ad aprire le vie del cosmo nei confronti della corsa allo spazio e nel contesto della guerra fredda.
Sebbene la teoria dei cosmonauti perduti abbia preso piede saldamente tra l’opinione pubblica nel corso degli anni e sia tutt’oggi largamente supportata da molte persone, diversi autori e critici hanno cercato di screditare questo complotto e di dimostrare quanto la teoria sia in realtà infondata e priva di alcuna validità scientifica.
Il dibattito è rimasto acceso per un lungo periodo e continua ancora oggi a suscitare polemiche e incertezze.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

Secondo la teoria dei “cosmonauti perduti”, l’Unione Sovietica avrebbe tenuto nascoste all’opinione pubblica le morti di diversi cosmonauti in orbita terrestre, per cui Jurij Gagarin, il primo cosmonauta della storia, sarebbe stato in realtà solamente il primo a tornare vivo sulla Terra, mentre altri sarebbero morti nello spazio a seguito di inconvenienti riscontrati durante le missioni.
01 - Le intercettazioni dei radioamatori Judica-Cordiglia sono la prova dell’esistenza di cosmonauti perduti nello spazio

La teoria dei cosmonauti perduti trova la sua più valida conferma nell’operato dei fratelli Judica-Cordiglia. Le registrazioni dimostrerebbero che Jurij Gagarin non fu il primo a raggiungere lo spazio ma il primo a ritornare sano e salvo sulla Terra. I segnali audio recuperati dai radioamatori torinesi permettono di ascoltare il battito cardiaco e alcune richieste di soccorsi.

Le tesi dei radioamatori Judica-Cordiglia costituiscono per molti un caso di scorretta informazione. Si basano su presupposti dettati esclusivamente dal bisogno di fornire storie sensazionali alla stampa. La scarsa evidenza delle ricerche, le argomentazioni inconsistenti e i numerosi errori interpretativi hanno portato molti scettici a ritenere la teoria dei cosmonauti perduti una leggenda.

02 - La teoria dei cosmonauti perduti è infondata e priva di alcuna validità scientifica

La teoria dei cosmonauti sovietici perduti è stata in larga parte confutata. Secondo i critici si tratta di leggende metropolitane, basate su presupposizioni infondate e prive di alcuna validità scientifica. Di questo parere sono lo scrittore Luca Boschini, e l’ingegnere e giornalista James Oberg.

La teoria dei cosmonauti perduti asserisce che nel periodo di corsa allo spazio il governo sovietico abbia taciuto su alcuni incidenti che avrebbero portato alla morte diversi cosmonauti. I massimi esponenti della tesi sono i fratelli radioamatori torinesi Jurica-Cordiglia. La teoria dei cosmonauti perduti è supportata da altri radioamatori come Mario Del Rosario.

 
01

Le intercettazioni dei radioamatori Judica-Cordiglia sono la prova dell’esistenza di cosmonauti perduti nello spazio

FAVOREVOLE

La teoria dei cosmonauti perduti trova la sua più valida conferma nell’operato dei fratelli torinesi Judica-Cordiglia.
I due radioamatori, che durante i primissimi anni della corsa allo spazio sondavano il cielo con apparecchiature radio, hanno intercettato presunti segnali di cosmonauti perduti in orbita.
Parte della stampa e diversi sostenitori ritengono valida la teoria dei cosmonauti perduti grazie alle azioni di intercettazione operate da Torre Bert, il centro operativo dei due fratelli torinesi.
Le registrazioni, tutt’oggi disponibili, permettono di dimostrare che Jurij Gagarin non fu il primo cosmonauta a raggiungere lo spazio ma solamente il primo a ritornare sano e salvo sulla Terra.
I segnali audio recuperati dai radioamatori torinesi permettono di ascoltare il battito cardiaco e alcune richieste di soccorso lanciate da cosmonauti in agonia.
Le dichiarazioni dei fratelli Judica-Cordiglia sono oggi ampiamente supportate da diversi opinionisti e da molteplici siti internet che ritengono valida la teoria secondo cui nei primi anni della corsa allo spazio diversi cosmonauti siano rimasti vittime di incidenti in orbita attorno alla Terra.

CONTRARIO

Le tesi dei fratelli radioamatori Judica-Cordiglia costituiscono secondo molti autori un evidente caso di scorretta informazione attraverso la quale, per anni, parte dell’opinione pubblica ha creduto all’esistenza di cosmonauti perduti nello spazio nei mesi precedenti al volo di Jurij Gagarin.
Lo scetticismo in riferimento alla teoria dei cosmonauti perduti ha infatti portato a sostenere che le registrazioni di Torre Bert siano accompagnate da dichiarazioni assurde fatte da Gian Battista e Achille Judica-Cordiglia.
Questi aspetti hanno costretto molti autori a ritenere assurde le rivendicazioni dei due fratelli torinesi.
Le tesi di Judica-Cordiglia si basano infatti su presupposti dettati esclusivamente dal bisogno di fornire storie sensazionali alla stampa per dare nuovi racconti interessanti in pasto all’opinione pubblica.
La scarsa evidenza delle ricerche effettuate a Torre Bert dai fratelli torinesi, le argomentazioni inconsistenti e i numerosi errori interpretativi hanno portato molti scettici a ritenere la teoria dei cosmonauti perduti solamente una leggenda.

 
02

La teoria dei cosmonauti perduti è infondata e priva di alcuna validità scientifica

FAVOREVOLE

La teoria dei cosmonauti perduti, ampiamente sostenuta a partire dai primissimi anni Sessanta e ancora oggi supportata, asserisce che nel periodo di corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica il governo sovietico abbia taciuto in riferimento ad alcuni gravi incidenti che avrebbero portato alla morte di diversi cosmonauti in orbita terrestre.
Secondo questa tesi, i cui massimi esponenti sono i fratelli radioamatori torinesi Jurica-Cordiglia, Jurij Gagarin non sarebbe stato il primo uomo a volare nello spazio ma solamente il primo a tornare vivo da un volo orbitale.
La teoria dei cosmonauti perduti è largamente supportata da altri radioamatori, giornalisti e blogger italiani e dimostra il fatto che l’esplorazione spaziale dei primi anni abbia sulla coscienza diverse morti che ancora oggi vengono apparentemente tenute segrete dal governo della Federazione Russa.
L’inizio dell’era spaziale, in altre parole, sarebbe segnato da gravi incidenti in orbita terrestre di cui gli esponenti dell’ex programma spaziale sovietico non vogliono esprimersi e mantengono la riservatezza su questi fatti.

CONTRARIO

La teoria dei cosmonauti perduti, secondo la quale l’Unione Sovietica nel periodo della corsa allo spazio abbia intenzionalmente tenuto nascosto una serie di incidenti in orbita terrestre che avrebbero portato alla morte di presunti cosmonauti prima del volo orbitale di Jurij Gagarin, è stata in larga parte confutata da diversi autori.
Secondo i critici di questa teoria le ipotesi dell’esistenza di cosmonauti perduti in orbita nei primi anni Sessanta altro non sono che leggende metropolitane, basate su presupposizioni infondate e prive di alcuna validità scientifica.
Diversi scettici di questa teoria, come Luca Boschini, autore del libro Il mistero dei cosmonauti perduti: leggende, bugie e segreti della cosmonautica sovietica, CICAP, 2013, non riconoscono come valide le presunte registrazioni effettuate dai radioamatori italiani e demoliscono la tesi dei cosmonauti perduti.
Le argomentazioni utilizzate per spiegare l’esistenza di cosmonauti morti durante missioni nei primi anni Sessanta, secondo diversi autori sono dunque basate su false intercettazioni che i due fratelli radioamatori torinesi Judica-Cordiglia avevano captato all’epoca dei fatti dalla propria sede di ascolto.

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