L’esito del referendum e la conseguente bocciatura della riforma costituzionale non ha conseguenze irreparabili per la maggioranza di governo

Matteo Renzi ha affrontato il risultato elettorale con dignità, mettendoci subito la faccia in un discorso alla nazione, a poche ore dall’uscita dei primi exit poll. “Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Volevo ridurre il numero delle poltrone ma la poltrona che salta è la mia. Domani pomeriggio convocherò il Consiglio, ringrazierò i miei colleghi e salirò al Quirinale, dove consegnerò le dimissioni nelle mani del presidente Mattarella. Ringrazio tutti coloro i quali hanno lavorato perché le riforme andassero avanti. È stata una festa in un contesto in cui tanti cittadini si sono avvicinati alla Carta costituzionali. Sono fiero ed orgoglioso della possibilità che il Parlamento ha dato ai cittadini. Il No ha vinto in modo straordinariamente netto. Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Chi lotta per un’idea non può perdere. Voi non avete perso, sentitevi soddisfatti per il vostro lavoro. Vorrei che foste fieri di voi stessi. Si può perdere un referendum, ma non si può perdere il buon umore. Io ho perso, in Italia non perde mai nessuno. Io non sono così: ho perso. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria, L’esperienza del mio governo finisce qui” (Alessandra De Angelis, Risultati Referendum: exit poll, stravince il No con il 60%. Renzi si dimette, “investireoggi.it”, 5 dicembre 2016).
Sulla stessa lunghezza d’onda Maria Elena Boschi, promotrice della riforma: “Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, paese più forte in Europa. Non è andata così. Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni. Mettiamo al sicuro questa legge di bilancio. Poi pubblicheremo il rendiconto delle tante cose fatte da questo Governo. A tutti i comitati, a tutti gli amici e le amiche che ci hanno dato una mano, grazie. Decideremo insieme come ripartire, smaltita la delusione. Un abbraccio” (Dopo il referendum nel Pd è l'ora della resa dei conti, “tg24.sky.it”, 5 dicembre 2016).
Il risultato del referendum non ha lasciato troppo spazio alle interpretazioni sin dall’inizio, come confermato dal vicesegretario del PD Lorenzo Guerini, a pochi istanti dai primi exit poll: “I primi dati danno alcune indicazioni, aspettiamo conferma e faremo una valutazione più compiuta quando i dati arriveranno a nostra attenzione. Convocheremo gli organi del partito in pochi giorni, probabilmente martedì e decideremo le indicazioni sulle iniziative politiche da assumere" (Antonio Procacci, Referendum: le reazioni nazionali, “norbaonline.it”, 4 [5, NdR] dicembre 2016).
Nel Partito Democratico si sono sollevate diverse voci, alcune ottimistiche e caute. Stefano Pedica: “A Renzi va dato atto di essersi battuto da solo contro tutti, con una forza che gli rende onore. Ci ha dato un grande esempio e a lui dobbiamo dire grazie per la passione con cui ha cercato di cambiare il nostro Paese”. A gettare acqua sul fuoco ci pensa Giorgio Merlo: “Adesso è il momento della mediazione e della ricostruzione. Almeno per il Pd e per il centrosinistra”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che è candidato alla segreteria del partito: “Il Pd esce da questo scontro con molte ferite. Alcune potevano essere evitate. Molte si possono e si devono curare”. E il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aggiunge: “Ripartiremo da 13,5 milioni di italiani che hanno detto Sì e lo faremo con grande responsabilità” (Dopo il referendum nel Pd è l'ora della resa dei conti, “tg24.sky.it”, 5 dicembre 2016).
L’ex ministro dell’Interno ora agli Esteri Angelino Alfano ha chiosato: “Insieme a milioni di italiani, abbiamo giocato una bella partita e l'abbiamo persa. E' stato bello e giusto giocarla: per l'Italia" (Antonio Procacci, Referendum: le reazioni nazionali, “norbaonline.it”, 4 [5, NdR] dicembre 2016).

 

Claudio Alessandro Colombrita, 28 dicembre 2016

Un risultato schiacciante, che ha alimentato gli entusiasmi delle opposizioni ma anche di parte della maggioranza del Paese. La vittoria del No è stato un risultato consolidato sin dai primi exit poll della notte del 4 dicembre 2016. I dati definitivi sono: 65,47% l’affluenza degli elettori, 59,12% di voti contrari e 40,88% di voti favorevoli. Ribaltato invece il rapporto nei voti all’estero dove è prevalso il Sì. Il primo a parlare è stato Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che, al di là della prudenza del caso, non ha nascosto la propria soddisfazione dopo aver condotto con convinzione la campagna in favore del No: “Questo risultato è una vittoria del popolo contro i poteri forti. Vorrei dire mille volte grazie per la grande partecipazione popolare, oltre ogni più rosea previsione. Questa è una giornata di liberazione nazionale, ma Renzi lascia un Paese diviso" (Referendum, la vittoria del no: le reazioni, “ilcorriere.it”, 5 dicembre 2016). Il giorno dopo, il leader della Lega ha aggiunto: “Questo risultato ci dà ossigeno, energia ed entusiasmo, vedremo di usarli bene. La gente vuole un governo legittimo, e con la Lega vuole votare il prima possibile. Il dopo-Renzi sarà complicato, si dovranno affrontare problemi legati a disoccupazione, immigrazione, sistema bancario al collasso... ma noi non vediamo l'ora di essere messi alla prova". (Porta a Porta, 6 dicembre 2016).
Ancora più netto il capogruppo alla Camera per Forza Italia Renato Brunetta: “Grazie agli italiani che sono andati a votare così numerosi e hanno detto un enorme No a Renzi. Renzi si dimetta e il Pd garantisca un governo perché ha un premio di maggioranza. Dobbiamo approvare la Legge di Bilancio e approvare in Parlamento una nuova legge elettorale per dare a questo paese regole stabili. Abbiamo vinto tutti, hanno vinto gli italiani” " (Referendum, la vittoria del no: le reazioni, “ilcorriere.it”, 5 dicembre 2016).

Anche il leghista e vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha commentato il risultato: "La partecipazione è veramente una vittoria per il popolo, c'è una bocciatura totale non solo di Renzi, ma di tutti i poteri forti schierati con lui. Renzi prenda atto della sconfitta, ora finalmente il popolo potrà andare a votare e avere un governo che prende le decisioni per il bene del Paese” (Referendum, Salvini: "Vittoria degli italiani, siamo pronti alla sfida del dopo-Renzi", “quotidiano.net”, 5 dicembre 2016).

A chiudere il fronte del centrodestra, le dichiarazioni di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Il trend è significativo, questo messaggio dagli italiani non è solo per Renzi, ma anche per Mattarella, e dice che i cittadini sono stufi di governicchi frutto di inciuci. Questo è un bel giorno per l'Italia, che non si fa comprare da una frittura di pesce. Da parte nostra noi mettiamo in campo un'alternativa al Governo basata sul concetto di sovranità e sull'interesse nazionale. Non vogliamo il quarto governo non scelto dagli italiani. Il prossimo leader deve essere scelto dal basso” (Referendum, Salvini: "Vittoria degli italiani, siamo pronti alla sfida del dopo-Renzi", “quotidiano.net”, 5 dicembre 2016).

Non si sbilancia Massimo D’Alema ma la sua è una vittoria su Renzi: “Per me è stata una giornata bellissima, non azzanno Renzi, ho combattuto una scelta sbagliata, con serenità e a viso aperto, senza rancore personale. Si ferma una cattiva riforma costituzionale e fallisce un disegno politico, una certa idea del futuro del centrosinistra italiano”. (Referendum, Salvini: "Vittoria degli italiani, siamo pronti alla sfida del dopo-Renzi", “quotidiano.net”, 5 dicembre 2016).

Soddisfazione anche dal Movimento 5 Stelle per bocca di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera: “Oggi ha perso l’arroganza al potere che abbiamo visto in questi anni, da cui impareremo tante cose per la formazione del nostro programma e la nostra squadra governo. Coinvolgeremo le migliori energie, i migliori entusiasmi e le migliori libertà che vorranno partecipare ad un’idea diversa di Paese, in cui l’uomo solo al comando non esiste più, dove esistono i cittadini che governano le istituzioni, le persone che in rete creano proposte che cambiano il paese. L’idea di politica è finita oggi con questo referendum. Vogliamo coinvolgere tutti i cittadini, anche chi ha votato sì” (Referendum, la vittoria del no: le reazioni, “ilcorriere.it”, 5 dicembre 2016).