La riforma della Buona Scuola per la prima volta affronta seriamente il problema dei precari. Era necessario infatti trovare una soluzione per i centomila precari delle cosiddette graduatorie in esaurimento, situazione che era stata ereditata dai precedenti Governi. Per molto tempo era presente una vera e propria rassegnazione ad affrontare il problema del precariato attraverso le graduatorie a scorrimento. Fino al momento in cui è iniziato il dibattito sulla riforma della scuola la reazione di fronte a qualsiasi proposta di valorizzazione del merito per i docenti era di segno negativo. Quella del precariato è stata una vera e propria piaga, che ha avuto prima di tutto un costo economico di notevole rilevanza — nel 2014 sono stati spesi 876 milioni di euro per coprire le supplenze annuali — ma anche un costo culturale e un costo sociale. Il Governo si è impegnato non solo ad assumere i precari, ma anche a farlo in tempi certi, contingentati e già calendarizzati.