I ministri dovrebbero essere scelti in base alle competenze e non all'appartenenza politica

Per premiare la competenza e contrastare il servilismo verso i partiti si dovrebbero introdurre requisiti minimi di studio e formazione per i ministri

Tesi favorevole

PRO\VERSI

La “rottamazione” della vecchia classe politica ha spinto l'Italia in mano agli incompetenti. Ciò è frutto della degenerazione di una certa cultura successiva alla Prima Repubblica, in cui la classe dirigente ha cominciato a formarsi non più solo in base alle competenze ma anche in base all'obbedienza servile ai partiti.
Sarebbe necessario introdurre dei requisiti minimi di accesso per la nomina a capo di un dicastero. È assurdo pensare che a un ministro sia consentito di esercitare la propria funzione senza l'obbligo di una laurea triennale e di fare esperienza sul campo mentre lo stesso non è consentito ai diplomati che vogliono partecipare a un concorso per funzionario amministrativo o a coloro che vogliono svolgere professioni che richiedono incarichi di responsabilità nei diversi settori (dal campo medico a quello legale e scientifico). Il risultato è nei recenti governi (Renzi, Letta e Gentiloni), in cui si sono susseguiti molti ministri senza laurea.
Per i ministri più giovani questa mancanza di istruzione e competenze è da ricercare, molto probabilmente, nel sistema scolastico in cui sono cresciuti (quello degli anni Ottanta), in cui studio e cultura hanno perso di valore.


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