Esistono ancora consistenti differenze di trattamento nei reati contro gli uomini e nei reati contro gli animali. Urge un intervento deciso per equipararli

Un campanello d’allarme

L’animale è ora tutelato direttamente dal nostro ordinamento giuridico. I maltrattamenti sono ad oggi puniti dal codice penale ma non adeguatamente rispetto all’efferatezza di crimini, sempre più frequenti. Spesso ci si sente impuniti e l’ondata dilagante di violenza sui social e in tv non fa altro che accrescere l’esigenza di intervenire immediatamente.
Paolo Bernini, portavoce del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un disegno di legge per l’inasprimento delle pene, afferma: “La scienza e l’FBI hanno riconosciuto il maltrattamento e l’uccisione degli animali come importanti segnali di devianza psicologica, prodromici ai crimini commessi contro la società e, generalmente, contro la parte più fragile di essa: chi uccide un animale può uccidere bambini, anziani, donne” (Paolo Bernini, Pene più severe per chi maltratta gli animali, ”ilblogdellestelle.it”, consultato il 20 marzo 2018).

Perfino l’FBI, individuando il profilo comune del serial killer, affermava già negli anni Novanta che eventi prodromici ad un assassinio potevano essere la tortura o l’uccisione di animali effettuate da piccoli: “Alcuni studi di psicologia, infatti, dimostrano che circa il 70 per cento dei criminali violenti ha 'cominciato' abusando animali; la possibilità di raccogliere statistiche su casi del genere può quindi aiutare le forze di polizia a delineare soggetti singoli, segmenti della popolazione o eventuali zone a rischio” (L'FBI ha inserito la crudeltà contro gli animali nella stessa 'classe di reato' dell'omicidio, “news.vice.com”, 8 gennaio 2016).

Violenza sessuale

Il maltrattamento degli animali è un indice affidabile come precedente rispetto agli crimini a sfondo sessuale. Ad affermarlo la Polizia di Sidney – Australia: “Il 100% degli omicidi a sfondo sessuale hanno avuto precedenti di maltrattamento su animali” (Animal Cruelty; Common in Many Killers, Sunbury/Macedon Ranges Leader, 26 Apr. 2005).

 

Claudio Alessandro Colombrita, 21 aprile 2018

Esagerazione e attenzione spasmodica

I diritti degli animali sono già tutelati adeguatamente nella nostra società, a volte persino oltremodo, con campagne mediatiche lunghe e monotematiche. C’è chi richiede maggiore attenzione ad altri tipi di diritti, come quelli dei bambini. A volte, infatti, è più comodo sposare la causa animalista piuttosto che affrontare tematiche maggiormente complesse, come quelle legate all’infanzia.

La giornalista Maria Volpe afferma: “Penso che gli animali si debbano amare, non rendere pupazzi simil-umani. Lo stesso amore, rispetto, attenzione, solidarietà, cura, generosità, tolleranza, disponibilità che la società oggi ha per gli animali, li vorrei per bimbi e anziani. Anzi no, ne vorrei di più per bimbi e anziani” (Maria Volpe, Se un cane vale più di un bimbo,”27esimaora.corriere.it”, 31 marzo 2011).

L’eccesso di amore è maltrattamento

Addirittura, ribaltando la prospettiva, può essere considerato maltrattamento l’eccesso di cure. Bisogna fare attenzione a non confondere gli animali con dei peluches, essere inanimati da plasmare a proprio piacimento. Il famoso conduttore televisivo Cesar Millan, scrittore ed educatore canino, conferma questa tesi: “L’eccesso di amore per gli animali può essere considerato maltrattamento di animali. Ci sono esseri umani che si sono focalizzati sulla professione e non sulla famiglia. Così vogliono riempire quel vuoto con gli animali. Ma gli animali si sentono incompleti perché non sono esseri umani e hanno altri bisogni fisici e psicologici” (“L’eccesso di amore verso un cane o un gatto, può essere considerato maltrattamento di animali” Ecco le motivazioni dell’esperto canino, “blog.pianetadonna.it”, 7 settembre 2016).