Non si può paragonare SOX a Fukushima, si tratta di due mondi completamente diversi

Un paragone senza logica

Il paragone fra l’esperimento SOX e Fukushima non è basato su alcun elemento concreto e rappresenta allarmismo puro. Nel caso di SOX si parla di un decadimento radioattivo, cioè un processo naturale che non può essere né accelerato né rallentato, in Fukushima invece si parla di fissione nucleare indotta da un neutrone, dunque una reazione a catena indotta dall’uomo, aspetto che, nell’esperimento in questione, non sussiste.
I Laboratori Nazionali Gran Sasso si sono così espressi: “Il paragone con il disastro della centrale nucleare giapponese o anche la semplice associazione di idee, non si fonda su argomenti concreti né realistici, ed è un’operazione mediatica scorretta che ha come effetto quello di diffondere tra le persone uno stato di ingiustificato allarme. Intanto perché a SOX non possono essere associati i rischi connessi a una centrale nucleare perché non è un reattore nucleare, e non può esplodere, neppure a seguito di azioni deliberate, errori umani o calamità naturali” (Ecco la risposta dei Laboratori nazionali del Gran Sasso alle Iene, “ilfoglio.it”, 28 Novembre 2017).

Nell’esperimento in questione la sostanza è ferma, mentre nelle centrali nucleari essa viene bombardata continuamente. Inoltre, il contenitore è una garanzia, come confermato dal fisico teorico Federico Carta: “La sostanza radioattiva sta chiusa dentro due contenitori concentrici di acciaio, con pareti di 20cm, in grado di resistere temperature di 1700 gradi, a prova di terremoto, a prova di inondazione, a prova di frana, a prova di vulcano, costruite appositamente per Sox soddisfacendo i massimi standard di sicurezza internazionali” (Federico Carta, Il Gran Sasso e quella bufala "radioattiva", “ilgiornale.it”, 2 dicembre2017).

Potenze diverse

Il secondo elemento che differenzia in modo chiaro SOX da Fukushima è la differenza di potenze. In una centrale nucleare tipica si lavora con potenze dell’ordine di 1 GigaWatt, cioè di un miliardo di Watt, mentre l’esperimento nei Laboratori del Gran Sasso ha una potenza di molto inferiore, 1 kiloWatt, pari a mille Watt, la potenza di un comune ferro da stiro.
Il presidente dell’INFN, Fernando Ferroni, ha chiarito: “Non c’è alcun pericolo per le persone e per l’ambiente in quanto la sorgente radioattiva (il Cerio-144 che è sotto forma di polvere solida) è sigillato in modo permanente e sicuro all’interno di una doppia capsula in acciaio saldata che lo rende a prova di esplosione nucleare” (Marianna Ginaforte, Sox, Ferroni (Infn): “E’ a prova di …esplosione nucleare” “rete8.it”, 23 ottobre 2017).

Claudio Alessandro Colombrita, 22 marzo 2018

Livelli molto vicini

Il paragone non è affatto fuorviante perché tra l’esperimento SOX e Fukushima sussistono diverse similitudini. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a materiale radioattivo che è estremamente pericoloso per l’ambiente e per i cittadini.
Il dott. Giuseppe Miserotti, referente per gli effetti della radioattività dell’Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE), si è espresso senza mezzi termini: “Siamo a livelli molto vicini alla quantità di radioattività dell’incidente di Fukushima. Nelle sperimentazioni non esiste la sicurezza assoluto e l’esempio classico è Fukushima” (Nadia Toffa, Un pericoloso esperimento nucleare tenuto nascosto, “iene.mediaset.it”, 21 novembre 2017).
Nel campo della scienza nulla è scontato e non si può mai dare per sicuro un esperimento, anche se effettuato con tutte le cautele del caso.

Rischio contaminazione

Ad aggravare ancora di più la situazione è il doppio pericolo derivante dal rischio sismico e dal rischio contaminazione. Il Laboratorio, infatti, è collocato in una delle falde acquifere più importanti dell’Abruzzo e un incidente con sversamento di materiale radioattivo potrebbe essere letale.
Così Augusto De Sanctis del Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua: “Eventuali incidenti che possono accadere potrebbero contaminare l’intero acquifero e poco conta se il tubo è nuovo oppure vecchio, perché comunque porterebbe acqua contaminata. Non possiamo assolutamente permetterlo, in un territorio tra Aquilano e Teramano che interessa 700 mila persone dove c’è il principale acquifero del centro Italia. Il problema è l’evento incidentale, che può andare dal sisma al fattore umano, addirittura volontario. Che potrebbe portare delle conseguenze catastrofiche non soltanto per l’Abruzzo, ma anche per l’Adriatico” (Roberto Santilli, 'L'esperimento SOX va abbandonato'', per forum H2o ''Da infn gravi omissioni'' “abruzzoweb.it”, 24 novembre 2017).