Sacchetti biodegradabili: il pagamento è un deterrente contro l'uso eccessivo

La legge sui sacchetti bio è un regalo alla Novamont

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Il 31 dicembre 2017, giorno precedente l’entrata in vigore della legge sui sacchetti biodegradabili, “Il Giornale” e “Libero” hanno diffuso la notizia secondo cui la normativa avvantaggerebbe l’azienda Novamont, vicina a Renzi e al PD, perché unica produttrice in Italia della materia prima prevista per i nuovi imballaggi. Giuseppe Marino, giornalista de “Il Giornale”, ricorda la partecipazione alla seconda edizione della Leopolda di Catia Bastioli, ad della Novamont, e la sua successiva nomina a presidente di Terna nel 2014, durante il governo Renzi. Stesse accuse sono mosse dal senatore Paolo Arrigoni, Commissario Nazionale della Lega Nord Marche.
Il giornalista Luca Telese spiega che l’azienda Novamont è l’unica ad avere il brevetto per produrre la materia prima richiesta dai nuovi standard. Per cui, qualunque azienda voglia produrre sacchetti bio dovrà rivolgersi a loro.
Inoltre, sono stati sollevati anche dubbi tecnici dagli addetti ai lavori: i nuovi sacchetti, spiega Mario Grosso, rischiano di essere scartati dagli impianti di compostaggio per finire nelle discariche, per i lunghi tempi di degradazione e per i disagi che creano al funzionamento dei macchinari.


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