Il VAR è ben visto dagli addetti ai lavori e trova concordi arbitri, presidenti, allenatori e calciatori

Il VAR nella pratica

Uno dei primi episodi controversi nel quale si è ricorso al VAR è stato durante la partita Atalanta-Juventus del I ottobre 2017, nella quale si sono verificate due situazioni poi messe sotto la lente d’ingrandimento del Video Assistant Referee (VAR).

La prima, in particolare, è stata presa come esempio per sottolineare l’importanza della nuova tecnologia: il gol annullato a Mandzukic per il contrasto avvenuto tra Lichtsteiner e Gomez, tornando indietro nell’azione di 13 secondi. L’occhio elettronico è riuscito ad evitare un’ingiustizia e ha consentito all’arbitro di prendere la decisione corretta, in quanto il precedente fallo viziava tutta l’azione.

Anche i calciatori sono soddisfatti e predicano calma. Maxi Lopez, attaccante dell’Udinese si è così espresso: “Aiuta a vedere cose che in partita non si vedono. Magari ci mette un po’ di tempo e quello non aiuta però se porta chiarezza e trova delle soluzioni, anche i giocatori devono portare pazienza. I giocatori vanno spesso a parlare con l’arbitro però è una cosa per dare una mano e penso che calciatori, tifosi e allenatori capiranno di avere un po’ di pazienza” (Udinese, Maxi Lopez: “Var? Anche noi giocatori dobbiamo portare pazienza”, “itasportpress.it”, 10 settembre).

Un aiuto valido agli arbitri

Gli arbitri non si sentono ostacolati dal VAR ma ne hanno compreso i punti di forza e ne hanno individuato un’importante funzione di aiuto, nei casi più delicati della partita.
Controllare una propria decisione è sintomo di umiltà, perché non si può governare tutto con precisione nell’arco dei novanta minuti.

La Società Sportiva Calcio Napoli ha affermato: “Noi pensiamo che l'introduzione del Var sia un aiuto importante per gli arbitri. Il Napoli applica il fuorigioco in modo molto intenso ed è la squadra che, in Italia, gioca più palloni nell'area avversaria. Con il Var chi gioca in questo modo si sente maggiormente tutelato” (Il Napoli precisa: "Assolutamente favorevoli al Var", “tuttosport.com”, 30 ottobre 2017).

Una flessibilità necessaria

Anche i protagonisti che calcano da anni il palcoscenico del calcio hanno compreso l’importanza del VAR, un’opportunità per fare un passo avanti, senza compromettere uno spettacolo che diverte da sempre milioni di spettatori. Giovanni Trapattoni, uno dei più celebri allenatori italiani, si è così espresso: “Con gli interessi che ci sono è giusto che ci sia un giudizio extra anche se io sono ancora della vecchia scuola, tra quelli che pensano che alla fine gli errori dell’arbitro si compensano. Ma è come quando prendi una multa, ti arriva a casa la foto con scritto 60 all’ora dove devi andare a 50. Tu non te ne eri accorto, ma davanti alla foto sei impotente. Hai torto. Ecco la Var è come una multa con foto” (Trap: “La Var è come la multa: la foto ti incastra. Mi rivedo in Sarri”, “lastampa.it”, 27 ottobre 2017).

Claudio Alessandro Colombrita, 17 dicembre 2017

I problemi pratici del VAR

Il gol annullato a Mandzukic, giocatore della Juventus, in Atalanta-Juventus del I ottobre 2017, per il precedente contrasto avvenuto tra Lichtsteiner e Gomez, rappresenta un caso importante.
Tornare indietro di 13 secondi ogni volta (nella migliore delle ipotesi), è improponibile e si rischia di allungare i tempi oltremodo con eccessive pause di gioco.
I detrattori del VAR rimarcano che se in tutte le azioni da gol si tornasse indietro di 13 secondi, sarebbe frequente trovare una situazione o un contrasto dubbio.

Massimo Busacca, designatore degli arbitri FIFA: “Non mi fiderei di vedere un mio intervento corretto da un’altra figura piazzata a bordo campo davanti a una tv. Pretenderei di rivedere l’azione e di valutare con i miei occhi” (Busacca contro la tecnologia: "Moviola in campo? No grazie", “arbitri.com”, 11 marzo 2014).

Le lamentele degli addetti ai lavori

Il Var svuota di significato la presenza dell’arbitro, nega le sue interpretazioni e il suo margine di scelta, così le dinamiche di gioco vengono vivisezionate continuamente, senza lasciare liberamente fluire il gioco con i suoi contrasti. Così l’ex allenatore del Milan Vincenzo Montella, dopo l’espulsione di Bonucci in Milan-Genoa: “Il Var sta diventando più una situazione televisiva piuttosto che di campo: questo aspetto va un po’ modulato. Chi fa calcio lo sa che in questo caso sta cercando di prendere posizione: io c’ho fatto una carriera così, sapete quanti gol ho fatto prendendo posizione in questo modo?” (Tiziana Cairati, Montella infuriato contro la Var: “È più tv che campo”, “lastampa.it”, 22 ottobre 2017). Chi ha calcato i campi per tanti anni dunque, si sente delegittimato da uno strumento che non tiene conto delle dinamiche di gioco.

La malafede diventa un aggravante inevitabile

Le polemiche sono il sale del calcio e da sempre tengono in piedi l’intero mondo, con giornali, trasmissioni radiofoniche e televisive, esperti e opinionisti. Il Var non attenua le polemiche ma anzi rischia di aumentarle perché se, nonostante l’occhio elettronico, si decidesse in maniera errata, allora il richiamo alla malafede, ben presente ancora nel mondo dei tifosi, sarebbe quasi assordante. Luca Marelli, blogger: “LA VAR servirà a placare le polemiche? La risposta, per quanto deprimente possa essere, è immediata: NO. Anzi, se proprio vogliamo essere un minimo riflessivi ed obiettivi, la VAR accentuerà ulteriormente le polemiche. Insomma, la VAR servirà in alcune (limitate) circostanze per evitare errori clamorosi ma, in linea generale, gli episodi che generano discussioni infinite continueranno a generare discussioni infinite, con l’aggravante della malafede” (Perché la Var non servirà quasi a nulla, “lucamarelli.it”, consultato il 5 novembre 2017).