Beppe Grillo ha rivoluzionato la politica dei partiti in Italia introducendo il concetto di democrazia diretta

Alfonso Celotto: democrazia diretta è futuro

I sostenitori politici di Beppe Grillo affermano che quella del comico genovese è stata e continua a essere una rivoluzione senza precedenti dei meccanismi della politica partitica italiana. Centrale nell’ideologia di Grillo è il concetto di democrazia diretta, usato dal Movimento 5 Stelle per le decisioni interne al partito attraverso diversi strumenti (come la piattaforma Rousseau), e potenzialmente applicabile su più ampio raggio, in caso di vittoria alle elezioni. Per il Movimento 5 Stelle, infatti, il sistema basato sulla democrazia rappresentativa è a un bivio e, per non morire, deve aprirsi a nuovi strumenti partecipativi, che vadano oltre agli ormai desueti meccanismi previsti dalla Costituzione.
Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Roma Tre, intervistato dal deputato pentastellato Danino Toninelli, ha spiegato perché il futuro della politica risieda proprio nella democrazia diretta elettronica. Secondo Celotto, infatti, gli strumenti di democrazia diretta proposti da Grillo e dai suoi collaboratori sono “assolutamente necessari”, nonostante la Costituzione attuale ne contempli alcuni “in quanto il popolo che detiene la sovranità (art.1) deve poter partecipare direttamente. Ma questi strumenti, la petizione (articolo 51), l'iniziativa legislativa popolare, il referendum abrogativo, sono ormai col tempo completamente decotti, desueti, e quindi è importante -come sta accadendo in tutte le principali democrazie- cercare di recuperare la partecipazione popolare”. L’unico modo per raggiungere l’obiettivo, a detta del docente, è quello di introdurre “nuovi strumenti di democrazia diretta. Anche perché la democrazia della Costituzione a base ottocentesca passa attraverso l'intermediazione dei partiti, ma ormai il partito tradizionale di massa non esiste più, non si va più in sezione il pomeriggio, quindi occorre recuperare la partecipazione in altri modi altrimenti si verifica lontananza dalla politica”. Celotto chiude l’intervista sostenendo che “il nostro modello costituzionale è un modello ottocentesco. Oggi lo si deve attualizzare, con gli strumenti moderni. Quindi non solo democrazia diretta, ma democrazia diretta partecipata elettronica. Quel modello sarà necessariamente il futuro” (La democrazia diretta elettronica è il futuro, “ilblogdellestelle.it”, 17 aprile 2017).

Isabella Adinolfi, democrazia diretta al Parlamento europeo

Isabella Adinolfi, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, è da sempre in prima linea nella promozione delle pratiche di democrazia diretta nella politica. Nell’articolo Democrazia diretta: il mio studio al Parlamento è quasi completo, pubblicato sul proprio sito, la Adinolfi racconta il suo impegno europeo in favore della democrazia diretta: “Sono i cittadini a dover decidere e chi si trova all’interno delle istituzioni deve essere solo un loro Portavoce – spiega nell’articolo - Per questo motivo da quando sono arrivata al Parlamento europeo ho cercato in ogni modo di convincere l’Ue che la democrazia diretta è possibile e necessaria”. Adinolfi parla poi dello studio scientifico Technology Options and Systems to Strengthen Participatory and Direct Democracy, che ha come scopo principale quello di analizzare e presentare le esperienze di democrazia elettronica e diretta europee e mondiali (Isabella Adinolfi, Democrazia diretta: il mio studio al Parlamento è quasi completo, “adinolfi.eu.org”, consultato il 9 ottobre 2017). Nel marzo 2017 la stessa Isabella Adinolfi ha tenuto un discorso al Parlamento europeo sulle potenzialità degli strumenti di democrazia diretta usati dal Movimento 5 Stelle, in particolare la piattaforma Rousseau. Il sogno è proprio quello di vedere applicato il metodo Rousseau al Parlamento UE. Su “ilblogdellestelle.it” sono riportati alcuni spezzoni del discorso dell’eurodeputata, che prende parola esponendo quello che è il manifesto del sistema operativo Rousseau: “il MoVimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini. Non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Non ideologie di sinistra o di destra, ma idee. Vuole realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità dei cittadini il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”. Nella relazione, parla poi degli obiettivi del Movimento 5 Stelle e dei successi nazionali della piattaforma Rousseau: “Il MoVimento 5 Stelle è nato e si è sviluppato attraverso la Rete. Noi portavoce al Parlamento europeo ne siamo la prova vivente perché siamo normali cittadini entrati in contatto in rete che hanno dato vita a una nuova e rivoluzionaria comunità politica. Il Movimento 5 Stelle è nato anticipando il futuro: noi pratichiamo la democrazia diretta ed elettronica consentendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti on line e diamo la possibilità ai cittadini di scegliere ed emendare le proposte di legge. Siamo convinti che solo attraverso un sano utilizzo della Rete si possa ridare vita a questa democrazia europea che oggi è sempre di più ostaggio di lobby e multinazionali. Questa è una delle nostre principali battaglie. Questa è la nostra missione. Finalmente lo avete compreso anche voi e questo rapporto sulla e-democracy lo dimostra. Finalmente, anche qui in Europa si comincia a parlare di come riavvicinare i cittadini alle Istituzioni e ridurre il cosiddetto deficit democratico” (Rousseau entra al Parlamento europeo: è la rivoluzione dei cittadini, “ilblogdellestelle”, 19 marzo 2017).

Alessandro De Sanctis, 16 ottobre 2017

Becchi: la democrazia diretta di Grillo è ormai morta

Paolo Becchi, filosofo ed ex ideologo del Movimento 5 Stelle, commentando i fatti di Genova in merito alle comunarie del 2017 - nelle quali Beppe Grillo ha di fatto annullato la vittoria in rete di Marika Kassimatis, preferendole il secondo arrivato, Luca Pierondini - si è detto alquanto critico sull’evoluzione del M5S: “Il Movimento ormai sta andando nella direzione di un partito come tutti gli altri – ha precisato Becchi - con la rete non ha proprio più nulla a che fare. L'idea della democrazia diretta così è morta […] Grillo è andato contro le regole dello stesso Movimento in modo del tutto arbitrario. Se si dice che in una città possono votare solamente gli iscritti residenti in quella città, tu non puoi far votare gli attivisti dell'intero Movimento su tutta Italia, contravvenendo alla regola che tu hai posto, che sulla regione votano i residenti della regione e sulla città quelli della città. Siamo di fronte per la prima volta al caso di un candidato eletto da una base non genovese. Contravvenendo a qualsiasi regola del Movimento”. Secondo il filosofo, i paladini della libertà del web e della democrazia diretta hanno ucciso web e democrazia diretta. Il Movimento, per Becchi, si è ormai trasformato in un partito come gli altri, schiavo delle stesse dinamiche e degli stessi compromessi: “Questo è un Movimento che è nato per superare l'intermediazione dei partiti e creare un rapporto diretto tra i cittadini e lo Stato – ha concluso l’accademico - Ma se tu usi gli strumenti della democrazia diretta come ti pare, per legittimare scelte che hai già preso in maniera aprioristica, con la rete non c'è più nulla a che fare. E' il tradimento delle idee innovative che il M5S aveva portato nel 2013 al centro dell'attenzione. Dovevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno e sono finiti come tanti tonni rinchiusi in una scatoletta. Bisogna riconoscere che quel sogno lì è finito” (Claudio Caltardo, Becchi attacca Grillo: “La democrazia diretta? Ormai è morta”, “il Giornale”, 19 marzo 2017).

Zaccagnini (ex M5S): Grillo è un leader autoritario e politicamente orientato a destra

Adriano Zaccagnini, ex deputato del Movimento 5 Stelle, ora nel gruppo Misto, nel gennaio del 2017 ha criticato le linee definite da Grillo sul blog riguardo al programma elettorale e alla sua costruzione. Per Zaccagnini, Grillo ormai si comporta da leader autoritario, orientato politicamente a destra. Grillo aveva ricordato sul blog le rigide regole da seguire: “Il programma per le prossime elezioni non sarà definito dai parlamentari ma dagli iscritti. Chi non sarà d'accordo potrà perseguire il suo programma in un'altra forza politica […] Chi danneggia l'immagine del Movimento 5 Stelle può incorrere nelle sanzioni definite dal Regolamento: richiami e sospensioni. Non si fanno sconti a nessuno”. Zaccagnini ha aspramente criticato le parole del comico: “Grillo conferma ancora una volta come il vertice del M5S sia decisamente orientato verso destra, al di là della retorica ‘né di sinistra né di destra’ […] Non solo alcuni temi politici sono stati spostati ultimamente su posizioni neo sovraniste, ma soprattutto tale vicinanza all'area degli 'uomini forti' gli permette di gestire in modo autoritario il suo partito e di soffocare qualsiasi dibattito. Sembra ritornare la situazione che vivemmo a inizio legislatura in cui era vietato qualsiasi contatto con l'opinione pubblica, se non sotto stretto controllo dei capi della comunicazione. Questo è inaccettabile in una democrazia in cui è garantita la libertà di espressione e ipocrita rispetto alla necessaria trasparenza della Rete, tanto esaltata dal m5s. Peccato che i parlamentari del M5S accettino tutto questo soltanto per tenersi stretta la possibilità di ricandidarsi. Un comportamento vile e che umilia il loro elettorato” (L’ex 5stelle contro il Movimento: ormai è di destra, Grillo autoritario, “Globalist”, 24 gennaio 2017).

Camusso, M5S organizzazione proprietà di Grillo

Anche il segretario della CGIL, Susanna Camusso, ha rivolto accuse di autoritarismo nei confronti di Grillo, criticando in toto l’idea di democrazia diretta del Movimento 5 Stelle. Rispondendo ad alcune uscite pubbliche del comico genovese contro il ruolo dei sindacati, la Camusso ha affermato che “nel nostro Paese l'iscrizione al sindacato è libera e volontaria e questa libertà è un fondamento della nostra democrazia. Chiunque voglia limitarla ha in realtà pulsioni totalitarie”. Riguardo all’idea di democrazia diretta, la segretaria generale CGIL ha specificato che “La disintermediazione è già stata teorizzata da tempo da coloro che dicono che siamo tutti nella stessa barca, ma i costi li devono pagare solo i lavoratori. È la stessa idea di chi toglie i poteri sui licenziamenti e racconta che i lavoratori e l'imprenditore sono la stessa cosa, che uno vale uno. È vero in condizione di parità. Uno vale uno nel suffragio universale, ma uno che dà lavoro determinerà sempre rapporti di forza a suo favore su quelli che non possono coalizzarsi” (I maggio: i sindacati a Portella della Ginestra. Camusso contro Grillo: “Pulsioni totalitarie”, “Huffington Post”, I maggio 2017).