Il decreto Lorenzin nasce da evidenze scientifiche

Roberto Burioni, il vaccino non è un’opinione

Roberto Burioni, medico, ricercatore e professore ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si è distinto nel dibattito sui nuovi obblighi in materia di vaccini per l’uso dei social media nella lotta agli antivaccinisti e alla disinformazione scientifica. Nel 2016 Roberto Burioni ha pubblicato anche un libro divulgativo sui vaccini, Il vaccino non è un'opinione: le vaccinazioni spiegate a chi proprio non le vuole capire, edito da Mondadori. Burioni è saltato agli onori della cronaca per i suoi post su Facebook e per la sua attività di informazione rivolta ai genitori. In un’intervista rilasciata ad Alessandra Corica, giornalista di “La Repubblica”, racconta il suo impegno sul web in difesa dei vaccini: “Macché star di Facebook, per carità. Io sono un medico e un docente, e resto tale - spiega Burioni -  Anche se devo dire che una certa soddisfazione la provo: sono riuscito a parlare di vaccini su Internet, il luogo nel quale le teorie ‘contro’ sono più radicate e feroci. Era una sfida […] Un esperimento, nato dopo che un amico mi ha detto che non voleva vaccinare suo figlio. Voleva aspettare che diventasse ‘più robusto’. Mi son detto: ‘Ma siamo pazzi?’. E sono andato su Facebook, per scrivere dell'importanza delle vaccinazioni” (Alessandra Corica, Roberto Burioni, il medico-papà che cura su Facebook le paure dei genitori “Vaccinate i bambini”, “La Repubblica”, 17 aprile 2016). Roberto Burioni si è espresso con fermezza anche in occasione della radiazione di Dario Miedico da parte dell’Ordine dei medici di Milano, avvenuta un mese dopo quella del veneto Roberto Gava. Il professore di Microbiologia ha commentato la decisione dell’Ordine con un post dai toni piuttosto duri: “Fuori due. Finalmente tolleranza zero, finalmente i pazienti vengono protetti, finalmente si torna a essere orgogliosi di essere dei medici. Grazie a Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei medici di Milano” (Vaccini, l’Ordine di Milano radia il medico no-vax. Lui: “Dopo il decreto Lorenzin clima da caccia alle streghe”, “La Repubblica”, 24 maggio 2017).

Walter Ricciardi a favore del decreto Lorenzin

Walter Ricciardi, medico e presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è uno dei maggiori sostenitori del decreto Lorenzin. In più di un’occasione ha difeso pubblicamente l’importanza delle vaccinazioni: “I vaccini hanno salvato milioni di vite, dobbiamo continuare a vaccinare – ha dichiarato al Festival dell’Economia di Trento del 3 giugno 2017- Va recuperata la fiducia nella scienza e bisogna fare attenzione a come si fa informazione. Se avete cari da proteggere, anche anziani, vaccinateli. È l’atto più amorevole che potete fare”. Nello stesso intervento, il presidente dell’ISS ha spiegato i punti centrali del decreto Lorenzin, che prevede obblighi da 0 ai 6 anni per l’iscrizione agli istituti scolastici e sanzioni per i genitori dei bambini più grandi non vaccinati. Ha esposto infine i suoi timori per una crescente disinformazione: “Con le campagne anti-vaccinazioni si sono ripresentate malattie che erano sotto controllo, mentre di uno a un milione è la possibilità di avere una reazione negativa alla vaccinazione. Non si moriva di pertosse da anni, è successo a Bologna” (Vaccini: Riccardi (Iss), sono atto d’amore; salvate milioni di vite, “agi.it”, 3 giugno 2017).

In un’articolata intervista rilasciata a “Quotidiano Sanità”, Walter Ricciardi ha spiegato le motivazioni scientifiche alla base del decreto. Per il presidente dell’ISS, l’intervento è necessario quando il livello di soglia di sicurezza di copertura vaccinale scende al di sotto del 95%. E le evidenze scientifiche nello studio della situazione italiana indicavano una drastica diminuzione della protezione, con segnali allarmanti di scopertura tra i bambini e i più giovani: “Lo si è deciso sulla base delle evidenze scientifiche – ha precisato nell’intervista - Anzi, noi dall'Istituto superiore di sanità ne avevamo consigliati addirittura 13 aggiungendo anche il pneumococco. Sono le condizioni generali a dettarci questa scelta”. Rispondendo all’ultima domanda del giornalista, Ricciardi ha dato la sua interpretazione alla crescente diffidenza nei confronti dei vaccini: “I vaccini sono vittime del loro successo, perché grazie a questo strumento è stato possibile far quasi sparire alcune malattie dal nostro Paese. Ma questo non significa che quelle malattie non esistano più. Ed è proprio nel momento in cui non si considerano più pericolose, che i rischi aumentano. È sparito il ricordo delle malattie e delle loro nefaste conseguenze, ed ora si ha più paura di possibili lievissimi e rari effetti collaterali” (Giovanni Rodriquez, Vaccini. Intervista a Walter Ricciardi: “Tutti e 12 i vaccini obbligatori sono essenziali. Perché l’obbligo? Perché funziona e lo hanno capito anche nella super liberal California”, “quotidianosanità.it”, 16 giugno 2017).

Alessandro De Sanctis, 17 agosto 2017

Roberto Gava e Dario Miedico radiati dall’Ordine dei medici

Il dibattito interno alla comunità medica italiana riguardo le vaccinazioni pediatriche di massa si era acceso già nel 2015, quando un gruppo di circa 150 medici firmò una lettera aperta al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi. Il primo firmatario della lettera, che dal maggio 2017 è al vaglio dell’Ordine dei medici di Milano a seguito di svariate segnalazioni, è Roberto Gava, medico radiato dall’Ordine di Treviso per posizioni considerate anti-vax (Vaccini, lettera critica da 150 medici italiani: esposto all’Ordine di Milano, “adnkronos”, 22 maggio 2017). Gava, specializzato in cardiologia, farmacologia clinica, tossicologia medica e perfezionato in bioetica, agopuntura e omeopatia, aveva più volte espresso le sue perplessità sull’estensione delle obbligatorietà vaccinali. A rendere nota la decisione dell’Ordine di Treviso sono stati i legali del medico veneto, Silvio Riondato e Giorgio Piccolotto, che in un comunicato parlano di “processo a Galileo Galilei, il quale com'è noto è stato ingiustamente e pesantemente condannato, come ora capita al dottor Gava”. Gli avvocati hanno sottolineato che al loro assistito “non è stato contestato alcun pericolo o danno subìto da suoi pazienti, nessuno dei quali si è dimostrato scontento di lui”. Roberto Gava, dunque, sarebbe stato radiato solo per le sue idee contrarie a una vaccinazione di massa indiscriminata (Michele Bocci, Treviso: l’Ordine radia Gava, il medico antivaccini, “La Repubblica”, 21 aprile 2017).

Un mese più tardi, l’Ordine dei Medici di Milano sceglie la linea dura anche per Dario Miedico, medico legale di settantasette anni, membro del Coordinamento del movimento per la libertà di vaccinazione e tra i 150 firmatari della lettera del 2015. Miedico lavorava da alcuni anni come consulente legale in cause per danni da vaccini ed era stato convocato dalla Commissione disciplinare per le numerose segnalazioni arrivate in merito ad alcuni video pubblicati in rete. Dopo la decisione dell’Ordine, il medico ha annunciato ricorso, precisando alla stampa che la radiazione è “il modo per terrorizzare tutti i medici che esprimono idee diverse e controcorrente”. E sul dibattito intorno al decreto ha precisato: “Sui vaccini ormai si è scatenata una caccia alle streghe. Ma io non sono assolutamente contro, sono solo fermamente contrario all'obbligo vaccinale, da cui emergono tutti i danni che ho visto in questi anni […] L'accusa è molto pesante e il clima è questo, specie dopo il decreto Lorenzin. E' una decisione indicativa di un atteggiamento drastico nei confronti delle vaccinazioni. Speravo che l'Ordine avesse coraggio” (Vaccini, l’Ordine di Milano radia il medico no-vax. Lui: “Dopo il decreto Lorenzin clima da caccia alle streghe”, “La Repubblica”, 24 maggio 2017).

Medicina Democratica, i comunicati in difesa di Miedico e contro il decreto Lorenzin

Dario Miedico è uno dei fondatori di Medicina Democratica, movimento nato nel 1976. Attraverso un comunicato stampa, pubblicato all’indomani della decisione di radiazione dell’Ordine di Milano, la Onlus ha preso le difese di Miedico: “La sua grave colpa – si legge nel comunicato - è quella di aver assunto una posizione critica sulle modalità di somministrazione dei vaccini in Italia come pure il suo schierarsi a sostegno delle famiglie i cui figli hanno subito reazioni avverse a una o più vaccinazioni”. Per Medicina Democratica l’intransigenza dell’Ordine dei medici nei confronti di Miedico è inaccettabile, alla luce di altre sentenze ben più morbide. Il riferimento è al caso del dottor Pier Paolo Brega Massone, condannato in appello all’ergastolo per omicidio a seguito di pratiche mediche finalizzate al profitto personale, mai radiato o sospeso. Il comunicato si chiude con una critica alla classe politica che sceglie di intervenire con obblighi forzati, invece che attraverso il consenso informato, determinando “una deriva e una riduzione della democrazia e della scienza” (Piergiorgio Duca, Medicina Democratica sostiene Dario Miedico e intende contrastare la deriva autoritaria contenuta nel decreto legge “Lorenzin”, “medicinademocratica.org”, 24 maggio 2017).

Dopo l’approvazione da parte della Camera del decreto Lorenzin, Medicina Democratica ha pubblicato un nuovo comunicato, dal significativo titolo Decreto Lorenzin: quando il sonno della ragione genera mostri: “Il Decreto Legge che rende obbligatorie ben 10 vaccinazioni, recentemente convertito in Legge grazie all’imposizione della fiducia, è l’ennesima dimostrazione di quanto sia diventato incolmabile e sempre più ampio nel nostro paese il divario fra le istituzioni (e la classe politica che le occupa) e la società civile – scrive il presidente di Medicina Democratica - Il Governo, sempre meno rappresentativo non solo degli elettori (che non lo hanno mai votato) ma anche delle stesse componenti sociali che in qualche modo si illude di rappresentare, è costretto a ricorrere all’autoritarismo per colmare il vuoto di autorevolezza (e cioè di condivisione delle proprie scelte politiche) che lo attanaglia anche nel campo della sanità pubblica”. Per l’organizzazione, il decreto non è giustificato perché in Italia non c’è una situazione emergenziale. Inoltre, gli obblighi sono imposti sotto forma di ricatto (non ammissione a nidi e materne) e attraverso una politica censoria. La legge è anche contraddittoria, perché in Italia ne esiste già una che prevede lo strumento dell’imposizione in caso di emergenza per la sanità pubblica. Secondo Medicina Democratica la nuova legge cerca solo di nascondere quanto sta accadendo nella sanità pubblica, dilaniata da tagli, riduzione di personale, personale precario, carenza di informazione e prevenzione. Chi governa e gestisce la sanità vuole transitare verso un nuovo sistema “mutualistico o assicurativo, non più universale; piuttosto commerciale e affaristico. In questo – come nel campo dei vaccini – le case farmaceutiche hanno la loro convenienza”. Il comunicato termina con il rifiuto di politiche autoritarie nel campo sanitario: “Le imposizioni assolute, come nel caso della legge sulle vaccinazioni, con false motivazioni, o prive di motivazioni, scientificamente del tutto insufficienti, sono sbagliate. Le scelte repressive che ne conseguono sono controproducenti anche per gli scopi che si vogliono raggiungere, qualunque politica sanitaria deve essere basata sul consenso e la partecipazione dei cittadini” (Decreto Lorenzin: quando il sonno della ragione genera mostri, “medicinademocratica.org”, 31 luglio 2017).