Il Gasdotto Trans-Adriatico non costituisce un pericolo a livello ambientale per le aree coinvolte

Gli ulivi monumentali del Salento non sono in pericolo dalla costruzione della TAP

In seguito ad un’intervista rilasciata a Radio Capital, l’ex premier italiano Matteo Renzi ha dichiarato di essere favorevole alla costruzione del Gasdotto Trans-Adriatico giudicando il gas in questione una forma di energia che non inquina il nostro ambiente: “Sono favorevole alla Tap perché un tubo che porta gas, per definizione, non inquina”. La notizia è riportata dal sito web “ansa.it” in data 24 aprile 2017, nell’articolo “Tap: Renzi, sono favorevole, tubo che porta gas non inquina”.

Sul litorale di Melendugno saranno dunque sottoposti al più presto ad invasamento i 12 ulivi zollati nell’area di cantiere allestita appositamente per realizzare l’approdo del gasdotto TAP a San Foca. Le informazioni sono state rilasciate dall’Osservatorio fitosanitario e dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura. L’articolo riferisce inoltre che a seguito di una riunione della Conferenza permanente per l’ambiente svoltasi il 24 aprile 2017 nella prefettura di Lecce, il sindaco di Melendugno, Marco Potì e il country manager di TAP Italia Michele Mario Elia hanno approvato la decisione dell’espianto.

Un numero pari a 31 alberi di ulivo già invasati saranno temporaneamente custoditi nell’area del cantiere, in località San Basilio e per verificare lo stato di salute dei 43 ulivi rimasti è in programma un sopraluogo nel cantiere alle ore 17 della stessa giornata. Potì, restando ancora fermamente contrario all’opera di realizzazione a San Foca, ha comunque rassicurato che per gli ulivi del Salento non vi è alcun pericolo e che saranno accuratamente riposizionati nel loro posto al termine dei lavori: “Da parte sua TAP attraverso il country manager Elia, ha assicurato che i 16 ulivi monumentali presenti nel cantiere non saranno toccati sino al prossimo novembre”. Il sindaco ha aggiunto che, a seguito del sopraluogo, sarà inoltre verificato il numero preciso degli ulivi monumentali presenti nell’area: “Al di là di queste operazioni non cambia la posizione del Comune e della popolazione sulla questione del gasdotto: restiamo fermamente contrari all’approdo a San Foca”.

La TAP rispetta in pieno le normative vigenti a tutela dell’ambiente

Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, rilasciando una dichiarazione al quotidiano “Corriere della Sera” in data 29 marzo 2017 in merito alla questione del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), ha difeso il progetto dalle continue accuse e proteste compiute dai manifestanti che hanno cercato di bloccare l’inizio dei lavori nei cantieri in Puglia. Il ministro definito il TAP “un’infrastruttura che rende l’Italia meno dipendente, per esempio, dal carbone” e che “concorre a spingere il Paese nella direzione di un mix energetico più equilibrato”. La dichiarazione è riportata in data 29 marzo 2017 sul sito internet “agi.it” con un articolo intitolato Su Tap e ulivi ha ragione il ministro o i manifestanti?.

L’autore dell’articolo in questione ritiene “teoricamente corretto” il ragionamento di Galletti: aumentando il volume di gas a disposizione del Paese, infatti, il prezzo non può fare altro che diminuire facendo diventare il gas metano più conveniente rispetto ad altre fonti di energia quali il carbone. I prezzi vantaggiosi di questa energia dovrebbero scaricarsi positivamente anche sui consumatori finali domestici industriali e produttori di energia elettrica assorbendo un terzo del fabbisogno nazionale. In merito alle questioni ambientali il ministro Galletti ha inoltre precisato che il TAP “rispetta in pieno le normative vigenti a tutela dell’ambiente”.

A confermare questa posizione, l’articolo sostiene che l’opera ha infatti avuto il via libera dalla Commissione Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) già nell’agosto del 2014. VIA è un organo costituito da 50 tecnici e professionisti nominati dallo stesso Ministero dell’Ambiente ma rimane comunque indipendente in quanto i membri rispondono in proprio delle analisi fornite. Dopo anni di confronto tra le parti coinvolte, prosegue l’articolo, la Commissione ha dato parere favorevole al progetto e il Ministero ne ha dato il via libera.

Il Consiglio di Stato ha inoltre di recente respinto tutti i ricorsi presentati dal Comune di Melendugno e della Regione Puglia contro la decisione della Commissione. Galletti ha infine dichiarato che non vi è nulla da preoccuparsi in merito alle piante di ulivi secolari che devono essere sradicate: “si tratta di 211 alberi di ulivo che, una volta ultimati i lavori, verranno ripiantati”. Il documento dell’Osservatorio fitosanitario della regione Puglia ha infatti autorizzato l’espianto di 211 ulivi dall’area di Melendugno, che non hanno caratteristiche di “monumentalità” in base alla legge. Il documento precisa che gli ulivi saranno potati, protetti e stoccati fino a conclusione dei lavori del cantiere e successivamente ripiantati nel sito originale di provenienza.

Le sentenze a favore della TAP riconoscono la validità delle valutazioni di impatto ambientale

L’articolo “Tap, ecco la sentenza che affossa le velleità della Regione Puglia retta da Michele Emiliano”, pubblicato da Veronica Sansonetti in data 28 marzo 2017 sul sito internet “formiche.net”, riporta le informazioni secondo cui il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla realizzazione del Gasdotto Trans-Adriatico attraverso una sentenza pubblicata il 27 marzo 2017 dalla IV sezione e secondo la quale sono stati respinti gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale sulla TAP: “La sentenza pone fine al contenzioso amministrativo sull’Autorizzazione unica rilasciata a Tap il 20 maggio 2015 e sull’applicazione della direttiva Seveso sugli incidenti rilevanti”.

L’amministrazione comunale, precisa l’articolo, aveva fatto ricorso contro il giudizio di primo grado impugnando il decreto del ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare 223/2014 con cui era stata rilasciata la valutazione di impatto ambientale sul progetto di realizzazione del gasdotto TAP e anche la delibera del 10 settembre 2014 con cui il Consiglio dei ministri aveva fatto propria la posizione del Ministero ed aveva superato il parere negativo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che “la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione VIA avesse approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche e che anche la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri (all’interno del Comune di Melendugno) fosse stata preceduta da una completa analisi delle possibili alternative”.

Per quanto riguarda invece la direttiva Seveso il TAR ha ricordato che la problematica relativa all’applicabilità della normativa alla contestata opera era emersa sin dall’inizio dell’esame del progetto TAP. E’ stato dunque riconosciuto “l’avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato nella procedura di superamento del dissenso espresso dalla Regione alla realizzazione dell’opera”. In conclusione l’articolo sostiene che la sentenza in questione costituisce l’ennesima vittoria nelle aule di giustizia per il TAP in quanto nessuna iniziativa di legge contro il gasdotto strategico è stata avallata da un tribunale.

 

Daniele Vassalli, 24 maggio 2017

La TAP non risulta conforme ai prerequisiti previsti dagli “Equator Principles”

Secondo l’articolo “Trans Adriatic Pipeline, un’opera insostenibile per l’ambiente e per le banche”, pubblicato in data 10 marzo 2017 sul sito internet “lifegate.it” e firmato da Andrea Paracchini, la TAP risulta essere “un investimento non soltanto poco lungimirante per l’ambiente, ma anche rischioso per le banche”. Il rispetto dell’ambiente e delle comunità, riferisce l’articolo, deve essere sempre garantito da accordi internazionali nei confronti di istituzioni finanziarie in caso si decida di investire in un grande progetto di infrastrutture. Questo concetto è stato espressamente riportato in un breve rapporto pubblicato dalle ONG Counter Balance e Banktrack a proposito della Trans Adriatic Pipeline (TAP). La finalità dichiarata del grande progetto del Gasdotto Trans-Adriatico consiste fondamentalmente nel rendere indipendente l’Unione Europea sul piano energetico da Ucraina e Russia.

In realtà, spiega Paracchini, “la TAP non fa che accumulare ritardi e suscitare opposizioni e tensioni dai due lati dell’Adriatico”. “Ben 13 ricorsi”, continua l’articolo, “sono stati indirizzati alla Banca Europea per gli Investimenti a cui il consorzio TAP ha chiesto due miliardi di euro di finanziamento”. Le lamentele delle comunità locali riguardano invece compensazioni inadeguate per gli espropri e problematiche di carattere ambientale. In particolare a Melendugno, un comune a qualche decina di chilometri da Lecce, saranno abbattuti circa 1900 ulivi secolari a discapito di quanto era invece stato stabilito dalla valutazione positiva di impatto ambientale del 2014.

Secondo l’articolo, il Gasdotto Trans-Adriatico violerebbe inoltre gli “Equator Principles”, lo strumento di soft law internazionale che fornisce linee guida nella gestione del rischio ambientale e sociale legato ai grandi progetti di infrastrutture. I dieci punti degli “Equator Principles” impongono infatti di vietare o ridurre il più possibile gli impatti negativi sul clima, la biodiversità e le comunità interessate dai progetti e richiamano le istituzioni finanziarie a verificare attraverso le due diligence (attività di investigazione e approfondimento) la coerenza fra i progetti finanziati e tali principi. Secondo l’ONG citata “il progetto TAP non sarebbe conforme ai prerequisiti previsti dagli ‘Equator Principles’, in particolare per quanto riguarda le valutazioni ambientali e sociali, gli standard applicabili in materia ambientale e sociale, il coinvolgimento degli stakeholder e i meccanismi di governance”.

Il progetto TAP non ha alcuna Valutazione di Impatto Ambientale e Sociale

Secondo Tommaso Farenga, ingegnere ed esperto di tematiche ambientali e di ecologia, autore dell’articolo “Gasdotto TAP: e la Valutazione di Impatto Sociale ed Ambientale?”, pubblicato in data 30 marzo 2017 per il sito internet “ambienteambienti.com”, il progetto del gasdotto TAP è sprovvisto della Valutazione di Impatto Ambientale e Sociale. L’articolo riferisce che ci sono “scontri violenti” e una “lotta dura” tra ambientalisti e forze dell’ordine a proposito degli ulivi da espiantare in contrada San Basilio per consentire di posare la parte di gasdotto TAP che attraversando il Mar Adriatico raggiunge la Puglia. L’articolo riporta inoltre quanto sia preoccupante vedere le squadre antisommossa schierate contro la gente comune: “Lo Stato potrà anche avere ragione, ma prima di imporre qualcosa si deve avviare un dialogo vero e dare risposte non scontate, senza lasciare tanti dubbi e tanti errori sparsi che inficiano la procedura per la costruzione del gasdotto”.

I finanziamenti europei e internazionali della TAP garantiscono la fattibilità del progetto ma ne stabiliscono anche una condizione: “la sua realizzazione non deve causare conflitti con le realtà locali coinvolte”. La valutazione degli impatti, continua Farenga, deve comprendere la componente sociale, proprio come è stabilito dalle condizioni della Banca Europea per la Costruzione e lo Sviluppo e dall’International Finance Corporation. La pena di questa omissione è la non concessione del finanziamento. L’articolo prosegue criticando il decreto del Ministero dell’Ambiente 223/2014 che ha affermato che il progetto è compatibile dal punto di vista ambientale, ma con tante contraddizioni, mai spiegate, da lasciare il dubbio concreto sulla legittimità della procedura.

La dubbia utilità del gasdotto

Secondo Giulio Meneghello, giornalista e pubblicista esperto di tematiche ambientali ed energetiche, il Gasdotto Trans-Adriatico è “un’opera strategica ma che, se si va a guardare bene, ha molti rischi e incognite”. L’autore riporta la propria opinione con un articolo intitolato “Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?” pubblicato sul sito internet “qualenergia.it” in data 29 marzo 2017. Il gasdotto lascia molti dubbi, riferisce Meneghello, primo tra tutti la questione se davvero migliorerà la sicurezza energetica e quali saranno le conseguenze sul piano ambientale: “Finiremo per pagarlo in bolletta come il rigassificatore strategico e poi inutilizzato di Livorno? Ma, soprattutto, ha senso puntare su investimenti trentennali sul gas in un mondo dell’energia che cambia così in fretta?”

L’autore ribadisce che il gasdotto TAP è un investimento sulla cui utilità è lecito avere dubbi. Gli impatti ambientali previsti per tale progetto hanno infatti dato origine a duri scontri tra la Regione Puglia e i Comuni salentini da un lato e il Governo dall’altro. La strategia geopolitica di variare le rotte di importazione del metano riducendo la dipendenza di gas della Russia ha in realtà molti limiti se si pensa che al momento l’Italia ha già una capacità di importazione di gas doppia rispetto ai consumi, scesi ai livelli di 10 anni fa e per i quali non si prevede una ripresa significativa.

L’andamento della domanda di gas per l’Italia è proprio uno degli interrogativi sull’opportunità del nuovo gasdotto posti dall’autore: “Dopo il calo degli ultimi anni dovuto alla crisi economica, rinnovabili ed efficienza energetica, siamo ai livelli di 16 anni fa: consumiamo 70.9 miliardi di metri cubi l’anno, 15.3 miliardi di metri cubi in meno che nel 2005”. Dato che un’opera come la TAP ha una vita utile di almeno 30 anni, prosegue Meneghello, e vista la transizione energetica in atto, “bisognerebbe chiedersi se fra un 10-20 anni avremmo ancora bisogno di così tanto gas”.