La lotta al terrorismo deve prevalere sulla privacy informatica

L’estensione delle misure di intercettazione per la prevenzione del terrorismo minaccia il diritto alla riservatezza

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PRO\VERSI

Le misure previste per rispondere al continuo pericolo del terrorismo, in particolare l’estensione degli strumenti di intercettazione, sono state ritenute da diversi autori una vera e propria minaccia al diritto alla riservatezza e alla privacy. Secondo l’opinione del Garante privacy, Antonello Soro, non tutte le intercettazioni sono utili e per questo occorre procedere con cautela per evitare che si vadano a violare i diritti fondamentali dei cittadini.
In particolare è necessario evitare una indebita divulgazione dei dati ai mass media e impedire un accanimento informatico che sfoci nel sensazionalismo.
La tesi sostiene dunque la necessità di difendere i diritti dei cittadini dagli abusi e dalle forzature che genererebbero da un’intensificazione delle intercettazioni.
La previsione di estendere i controlli sulle piattaforme non convenzionali, dalla rete internet fino alle chat di alcune consolle di gioco come la Playstation, preoccupa notevolmente i critici della norma antiterrorismo. Il tema resta delicato ma permane il costante appello di diversi opinionisti per scongiurare i legislatori a produrre norme che ledano il diritto alla riservatezza.


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