La lotta al terrorismo deve prevalere sulla privacy informatica

Il controllo delle comunicazioni tramite intercettazioni è uno strumento pericoloso che limita la privacy di tutti i cittadini

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PRO\VERSI

La limitazione della privacy tramite l’impiego massiccio degli strumenti di intercettazione costituisce un metodo pericoloso e altamente costoso per il nostro paese. Diversi opinionisti sostengono che un aumento delle intercettazioni non fornisca la certezza dei risultati nell’ambito della prevenzione del terrorismo e che i cittadini non debbano per questo rinunciare ai diritti alla riservatezza. Il 90% delle informazioni raccolte dai sistemi di intelligence risulta inutile, mentre solo una minima parte dei dati recuperati porta all’individuazione di presunti terroristi, compromettendo però la privacy di cittadini che nulla hanno a che vedere con le minacce alla sicurezza. L’incremento dei servizi di intelligence presenta un altro prezzo da pagare: il sacrificio della sfera privata delle persone. La cultura della privacy e delle garanzie sta lentamente scomparendo, lasciando spazio ad un mondo in stile “Grande Fratello”, sommerso da controlli costantemente effettuati da sistemi di monitoraggio di tabulati telefonici e bancari, dalle telecamere per il riconoscimento facciale, dalle intercettazioni sommarie telefoniche e informatiche e dai controlli dei trasporti e della rete web.


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