Finanziamento pubblico all'editoria

Il contributo pubblico all'editoria è necessario per tutelare la difesa della pluralità delle informazioni e per salvaguardare le piccole realtà editoriali

Tesi favorevole

PRO\VERSI

I finanziamenti pubblici all'editoria riguardano solo il 10% della stampa italiana, composto dai giornali organi dei partiti politici, delle cooperative di giornalisti, delle minoranze linguistiche, per le comunità italiane all'estero, più i giornali pubblicati da enti di tipo religioso. Il restante 90% non riceve contributi diretti.
Per quanto riguarda i contributi indiretti (agevolazioni telefoniche, spedizioni postali, rimborsi per la carta o spedizione degli abbonamenti), essi sono invece cessati dal marzo del 2010.
Dunque, qualora gli attuali contributi all'editoria fossero eliminati questa decisione non impatterebbe in alcun modo sul 90% dei giornali.
Al contrario, iniziative come il Fondo per il pluralismo e l’innovazione, istituito presso il Ministero dell’Economia (legge n. 198/16 del 26 ottobre 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 255 del 31 ottobre 2016) e finanziato da risorse statali, rappresenta un sostegno importante per il rilancio dell'editoria.


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