I voucher contrastano il precariato e tutelano i diritti dei lavoratori, regolamentando quelle situazioni lavorative prima a nero

Contro il lavoro nero

Sull'importanza dell'introduzione dei voucher interviene Gennaro Migliore (PD), sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia del governo Renzi e del governo Gentiloni. Sue dichiarazioni in merito sono riportate nell'articolo “Riforma elettorale ed elezioni subito”. Anche Migliore (Pd) è per il Lodo Foglio, pubblicato su “Il Foglio” l'8 dicembre 2016: “È passato il messaggio che nel mercato del lavoro i voucher favoriscano lo sfruttamento dei lavoratori. I voucher sono stati immaginati per favorire l’emersione del lavoro nero, dunque tutto il contrario. Adesso noi dobbiamo dire con chiarezza ai datori di lavoro, a quelli che stanno approfittando della nostra legge per sfruttare le persone, che non lo permetteremo. E’ nostra responsabilità quella di non permettere lo stravolgimento di una riforma giusta”.

Secondo il parere di Maurizio Del Conte, presidente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), riportato nell'intervista “Sui voucher ci sono stati abusi. Necessaria subito una stretta”, pubblicata il 26 dicembre 2016 sul “Corriere della Sera”, nonostante si sia verificato un abuso di utilizzo dei voucher, questi ultimi “hanno il merito di far emergere prestazioni che prima venivano fatte solo in nero”.
La questione è comunque migliorabile: “Potrebbero essere espressamente esclusi alcuni settori, come l’edilizia. Bisogna impedire che i voucher vengono utilizzati al posto di contratti più stabili”.

Martina: finalità positiva

Secondo Maurizio Martina (PD), ministro dell'Agricoltura del governo Renzi e del governo Gentiloni, il sistema dei voucher, seppur da migliorare, rappresenta un importante passo avanti nel settore del lavoro.
Ha rilasciato dichiarazioni in merito nell'intervista “I voucher? Teniamoli per studenti, pensionati e lavoratori cassintegrati”, pubblicata sul “Corriere della Sera” il 27 dicembre 2016, a firma di Lorenzo Salvia.
Un passo avanti, in questo senso, rappresenta l'utilizzo dei voucher “solo per pensionati, studenti e cassintegrati. […] più che un dibattito ideologico serve un lavoro di analisi, settore per settore. Ad esempio circoscrivendo meglio i cosiddetti requisiti soggettivi. In agricoltura la stretta c’è già stata: adesso i voucher possono essere utilizzati solo per studenti, pensionati e persone in cassa integrazione. Credo sia una buona scelta, studiando i numeri potrebbe essere estesa ad altri comparti”.
Secondo Martina, la finalità dei voucher è positiva, in quanto meritevole di far emergere una fetta di lavoro nero, ma per migliorare servono analisi settore per settore: “Credo che il caso dell’agricoltura possa insegnare qualcosa […] Oggi i voucher in agricoltura rappresentano meno del 2% rispetto al totale di quelli utilizzati. Prima eravamo su livelli molto più alti, vicini al 15% del turismo, al 14% del commercio, al 12% dei servizi. […] Un anno fa abbiamo circoscritto l’uso dei voucher alle tre categorie di cui parlavamo prima: studenti, pensionati, cassintegrati. E abbiamo introdotto un limite annuale, 2 mila euro, alla somma che il singolo può incassare dallo stesso datore di lavoro sotto forma di voucher. Non è stato facile, il comparto non era d’accordo. Ma credo sia stato giusto e possa essere un modello. Anche se in alcuni settori si può fare di più”.

Sacconi: voucher da “non rottamare”

Sull'importanza dei voucher interviene Maurizio Sacconi (Nuovo Centrodestra), ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali del governo Berlusconi IV, nell'articolo Vi dico 2 buoni motivi per non rottamare i voucher, pubblicato il 28 dicembre 2016 su “Formiche”: “Anche i ragazzi in fiera per due giorni, il cameriere di una sera, i raccoglitori di olive nel piccolo fondo, il potatore d’alberi occasionale hanno diritto alla assicurazione contro gli infortuni e ad un accantonamento previdenziale. Sono lavori che resteranno anche in piena rivoluzione digitale e non mi si venga a dire che per prestazioni così brevi è agevole aprire e chiudere una posizione contrattuale tipica. Senza dimenticare le rigidità introdotte per le modalità contrattuali flessibili come il lavoro a chiamata”.

Una nuova forma di precariato

Secondo il parere di Tito Boeri, presidente dell'Inps, le cui dichiarazioni sono riportate nell'articolo Anche l’Inps boccia Renzi. Voucher, “girone infernale per eterni precari”, pubblicato il 6 ottobre 2016 su “Wall Street Italia”, a firma di Mariangela Tessa, i voucher rappresentano “la nuova frontiera del precariato”.

Lavoro incontrollato e non tutelato

Per Claudio Treves, segretario generale di Nidil Cgil, le cui dichiarazioni vengono riportate nell'articolo Buoni lavoro, come funziona l’emersione del nero per le prestazioni occasionali, pubblicato l'8 aprile 2015 su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Patrizia De Rubertis, invece esiste “il timore che si abusi dei voucher, aumentando l’area del lavoro incontrollato e non tutelato. Nulla impedisce ai datori di lavoro di sfruttare i voucher per sostituire un singolo lavoratore dipendente con più persone pagate con il buono. […] a rischiare di più da questo smascheramento del lavoro strutturato sono soprattutto i lavoratori stagionali che rischiano di vedersi negato un contratto di collaborazione regolamentato, con una forma di lavoro subordinato che viene così trasferita nel lavoro accessorio. I casi sono noti: il personale che lavora nei villaggi turistici da giugno a settembre o i ragazzi che fanno volantinaggio”.

Scotto: “Abolizione”

Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana, interviene sul tema, come riportato nell'articolo Lavoro: abusi sui voucher in passato, ora necessaria una stretta, pubblicato il 28 dicembre 2016 sul sito di “InfoOggi”, a firma di Claudia Cavaliere.
In particolare, Scotto fa riferimento al referendum promosso dalla Cgil per l'abolizione dei voucher (depositato in Corte di Cassazione il I luglio 2016 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 2016): “Sembra che il Governo voglia mettere mano ai voucher per evitare il referendum promosso dalla Cgil. Se così fosse, la strada sarebbe una sola: abolirli. E noi la sosterremmo in Parlamento e nel Paese. Se invece dovessimo trovarci di fronte a un puro e semplice tentativo di maquillage normativo, volto esclusivamente a perseguire l'obiettivo di aggirare le urne, si tratterebbe di un'inaccettabile mistificazione. Uno scippo della volontà popolare che vedrà la ferma opposizione di Sinistra italiana".

Gilioli: “forma di lavoro molecolare e iper precaria”

Alessandro Gilioli, giornalista, nell'articolo Voucher, chi è contrario cambi verso. Il resto sono chiacchiere, pubblicato il 22 dicembre 2016 su “alganews” sostiene: “Quanto al governo Renzi, [i voucher, NdR] li ha ulteriormente estesi alzando il tetto a 7000 (un più 40 per cento!) il che ha contribuito moltissimo alla loro esplosione, avvenuta infatti soprattutto negli ultimi due anni. La questione tuttavia non è se la colpa maggiore è del governo Monti, di quello Letta o di quello Renzi: è semplicemente se si è favorevoli o contrari a una forma di lavoro molecolare e iper precaria che non prevede diritto alle ferie, alla malattia, alla maternità, etc etc. E – soprattutto – se si è favorevoli a questo in assenza di un reddito minimo garantito che contempli anche le cose di cui sopra (maternità, ferie, malattia etc). Se si è favorevoli a queste forme di lavoro senza continuità e di reddito e senza diritti, lo si dica apertamente – e nel caso è solo ipocrisia dire che è colpa del predecessore. Se si è contrari, si cambi verso e si mettano i lavoratori a voucher in condizione di godere di qualche strumento sociale che consenta loro un minimo di continuità di reddito, di diritto alla malattia, alla maternità, alle ferie. Il resto sono chiacchiere”.

De Luca: procedura scoraggiante

Secondo il parere di Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, le cui dichiarazioni sono riportate nell'articolo Buoni lavoro, come funziona l’emersione del nero per le prestazioni occasionali, pubblicato l'8 aprile 2015 su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Patrizia De Rubertis, il voucher non rappresenta una valida alternativa per contrastare il lavoro nero: “Le aziende che decidono di fare nero non utilizzerebbero comunque questo strumento che, invece, per la prima volta ha regolarizzato piccole prestazioni occasionali. Il limite che, invece, abbiamo riscontrato è la difficoltà di accesso al buono stesso. Il datore di lavoro, infatti, per attivare i voucher acquistati presso le sedi Inps, i tabaccai, gli sportelli bancari e gli uffici postali deve sempre utilizzare una procedura telematica che evidentemente ne scoraggia l’utilizzo”.

Lavoro nero legalizzato

Per Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, le cui dichiarazioni sono riportate nell'articolo Pagati con i voucher lavoro, la nuova frontiera dello sfruttamento, pubblicato il 15 aprile 2015 su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Virginia Della Sala, e riportato sul sito “senzasoste.it”, si tratta della “più grande operazione di lavoro nero legalizzato che ci sia nel nostro Paese. Non si può neanche parlare di vero rapporto di lavoro: i vincoli sull’uso dei voucher sono minimi. Ci sono solo i tetti: il datore di lavoro può elargire al massimo 2 mila euro in voucher per ogni lavoratore, il lavoratore può guadagnare in voucher non più di 5 mila euro all’anno. Ma il datore di lavoro non ha limiti per quanto riguarda il numero di persone che può pagare con i voucher. Quindi potrebbe anche cambiarne uno al giorno e utilizzarne 300 all’anno. […] Il voucher non è imponibile per l’Irap e il lavoratore è esentasse ed è pertanto un sistema che spinge i lavoratori verso il basso. Altro che contratti a tutele crescenti. Le aziende possono accordarsi e scambiarsi i dipendenti e, come se non bastasse, creano un danno alle casse dello Stato”.
Nello stesso articolo interviene anche Corrado Barachetti, responsabile mercato del lavoro della Cgil: “Quella dei voucher è diventata una politica principe di questo governo. Deve essere messa in cima alla scala della precarietà. Il recente abbozzo delle riforme contrattuali, con accento sul lavoro accessorio, rivede le tabelle pre Fornero e, alzando il tetto massimo di guadagno, genera solo un aumento del lavoro precario”.
Barachetti interviene anche sulla tracciabilità del nuovo sistema voucher, che prevede l’obbligo per le aziende di acquistare i buoni solo con modalità telematiche e quello di comunicare alla Direzione territoriale del lavoro il luogo della prestazione e l’arco temporale in cui sarà usato (che non può superare i trenta giorni successivi all’acquisto): “In questo modo l’Inps crede di poter controllare la domanda. Ma in realtà è una stupidaggine. Prima si acquistavano in tabaccheria, ora per via telematica. Forse così si assicura in automatico il contributo all’Inps ma non c’è alcuna operazione di controllo aggiuntiva. Il committente può prendere un voucher e farlo valere per due, tre, quattro prestazioni. Può far lavorare il dipendente 10 ore e pagarlo con soli cinque voucher”.