Sostenibilità dell'ambientalismo
Della Seta vs Marrone

Roberto Della Seta, Presidente della Fondazione “Europa Ecologia”, e Gianfranco Marrone, professore di Semiotica all'Università di Palermo, discutono su alcune tesi controverse relative all'ambientalismo, dai rischi catastrofici per la specie umana alla possibilità di conciliare le finalità economiche del mercato con quelle della tutela dell'ambiente.

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Roberto Della Seta argomenta che il cambiamento climatico, prodotto, come denunciato prima dalle associazioni ambientaliste e poi dimostrato dalla scienza, dall'eccesso di combustione di idrocarburi, condurrà, se non fermato, non il pianeta in senso astratto, ma la nostra specie, se non all'estinzione, all'impossibilità di far fronte ai propri bisogni essenziali. Secondo Roberto Della Seta, l'imperativo per l'umanità è “accelerare la fuoriuscita da un modello di produzione che dipende quasi interamente dai combustibili fossili […] Non è un problema ambientale, è un atto di sano e virtuoso egoismo da parte della nostra specie, la specie umana”. Inoltre - aggiunge Della Seta - “oggi, chi fa economia puntando sulla sostenibilità ambientale fa profitto: non è soltanto una scelta che conviene alla salvezza dell'umanità, ma è una scelta che conviene anche a chi la compie nel proprio interesse di imprenditore”. D'altra parte, conclude Della Seta, è indubbio che vi sia un conflitto tra la conservazione e l'innovazione, tra il passato e il futuro, tra coloro che sono portatori di interessi economici legati all'energia tratta da combustibili fossili, e che cercano il sostegno dei governi e delle istituzioni internazionali, e coloro che tentano di costruire un'economia fondata sulla sostenibilità ambientale: “L'ambientalismo utile è quello che si fa carico delle contraddizioni che vedono l'umanità di fronte ad un bivio: da una parte, continuare dei comportamenti che rischiano di perderla; dall'altra, invece, mettere in atto grandi cambiamenti, anche culturali, persino antropologici, da cui può venire un ulteriore miglioramento del benessere”.

Gianfranco Marrone evidenzia come l'attuale sistema di produzione orientato alla crescita, pur allungando la vita, non ne ha migliorato la qualità, ma ritiene che “non valga la pena assumere atteggiamenti apocalittici e catastrofisti” che sono connessi al fatto che “in generale l'ambientalismo non ha un'idea chiara di cosa sia la natura”. Argomenta ancora Marrone. Esistono varie forme di ambientalismo: vi è un ambientalismo light – ed è la posizione della religione cristiana cattolica – che si preoccupa di salvaguardare la natura perché la natura è un dono che Dio ha fatto all'uomo. All'estremo opposto vi è l'ambientalismo radicale, che sostiene che tutti gli esseri viventi hanno eguali diritti a prescindere dal ruolo dell'uomo all'interno del pianeta. Ora, l'ambientalismo radicale non trascura semplicemente alcuni problemi dell'umanità, “trascura completamente la specie umana”.

N.C e M.G.