Isis: intervento occidentale
Tiberio Graziani

Siamo davvero in uno scontro di civiltà tra la cultura occidentale e il mondo islamico? Quali risultati ha prodotto la strategia occidentale di esportare la democrazia in Medio Oriente? Che ruolo può ancora svolgere la diplomazia internazionale? Tiberio Graziani, Presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, affronta questi e altri nodi tematici della situazione geopolitica internazionale.

VAI ALLA DISCUSSIONE

Secondo Tiberio Graziani, Presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), il cosiddetto scontro di civiltà tra l’Islam e l’Occidente, inteso come sistema geopolitico a guida statunitense che include anche i paesi dell’Europa, è una lettura programmatica, introdotta nell’analisi della politica internazionale degli ultimi anni. Nella storia non è mai esistito uno scontro di civiltà. Il principale problema geopolitico di questa fase è che alcuni paesi del sistema occidentale sono intenzionati a controllare tutte quelle aree geografiche in cui sono presenti importanti riserve energetiche. Gli interventi militari, definiti umanitari, condotti dall’Occidente nel recente passato, e che miravano ad esportare la democrazia con i bombardamenti, hanno creando le condizioni per il caos attuale. Prima della soluzione militare occorre fare di tutto per risolvere il problema del fondamentalismo islamico con la diplomazia, intervenendo verso i paesi, alleati dell’Occidente, che fanno da retroterra finanziario e strategico dell’Isis come l’Arabia Saudita. Nell’ottica di raggiungere, nel medio e lungo periodo, una stabilizzazione dell’intera area mediorientale, i paesi europei e la federazione russa devono tentare di superare la scissione tra le componenti sunnita e sciita del mondo islamico. Sebbene, essere pragmatici significa anche dover sostenere regimi che sono lontani dalla sensibilità democratica degli europei.