Cammino Neocatecumenale

Fin dalla sua fondazione, avvenuta in Spagna negli anni Sessanta, per opera di Kiko Argüello e Carmen Hernández, ai quali si è poi aggiunto Mario Pezzi, il Cammino Neocatecumenale è stato oggetto di discussione e tenuto sotto osservazione da parte del mondo cattolico, teologico e spirituale.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - Molti passaggi della prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale non rispettano i principi e le norme introdotti dal magistero della Santa Sede

La Chiesa cattolica ha accettato ufficialmente il CN. La lettera della Congregazione del Culto Divino non è un richiamo per le presunte stravaganze liturgiche, ma una conferma della prassi. Essa approva le novità introdotte: la messa da seduti e simile a un banchetto, il pane azzimo, l’altare mobile, le monizioni, le risonanze e la celebrazione del sabato sera.

Il CN ha introdotto prassi liturgiche contrarie ai dettami della Santa Sede: le celebrazioni del sabato sera, le risonanze, le monizioni dei laici, la mensa addobbata al posto dell'altare, le celebrazioni in gruppi ristretti, l’uso del pane azzimo al posto dell’ostia, la messa da seduti, l’arredo durante le celebrazioni simili a un banchetto. Nonostante i moniti, il CN non vuole adeguarsi.

02 - Il contenuto delle catechesi del Cammino Neocatecumenale risulta in contrasto con la tradizione apostolica e col magistero dei papi e dei Concili

La strada intrapresa dal CN si fonda sulla scoperta del mistero del battesimo, una strada che ha radici apostoliche ed evangeliche, in linea con la tradizione. Le correzioni fatte dalla Santa Sede sono state accettate e aggiunte nei testi di riferimento; ciò ha portato, nel gennaio 2011, all’ufficializzazione delle catechesi neocatecumenali nel Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale.

I contenuti delle catechesi del CN, riportati nei volumi Orientamenti alle équipes di catechisti, sono equivoci, imprecisi, ereticali. Alcune interpretazioni della Sacra Scrittura sono irrispettose e indipendenti dalla tradizione apostolica e dal magistero di papi e concili. È preoccupante l’atteggiamento che echeggia la riforma luterana. C’è un rifiuto della speculazione teologica.

03 - Il percorso spirituale del Cammino risulta misterioso in alcuni passaggi e, in generale, eccessivamente lungo

I testi di riferimento del Cammino, contenenti le direttive sul percorso spirituale dei membri delle comunità, non sono segreti, bensì esaminati per anni dalla Santa Sede e, di conseguenza, rimasti a lungo in attesa di essere pubblicati ufficialmente. L’iter di disamina è stato avviato nel 2003, e solo nel 2008 ha portato al riconoscimento dei testi, divenuti, poi, Statuto ufficiale del CN.

La durata effettiva del Cammino risulta eccessiva e, in molti casi, incognita. Nonostante venga pubblicizzato dai suoi iniziatori e catechisti come un lungo, ma limitato nel tempo, il percorso spirituale, nella maggior parte dei casi il CN risulta un’esperienza totalizzante che dura tutta la vita. I testi di riferimento sono segreti, così come risultano le modalità di ingresso nelle comunità.

04 - Il conferire un ruolo primario ai catechisti rispetto ai sacerdoti e l’atteggiamento di superiorità del neocatecumenali li rende una setta divisiva ed elitaria

A sottolineare l’importanza del sacerdote, il CN ha istituito i seminari “Redemptoris Mater”, in seno alla Chiesa, per formare una nuova figura di presbitero. Le accuse di essere un movimento divisivo ed elitario sono pregiudizi esterni. Il CN ha sempre collaborato con altri gruppi e movimenti cattolici.

L'importanza attribuita ai catechisti laici è maggiore di quella attribuita ai sacerdoti. Questi ultimi mostrano un atteggiamento di passività. Tale superiorità dei catechisti si ripercuote sull’intera comunità, che assume un atteggiamento arrogante nei confronti dei “semplici” fedeli della parrocchia. Ciò fa del CN un movimento divisivo ed elitario, simile a una setta.

05 - In contrasto con le regole della Chiesa cattolica, il CN obbliga i fedeli al versamento di beni e contributi fissi nelle casse del movimento

La “decima” è presente fin dai tempi antichi come segno di riconoscenza a Dio. Il CN invita il fedele a devolvere la decima parte dei guadagni e altre offerte alle comunità di appartenenza per entrare nel Regno di Dio. La “decima” e le offerte non devono essere viste come obblighi, ma come espressione dell’amore verso Dio. Sono segni di maturità spirituale e di non attaccamento ai beni materiali.

Secondo alcuni ex-membri, i catechisti del CN obbligano gli adepti al versamento della “decima” e di altri beni, in contrasto con la Chiesa apostolica, dove non si accenna a contributi fissi e obbligatori. Il rifiuto del versamento di denaro potrebbe portare l’allontanamento dell’adepto dalla comunità di appartenenza. Inoltre, solo i responsabili del CN sanno per quali scopi è utilizzato il denaro.

06 - Il Cammino conferisce maggiore importanza alle proprie comunità piuttosto che all’opera di difesa e tutela della famiglia

Nel CN ogni famiglia viene accolta nella sua specificità, senza che i suoi componenti siano assorbiti indifferenziatamente. In questo modo si costituisce una pastorale familiare. Esso educa le famiglie alla preghiera e alla trasmissione della fede ai figli, anche attraverso le celebrazioni familiari, con il risultato dell’avvicinamento di tanti giovani al CN e ai seminari.

Nel CN si dà più importanza alla comunità che al nucleo familiare, minando il senso di uguaglianza tra cristiani e la serenità delle famiglie, all’interno delle quali possono crearsi spaccature, tra chi decide di continuare il CN e chi decide di abbandonarlo.

07 - La visione dell’uomo incapace di fare del bene e la conseguente pressione del CN non rispettano il sacramento della penitenza

Come Lutero, il CN professa la visione pessimistica dell’uomo, peccatore e incapace di fare il bene. Ciò dà rilievo al sacramento della penitenza, visto non come atto ai fini dell’assoluzione, ma rito capace di rendere l’uomo degno di riceverla. A tal proposito sono necessarie le confessioni pubbliche, dette “scrutinio”, per condividere i propri peccati.

L’uomo visto come incapace di fare del bene contrasta col pensiero cattolico. Il pessimismo del CN spinge i fedeli a “fare a gara” nel confessare i propri peccati. Il CN è irrispettoso del sacramento della penitenza: la parte essenziale è la presenza della comunità e non viene conferito valore alla confessione privata. Ciò viola la privacy e può rendere l’adepto psicologicamente vulnerabile.