Celibato sacerdotale nella Chiesa cattolica d'Occidente

La questione del celibato dei sacerdoti cattolici di rito latino è dibattuto sia all'interno della Chiesa cattolica, sia tra coloro che, pur non appartenendovi, sono incuriositi da questa forma di vita. Ci si domanda se questa pratica sia adeguata ai tempi e se sia utile alla vita concreta del sacerdote, o se la rinuncia al celibato non possa dare nuovo slancio apostolico all'azione dei preti.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - Nel Nuovo Testamento sono contenuti tutti gli elementi che giustificano il celibato sacerdotale

Il celibato dei sacerdoti si fonda sul Vangelo. Nei testi di Matteo, Marco e Luca è Gesù stesso che indica la via da percorrere da chi vuole seguirlo: essere come lui. Nelle lettere di Paolo si fa riferimento alla condotta di vita casta per poter essere un buon presbitero ed un buon Vescovo. Egli consiglia di non prendere moglie e dedicarsi totalmente all'annuncio del Vangelo.

Nel Nuovo Testamento non si parla di celibato. Quando Gesù esortava ad abbandonare tutto per seguirlo, non intendeva la moglie o i figli, ma la bramosia delle cose terrene, per convertirsi alle ricchezze celesti. San Paolo, nelle Lettere, rivolge a vescovi e presbiteri consigli sul comportamento da tenere con moglie e figli: ciò è segno che il celibato ecclesiastico non era voluto da Gesù.

02 - Il celibato sacerdotale nella tradizione della Chiesa deriva da un dono libero di sé e non da un'imposizione

Il clero dei primi secoli dell'epoca cristiana era generalmente sposato, però, veniva loro richiesto di astenersi dagli atti peculiari del matrimonio per svolgere in modo degno il servizio sacerdotale. Attraverso l'Ordine Sacro il sacerdote ha sposato Cristo e la Chiesa, dunque non può vivere in matrimonio con una donna senza rompere questo patto nuziale al quale egli ha dato il suo assenso.

In epoca medievale i preti continuarono ad essere padri e mariti, anche se non in maniera manifesta. Il sistema feudale costrinse la gerarchia cattolica a limitare l'ereditarietà dei beni ecclesiastici dei vescovi e dei presbiteri nei confronti dei figli. Con il celibato imposto non vi sarebbero più stati figli ad ereditare i patrimoni che sarebbero tornati alla Chiesa.

03 - La legge canonica impone un obbligo che va contro la dignità delle persone

La vocazione sacerdotale, per potersi tradurre in un ministero operativo, necessita di un discernimento da parte del candidato, che scopre dentro di sé la chiamata ad una forma di vita che includa la scelta celibataria. Ecco perché l'accesso all'Ordine è ristretto a coloro che si sentono chiamati al celibato perpetuo e perfetto.

Il celibato, se scelto liberamente, è un grande dono per tutti, ma non può essere un obbligo ciò che si costituisce come un dono dello Spirito Santo. I due doni, chiamati “carismi”: la chiamata al sacerdozio e il celibato, devono restare distinti. È possibile vivere una vita consacrata nel celibato perfetto senza diventare sacerdote.

04 - Il celibato imposto oggi non ha più senso, deve essere liberamente scelto

Papa Francesco ha affermato: “Il celibato è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la Chiesa”. Il sacerdote deve poter sperimentare un amore esclusivo per Dio e ciò permette di sostenere con gioia il peso della scelta celibataria. Mantenere il celibato civile e poi intrattenere rapporti d’intimità con delle donne non è degno di colui che ha scelto la Chiesa e Cristo.

26 donne accomunate dall’avere una relazione con un sacerdote hanno scritto a Papa Francesco, chiedendo di revocare l'obbligo del celibato, rendendolo facoltativo. Ferma restando l'impossibilità che un sacerdote ordinato possa accedere al matrimonio, occorrerebbe che la gerarchia abolisse la legge sul celibato che rende invalide le ordinazioni di uomini già sposati.

05 - Togliere l'obbligo del celibato garantirebbe un maggior numero di vocazioni al sacerdozio e minori deviazioni sessuali

La diminuzione del numero di vocazioni al sacerdozio non dipende dall'obbligo del celibato: anche nella Chiesa orientale si assiste allo stesso fenomeno. La causa è nella secolarizzazione e in una diffusa cultura relativista. Le devianze del comportamento sessuale di certi sacerdoti deriva da un’immaturità affettiva ed ancor più da una scelta vocazionale non sufficientemente ponderata.

L'imposizione del celibato e della continenza potrebbe scatenare una forma di perversione sessuale che nel tempo potrebbe sfociare nella pedofilia e nella violenza contro bambini e giovani. Inoltre, poiché la dottrina del celibato non ha un fondamento teologico ma storico, la si può modificare. Si potrebbero ordinare come sacerdoti i “probi viri”, uomini sposati di prova fede e sani principi.