Educazione sessuale nell’ordinamento scolastico italiano

“La Buona Scuola” promuove la parità tra i sessi e la prevenzione di ogni discriminazione, ma senza rendere obbligatoria l’educazione sessuale. L’argomento è oggetto di polemiche tra coloro che avvertono l’urgenza di parlare di sessualità con i ragazzi nelle scuole, e studiosi, religiosi e associazioni di genitori che ritengono la materia troppo delicata per poter essere esposta in classe.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - L’educazione sessuale a scuola garantirebbe una corretta informazione, che altrimenti rischierebbe di essere affidata unicamente alla Rete

L’educazione sessuale a scuola potrebbe essere utile contro il proliferare di malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate; prevenire il cyberbullismo e l’abuso di sexting. Gli adolescenti ricevono più informazioni sul sesso dalla Rete che dagli insegnanti, poiché il web dà loro largo accesso a materiale pornografico: ciò fa sì che si diffondano informazioni confuse.

In molti vedono nell’inserimento dell’educazione sessuale a scuola un’invasione della sfera privata e ritengono che sessualità e affettività vadano insegnati in famiglia, come sancito dall’art. 30 della Costituzione italiana. La diffidenza verso l’educazione sessuale mostrata da larga parte dell’opinione pubblica italiana è aumentata negli ultimi anni a seguito della diffusione dei gender studies.