Copyright

In Italia, la normativa in materia di copyright (legge sul diritto d’autore, n. 633 del 22 aprile 1941), ispirata a un modello di protezione che riguarda anche i diritti morali d’autore e non solo quelli patrimoniali, si scontra con l’evoluzione tecnologica e con la globalizzazione. Si è, quindi, acceso un dibattito sulla necessità di una riforma della normativa in esame.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - Il copyright rappresenta una leva per il mercato e garantisce il reddito ai suoi attori

Il copyright non è un freno per il mercato bensì il suo motore. Esso garantisce l’equilibrio tra gli interessi dei vari attori del mercato: consumatori e industria. Anche la riforma europea in materia di copyright muove dal presupposto che il diritto d’autore sia una leva per la promozione dell’innovazione, confutando l’idea che possa frenare lo sviluppo di nuovi modelli di business su internet.

L’idea che l’abolizione del copyright produrrebbe effetti disastrosi nel mercato proviene dall’industria e non dagli artisti. Per gli artisti il legame tra reddito e copyright è irrilevante. Grazie al copyright poche imprese esercitano un forte controllo su produzione, distribuzione, promozione e creazione. La sua abolizione eliminerebbe vincoli, ridurrebbe i contenziosi e creerebbe innovazione.

02 - Il copyright garantisce la libertà di espressione

La Federazione degli editori europei (Fep) ha lanciato una petizione in difesa del diritto d’autore, sostenendo che la regolamentazione del copyright è sinonimo di libertà e democrazia. L’evoluzione tecnologica non ha ridotto, ma aumentato la necessità di protezione del copyright. Esso garantisce la libertà di espressione, rappresentando lo strumento dell’indipendenza economica degli artisti.

C’è una contraddizione tra i divieti del copyright e la circolazione della cultura. L’accesso alle fonti può essere limitato solo se è compatibile col diritto alla cultura. L’incompatibilità tra libertà d’espressione e copyright è evidente nel web, multidirezionale, mentre la norma è unidirezionale: qualsiasi attività su internet genera, infatti, una copia, rendendo i due mondi incompatibili.

03 - Le normative vigenti in materia di copyright sono obsolete

La tesi secondo la quale il copyright è un istituto obsoleto si scontra con una realtà diversa che è quella del web: qui singole persone, grazie alla normativa del copyright, sono remunerate per le loro opere, in base al riconoscimento degli utenti. Violare il copyright rappresenta una minaccia all’indipendenza degli autori, esigenza permanente.

La normativa europea in materia di copyright è obsoleta. Lo dimostra il fatto che le direttive vigenti sono state concepire nel 2001, senza più essere aggiornate. Manca, inoltre, un’armonizzazione legislativa tra gli Stati membri. E’ necessaria l'introduzione di una legge europea unica sul copyright, che contempli identiche eccezioni alla sua protezione.

04 - Difendere il diritto d’autore favorisce la cultura e l’innovazione tecnologica

Il diritto d’autore è alla base dello sviluppo di cultura e innovazione. L’Europa è all’avanguardia nell’industria creativa, perché ha mantenuto una regolamentazione del diritto d’autore. Sbaglia chi lega al diritto d’autore una limitazione della creatività: il suo scopo è quello di difendere l’originalità dei prodotti. Il diritto d’autore non è una tassa, ma una remunerazione per chi crea.

Il copyright non è un compenso per il creatore, ma una massimizzazione dei profitti delle industrie in un regime di monopolio. Le conseguenze del rafforzamento della tutela del copyright sono due: afferma un monopolio a favore delle industrie, garantito dall'automaticità della tutela; l'eccessiva protezione del copyright disincentiva l'innovazione, la cultura e la produzione di nuovi contenuti.

05 - La direttiva dell’Unione europea del 2019 in materia di copyright è lesiva della libertà della Rete